Sicurezza, presidi in protesta. Franca Principe: ‘Cambiare la legge e definire i decreti attuativi’

da Tuttoscuola

La Cassazione l’ha condannata per lesioni colpose gravi, non potrà tornare a scuola fino al prossimo marzo 2020 e nemmeno percepire lo stipendio. Parliamo di Franca Principe, preside dell’istituto Pisacane di Sapri dove nel 2011, durante gli esami di Maturità, uno studente cadde da un lucernaio ferendosi gravemente. La porta di accesso a quel terrazzino doveva essere chiusa, una collaboratrice scolastica, poi dichiarata inidonea, l’aveva aperta. E la dirigente scolastica finita sotto processo quel giorno, era persino in un’altra scuola. Nelle scorse settimane è poi arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso scatenando la protesta dei presidi di oggi, 30 ottobre: la sanzione disciplinare dell’ufficio scolastico della Campania.

Così proprio oggi, mercoledì 30 ottobre, i dirigenti scolastici si sono dati appuntamento all’Istituto Da Vinci di Roma per raggiungere il MIUR per un sit-in. Con loro anche la stessa Franca Principe. Tuttoscuola l’ha intervistata.

Preside Principe, che senso ha questa manifestazione?
“Mi piace usare questo slogan: ‘no vittime, no capri espiatori, no eroi. Solo professionisti’. Siamo qui perché la comunità professionale dei dirigenti si è incontrata spontaneamente, prima sui social poi tramite le associazioni. Piano piano, nella discussione libera, sono stati messi sul tavolo problemi gravi che riguardano la sicurezza delle scuole e la responsabilità in capo ai dirigenti, i cosiddetti datori di lavoro. Questa giornata è un segnale importante, che testimonia la presenza di una comunità attiva, che si interroga, che prende posizione, che utilizza le competenze professionali per risolvere quello che, alla fine, è soprattutto un problema degli studenti: fornire strutture sicure e pedagogicamente adeguate alle finalità della scuola”.

Si aspettava una partecipazione così massiccia?
“In qualche misura no, per altri versi sì. È difficile immaginare un incontro dei dirigenti perché sono oberati di lavoro e perché, dal punto di vista logistico e del sistema dei trasporti, non è semplice spostarsi nel nostro Paese. Invece sono venuti dalla Sicilia, dal Piemonte, dal Veneto e dalla Sardegna, dandosi appuntamento a Roma: mi sembra una straordinaria dimostrazione di senso civico. I dirigenti testimoniano a famiglie, studenti, concittadini e istituzioni che è necessario garantire la propria presenza nei percorsi della responsabilizzazione civica per migliorare il vissuto di tutti a scuola. Negli anni avevamo un po’ preparato questo incontro dal punto di vista della socializzazione delle tematiche, informazioni e delle notizie; in parte siamo stati supportati da sindacati, organizzazioni di sistema e associazioni. Mi ricordo che Cittadinanzattiva e Legambiente hanno fornito dati sull’edilizia scolastica, “Modifica 81″ ha posto l’accento sull’analisi documentale dei casi di questi anni”.

Tuttoscuola ha recentemente pubblicato un dossier dedicato allo stress dei dirigenti scolastici…
“Sì, l’ho visto. Questo è un argomento molto importante. La tutela dei lavoratori non esclude la categoria dei dirigenti scolastici, che sono viste come figure “eroiche” (ma gli eroi esistono solo nella mitologia) che devono, in qualche modo, ‘recuperare’ dei disservizi del sistema scuola. Questa impostazione non è corretta. Occorre, invece, vivere le responsabilità per tutte le componenti ma con gli strumenti adeguati. Spero che questa protesta di oggi e le segnalazioni dei dirigenti, che senza dubbio proseguiranno, producano una discussione parlamentare seria. D’altro canto, è stata aperta un’inchiesta parlamentare”.

Secondo lei si riuscirà a cambiare la legge?
“La legge deve cambiare ma soprattutto devono essere definiti i decreti attuativi. Altrimenti una legge, anche migliorativa, non risolverebbe la problematica di fondo: adattare alle specificità gestionali ed organizzative del sistema scuola le norme di prevenzione, di analisi del rischio e della salute”.