da Orizzontescuola
di redazione
Stop appalti pulizia: lavoratori saranno assunti dal 1° gennaio 2020 tramite procedura per soli titoli. L’anzianità maturata sarà considerata ai fini giuridici ed economici?
Stop appalti pulizia
La legge di bilancio 2019 ha previsto che dal 1° gennaio 2020 i servizi di pulizia nelle scuole non sono più svolti da imprese esterne ma dai soli collaboratori scolastici; ha previsto altresì l’assunzione dei lavoratori delle ditte di pulizia sui posti accantonati (pari a 11.263).
Decreto scuola
Ai fini dell’assunzione dei suddetti lavoratori, la legge di bilancio prevedeva una procedura per titoli e colloquio. Tale procedura è stata superata dal decreto scuola pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 ottobre 2019, sulla base del quale l’assunzione deve avvenire graduando i candidati secondo le modalità previste per i concorsi provinciali per collaboratore scolastico di cui all’articolo 554 del D.lgs. n. 297/94.
Le assunzioni, pertanto, avverranno attingendo da un’apposita graduatoria formata sulla base di titoli e servizi. Qui la tabella titoli pubblicata in anteprima dalla nostra redazione
Requisiti di accesso
Sono ammessi a partecipare alla proceura di assunzione gli aspiranti in possesso dei seguenti requisiti:
- diploma di scuola secondaria di primo grado, conseguito entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda di partecipazione alla procedura selettiva;
- svolgimento di 10 anni, anche non continuativi, inclusi gli anni 2018 e il 2019, di servizi di pulizia e ausiliari presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento di tali servizi.
Anzianità maturata
Il decreto scuola, oltre a snellire la procedura, ha disposto che il personale immesso in ruolo con la procedura sopra descritta non ha diritto, né ai fini giuridici né a quelli economici, al riconoscimento del servizio prestato quale dipendente delle imprese di pulizia suddette.
Tale misura, naturalmente, inciderà sull’inquadramento economico dei lavoratori e anche ai fini pensionistici.
NB: il decreto scuola deve essere convertito in legge dal Parlamento e quanto detto sopra potrebbe essere soggetto a modifiche.