Autonomia e differenziazione

Autonomia e differenziazione

di Maurizio Tiriticco

La tematica che sarà affrontata al seminario interregionale organizzato dall’ANDiS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) che si svolgerà a Napoli il prossimo 7 novembre è più che interessante, ma… anche scottante! Il tema è il seguente: “Autonomia differenziata e regionalizzazione dell’insegnamento, problemi e prospettive”. Per cui mi corre l’obbligo – ma che brutta espressione! – di avanzare qualche riflessione in proposito.

L’autonomia delle istituzioni scolastiche è un’opportunità validissima, in corso fin dall’a.s. 1999/2000, ma le istituzioni scolastiche che ne hanno attuato i principi fondanti e le conseguenti azioni operative si contano sulle punte delle dita! Basti pensare, ad esempio, a quanto indicato dall’articolo 4 (autonomia didattica) del dpr 275/99, il più corposo quanto a suggerimenti innovativi. Penso che si possano contare sulle punte delle dita le scuole che ne hanno usufruito! Per non dire delle altre opportunità: l’autonomia organizzativa (art. 5); l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo (art. 6); reti di scuole (art. 7).

Perché questo ritardo? Questo è l’interrogativo a cui il seminario dovrebbe proporsi e a cui rispondere! E ne segue un secondo: che cosa fare per attuare veramente e finalmente quanto indicato dai suddetti articoli? Non è facile rispondere! Anche perché – e mi dispiace scendere sul concreto, ma non potrebbe essere diversamente – perquanto sono “pagati” dirigenti scolastici ed insegnanti – per non dire del personale ATA, investito anch’esso in qualsiasi operazione innovativa – è già tanto se riescono a fare quanto fanno! Eccezioni ce ne sono, e non poche! Ma non sono la regola!

E non voglio dire nulla circa le interessanti proposte innovative che le Indicazioni Nazionali e le Linee Guida hanno successivamente avanzato e proposto – ormai fin dai lontani 2010 e 2012 – alle istituzioni scolastiche! Per non dire poi dei ben 212 commi dell’unico articolo 1 (leggasi uno, proprio uno!)) della legge 107/2015 recante “Riforma del sistema nazionale di istruzione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, a cui sono seguiti i relativi “provvedimenti attuativi”! Una dozzina? Non ricordo! Poco meno, poco più! Comunque, pagine su pagine, centinaiaaa, chiacchiereee su chiacchiereee! Altro che parole parole parole! Per non dire poi di quanto oggi – ed anche domani – “pensa e fa, dice e scrive” lo stato maggiore che risiede nelle retrovie – ovviamente – di Viale Trastevere! Le prime linee sono sempre della truppa! Uno stato maggiore può proporre le cose più belle del mondo.Ma è chi sta in trincea che non ha affatto vita facile!

Una parola vera, autentica, spassionata, dice sempre qualcosa! Ma un insieme pressoché quotidiano di note, cm, dm, dichiarazioni roboanti e quant’altro non dice nulla! E occorrerebbe un intero anno scolastico soltanto per registrare il tutto ed ascoltarlo! Ma comprenderle è più difficile! Attuarle problematico! Com’è noto, la nostra bella lingua italiana è già complicatina di par suo! E la lingua delle norme – come è stranoto – lo è di più! E quella delle norme del nostro Miur travalica ogni limite! Per non dire poi delle declamatorie che ogni ministro Miur recita appena seduto in poltrona! Meglio dire salito in cattedra, dato che si tratta di scuola! Mah! Le nostre istituzioni scolastiche faticano a stare in piedi – fisicamente – e i nostri insegnanti ad insegnare ad apprendere ad alunni che hanno la testa altrove! E dovrebbero faticare anche per leggere i rebus della “Settimana Enigmistica” del Nostro Miur? Che dire? I nostri studenti devono acquisire non solo le conoscenze di ieri e di oggi, sempre più numerose e complicate, ma anche abilità e competenze! Me cojoni! Detto alla romana! Si tratta di traguardi avanzati! Freschi freschi! Anche perché “ce lo dice l’Europa”! Andiamo a leggere le “otto competenze chiave di cittadinanza per l’apprendimento permanente adottate dal Consiglio dell’Unione Europea il 22 maggio 2018”! Competenze che i nostri insegnanti devono perseguire e i nostri studenti acquisire! Ma i ministri che ne sanno? Se la cantano e se la suonano! “Sono tre parole, ti voglio bene”, recita una vecchia canzone! Ed è la canzone che cantano i ministri che anno dopo anno si susseguono a Viale Trastevere! Una toccata e fuga! Non fanno neanche a tempo a sapere su quale poltrona seggono, che già sono scappati verso poltrone più ambite!

Torniamo a bomba! Il seminario ANDiS è affascinante! E si propone di trattare un tema di grande rilevanza! L’autonomia? Macché! Roba vecchia! Oggi c’è l’autonomia… differenziataaa!!! Sì! Proprio come la monnezza!!! Per cui la scuola primaria “Silvio Pellico” potrebbe essere più autonoma della “Silvio Pellico” e meno autonoma della “Giuseppe Mazzini”. Per non dire della “Giuseppe Garibaldi”, che è in reggenza, per cui gli insegnanti “fanno come gli pare”! Sempre in forza dell’autonomia! Che è differenziata! Apposta! E questa dovrebbe essere la soluzione vincente per tutti i mali della nostra scuola! Pardon! Errata corrigo: del nostro “Sistema Nazionale Educativo di Istruzione e Formazione”! Ricordo che qualcuno, anni fa, ha scritto che le parole sono pietre! Ma le parole della scuola – dico della nostra scuola oggi – sono massi! Rotolano, rotolano, rotolano e il povero Sisifo non ce la fa più! Sono anni che ci prova a fermarle!

E questi indefessi Sisifo della scuola italiana, i nostri validi e pazienti insegnanti, insistono per fermarli! E lo fanno con forza ed ostinazione! Va detto con altrettanta forza che abbiamo dirigenti e docenti che – nonostante un’amministrazione ottusa – ci ricordano i “ragazzi del 99”! Veri eroi, nonostante un’amministrazione, a volte, nemica! Insomma, non vorrei che la corsa verso un “autonomia differenziata” e una “regionalizzazione dell’insegnamento” frantumasse una “cosa” che dobbiamo invece conservare sempre fortemente unitaria! La scuola è nazionale, perché è la scuola degli Italiani tutti! Anche perché giorno dopo giorno giungono da noi tanti nuovi cittadini del mondo che, invece, vogliono diventare Italiani! Non Lombardi o Sardi o Siciliani! E neppure Altoatesini, che ormai sembra diventata addirittura una parolaccia! Stando ad alcuni brutti venti che vengono dal Nord!

E va anche sottolineato che la nostra scuola nazionale ha permesso la costruzione della stessa Unità Nazionale che, purtroppo, abbiamo raggiunta tra gli ultimi in Europa! Grazie a quella cosa che a scuola abbiamo imparato come Risorgimento! Ed a quella seconda cosa che si chiama Resistenza!

Amici dell’Andis! Autonomia sì! Differenziazione no!