Stay hungry. Stay foolish!

Stay hungry. Stay foolish!
Conversando con Rudy

di Maurizio Tiriticco

L’amico Rudy Janes mi scrive — “Quanta frustrazione da parte degli insegnanti. Quanta arroganza da parte di alunni e genitori. Ma nelle riforme non si è mai affrontato il problema della formazione degli insegnanti e non è mai stato reso obbligatorio l’aggiornamento. Si è abbandonata la scuola a se stessa prosciugando le poche risorse economiche che aveva fino agli anni ottanta. Ti pago poco e ti lascio tranquillo. All’inizio funzionava, ma poi la scuola è stata oberata di impegni e aspettative sempre maggiori da parte della società in rapido mutamento e così si è scavato un solco che sta creando stress e talvolta depressione nel personale scolastico. Con l’ottimismo della ragione, credo fermamente che si possa ancora dare una bella sterzata”.

Caro Rudy! Parole sante, purtroppo, le tue! Io ancora GIRO nelle scuole – quando mi chiamano, ovviamente – a svolgere attività di FORMIS – ovvero, di formazione continua insegnanti in servizio – e constato quanto è più che difficile OGGI il loro lavoro di insegnare. Le cause sono più di una: a) il fatto che cambia la società, cambiano i giovani, ma la scuola è sempre quella che abbiamo frequentato noi due, pur in tempi molto diversi; b) la conseguente forte demotivazione degli alunni; c) il fatto che i docenti, nonostante le nuove – cosiddette – Indicazioni Nazionali e Linee guida – pagine e pagine, peraltro anche interessanti – hanno estrema difficoltà ad attuarle perché l’organizzazione delle concrete attività in aula è quella di sempre! Si tratta delle tre C di cui scrivo da anni; Cattedre, Campanelle e Classi d’età: immutabili! Due esempi banali: a) hai una Ferrari, ma per andare da Roma a Milano hai le strade dei primi del Novecento; b) hai le autostrade più avanzate, ma possiedi una vecchia Topolino. Come tu dici, cambia la società, cambiano i saperi e le concrete competenze lavorative, cambiano i giovani, i loro linguaggi, le loro aspettative, i loro stessi modi di parlare, leggere, interessarsi, interagire tra loro, apprendere, socializzare… e il discorso non avrebbe mai fine, ma la scuola di oggi non riesce a motivarli.

Di che cosa avremmo bisogno? O avrebbero bisogno i nostri ragazzi? E ragazze, ovviamente? Non di un qualunque Ministro PI, che considera quel dicastero solo come il primo passo per accedere a dicasteri più appaganti. Ma di un intero governo – o meglio, di una classe dirigente – che ascoltasse e sapesse recepire quali sono OGGI i saperi necessari per un “nuovo nato” che cresce, si sviluppa e apprende in una società che non solo è profondamente cambiata da qualche decina di anni questa parte, ma che è tuttora in profondo e quotidiano cambiamento. E, se il cambiamento non si comprende, non si può neanche governare! La scuola in primis è un luogo di socializzazione tra pari ed in seconda istanza un luogo in cui si dovrebbe apprendere ciò che “serve” a crescere e ad integrarsi in una società che si fa, giorno dopo giorno, sempre più complessa! In ordine ai saperi! Ma anche in ordine ai valori!

Ciò che scrivo non lo penso soltanto io, e neppure soltanto tu! Penso che possa essere condiviso e condivisibile da chiunque oggi svolga l’attività di insegnante. Chiediamoci: quali gratificazioni ha l’insegnante oggi? In primo luogo è fortemente umiliato dall’amministrazione, che lo ricompensa MALISSIMO! E non solo in quanto a stipendio! In secondo luogo in termini di riconoscimento sociale! Ricordo, quando ero piccolo, che un professore di liceo godeva di una larga stima! E, se lo si incontrava per strada, insomma… un briciolo di attenzione lo riscuoteva sempre! Oggi è considerato un vinto, costretto a scegliere di insegnare perché incapace di fare altro! Per non dire poi del processo di femminilizzazione degli insegnanti, che ha cause molto diverse ed anche difficili da ricercare! Sai meglio di me quanto nel rapporto alunno/insegnante – ed alunno/adulto in genere – giochi il processo di identificazione. Pertanto, per un soggetto in età evolutiva, rapportarsi con adulti solo dello stesso genere – in questo caso, il femminile – non è un fattore positivo. In realtà un soggetto che cresce necessita, in famiglia come nel sociale, della presenza costante ed attiva dei due generi.

E il discorso potrebbe continuare: in effetti è la cultura nel suo insieme che, in una società come quella attuale, non appaga, rende poco e male! Le vie per “far soldi” sono molto più rapide e più facili. Anche se un po’ pericolose, ma il gioco vale sempre la candela! In realtà sembrava chissà che cosa quando – decenni fa, anche in seguito a certi film di successo – si cominciò a parlare di “gioventù bruciata”! Un’espressione assolutamente nuova in un mondo in cui i giovani ancora “andavano a scuola” temendo le bocciature e sapendo che prima o poi il “pezzo di carta” li avrebbe aiutati nella ricerca di un lavoro.

Ma oggi sembra che il “pezzo di carta” sia necessario ad… altri usi, lontani mille miglia dal far soldi con un pizzico di coraggio e una buona dose di cinismo. In certe periferie delle nostre città spacciare droga rende molto e subito. E con pochi rischi. Perché andare a scuola in vista di un avvenire che promette poco o niente? E méttici anche questa poco rasserenante prospettiva di un pianeta che è alla viglia della sua fine! Pensa agli incendi della California che fanno il buono – si fa per dire – e il cattivo tempo! O allo scioglimento dei ghiacciai! E allora, come ci ha insegnato qualcuno, tanti secoli fa, “Carpe diem, quam minimum credula postero”! Così ci insegnava Orazio! Di qui anche la necessità di cogliere l‘attimo fuggente! Ricordi “Dead Poets Society”, quel bel film di tanti anni fa diretto da Peter Weir e che aveva come protagonista Robin William?

Ma voglio chiudere con un richiamo alla follia, ma… alla follia positiva! Quella che ci ha ricordato l’accorato appello di Steve Jobs del 2005: “Stay hungry. Stay foolish! Cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita! L’unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l’avrai davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle”.