Salta la riserva di posti per i precari triennalisti

da ItaliaOggi

Carlo Forte

Via la riserva dei posti nei concorsi ordinari ai precari triennalisti. Lo prevede il comma 15, dell’articolo 1, del decreto legge 126/2019, attualmente all’esame della camera per la conversione in legge (Ac 2222). Il provvedimento dispone l’abrogazione del cosiddetto emendamento Pittoni, con il quale era stata introdotta una disciplina transitoria sui concorsi ordinari in sede di approvazione della legge di bilancio 2019. Si tratta, in particolare, delle disposizioni che consentivano ai docenti precari delle secondarie, che avessero prestato almeno 3 anni di servizio negli otto precedenti l’indizione del concorso ordinario di riferimento, di accedere ad una riserva dei posti fissata nell’ordine del 10% dei posti messi a concorso. L’accesso sarebbe stato consentito ai triennalisti che fossero stati in grado di vantare almeno un anno di servizio nella stessa tipologia di insegnamento a cui si riferisse il concorso, anche se privi di abilitazione e di altri requisiti previsti dalla normativa vigente (tra cui, il conseguimento di 24 crediti formativi universitari o accademici). La cancellazione della riserva dei posti e degli altri benefici per i triennalisti si giustifica con la previsione del concorso straordinario loro riservato. Che delinea un percorso selettivo basato sulla valorizzazione dell’esperienza acquisita sul campo, il cui accesso sarà precluso ai candidati più giovani che non siano in grado di vantare almeno un triennio di servizio pregresso. La cancellazione della riserva, però, rischia di vanificare, almeno in parte, la ratio del decreto legge. Che è quella di agevolare il riassorbimento dei docenti precari in possesso dei 3 anni di servizio che, secondo la normativa europea, dovrebbero essere assunti a tempo indeterminato o indennizzati. Su questa delicata materia, peraltro, pende a carico dell’Italia una procedura di infrazione davanti alla commissione europea. E il mantenimento della riserva, specie se stabilizzata e non più limitata a livello di disciplina transitoria, avrebbe potuto costituire una soluzione strutturale al problema del riassorbimento dei precari triennalisti. Specie se si considera che il concorso straordinario, in quanto tale, è previsto «una tantum». Una ulteriore soluzione potrebbe essere quella di valorizzare il punteggio di servizio anche ai fini del concorso ordinario. Fermo restando che la difficoltà maggiore resta quella di trovare un punto di equilibrio tra la necessaria selettività degli ingressi e gli obblighi di stabilizzazione previsti dalla normativa europea.