La filiera della formazione artistica, musicale e coreutica

La filiera della formazione artistica, musicale e coreutica
Necessaria una riforma organica

Sorta con l’encomiabile intento di rimediare alla millenaria separazione tra cultura musicale teorica e pratica, la riforma della formazione artistica, musicale e coreutica era stata salutata da molti con gioia e speranza: finalmente si prometteva al futuro musicista una preparazione culturale completa, che sarebbe dovuta partire dalla frequenza di scuole ad hoc (la mai realizzata scuola primaria, l’incompiuta scuola secondaria di I grado e il novello e ancora acerbo Liceo musicale e coreutico), pensate con l’intento di comporre il divario tra professionalità musicale e formazione culturale; e sarebbe dovuta culminare con la frequenza di un’Alta Formazione (AFAM) di livello – e di rango – universitario. Le decantate magnifiche sorti e progressive della riforma si sono tuttavia presto infrante contro la dura realtà: le scuole pubbliche – per vari motivi, anche oggettivi – non sembrano in grado di assicurare ai propri studenti una preparazione professionale, tanto da costringere il legislatore a mettere a ordinamento dei corsi propedeutici interni all’AFAM; l’accesso all’AFAM avviene troppo tardi, quando l’età avanzata fa sì che l’aspirante artista sia già “fuori mercato”; e, dulcis in fundo, le aspirazioni universitarie del settore finiscono col produrre il peggiore dei mali: la frammentazione e proliferazione delle discipline. Gli studenti, anziché essere messi nelle condizioni di studiare il loro strumento o la danza, bivaccano quotidianamente nelle Istituzioni, barcamenandosi tra una materia teorica e l’altra. A ciò si aggiunga l’esasperante lentezza nell’attuazione della legge di riforma, ancora incompiuta a distanza di vent’anni dalla sua approvazione. Mancano ancora all’appello fondamentali regolamenti (Reclutamento; Programmazione, sviluppo e valutazione del sistema), in assenza dei quali le Istituzioni procedono alla cieca in ordine sparso. Manca il CNAM, organo elettivo di rappresentanza del sistema al pari del CUN universitario. Proliferano incontrollate le Istituzioni private. Manca una seria e coerente politica di valorizzazione dei giovani talenti. Tutto ciò ha precipitato il sistema – per comune sentire – in una grave impasse. Di fronte a tali evidenti criticità è necessario che il MIUR – con il fondamentale supporto della ritrovata Direzione Generale AFAM e la fattiva collaborazione delle stesse Istituzioni – assuma un duplice impegno: da una parte quello di emendare profondamente il sistema, rimediando alle sue più evidenti storture, e dall’altra quello di intervenire con saggezza a sistema vigente, sfruttando i sia pur minimi margini di autonomia che la legislazione attualmente in vigore concede alle singole Istituzioni. Il Coordinamento CNAFAM, che con i suoi oltre 4300 aderenti rappresenta la principale organizzazione professionale nazionale dei settori artistico, musicale e coreutico italiano, rivendica con orgoglio di aver posto – ormai da anni – la questione della riforma della formazione artistica, musicale e coreutica italiana all’attenzione di Governo e Parlamento.