Fioramonti: i nostri docenti eroi civili con 30 ragazzi in classe, alla scuola servono 25 miliardi

da La Tecnica della Scuola

Sulla mancata assegnazione di risorse alla scuola siamo ormai al botta e risposta tra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ribadisce appena può che al settore il Governo ha risparmiato alcuni miliardi di tagli lineari previsti del precedente esecutivo, e il titolare del Miur Lorenzo Fioramonti che rivendica almeno tre miliardi di euro. Anzi, ne servirebbero ben 25 di miliardi, se solo si volesse tornare ai livelli del 2008. Il numero il dicastero di Viale Trastevere lo ha ribadito il 12 novembre, parlando ai giornalisti alla Stampa Estera.

I miliardi sottratti nell’ultimo decennio

“Questo Paese sottofinanzia la scuola e l’istruzione da troppo tempo: servirebbero 5 miliardi l’anno, se volessimo tornare al livello del 2008 servirebbero 25 miliardi e siamo sotto la media dei Paesi Ue: la mia richiesta di 3 miliardi è dunque modesta e pragmatica”.

Il riferimento è ai tagli post legge Gelmini 133 del 2008.

Secondo il ministro, inoltre, solo 1,6 miliardi servono oggi per il rinnovo del contratto dei docenti, ha aggiunto, ribadendo quanto annunciato alcune settimane fa alla Tecnica della Scuola.

In quelle condizioni, diventa davvero difficile lavorare

Fioramonti ha anche definito gli insegnanti della scuola pubblica italiana dei veri e propri “eroi civili”.

Con 30 ragazzi in classe, pochi amministratori nelle scuole, edifici fatiscenti e presidi-reggenti, responsabili di 3-4 mila ragazzi, per loro diventa davvero difficile lavorare, ha spiegato.

‘La scuola italiana, nonostante tutto’

“Si chiede veramente troppo. Se dovessi scrivere un libro lo intitolerei: ‘La scuola italiana, nonostante tutto’: nonostante tutte le difficoltà il nostro sistema di istruzione è grande, produce scienziati e ricercatori ammirati in tutto il mondo che tuttavia lavorano con un decimo dei fondi degli altri Paesi: come se si arrivasse primi ad una maratona con una palla al piede”.

Per questi motivi, “il nostro sistema di istruzione va aiutato, per troppo tempo non si è investito”.