Prof precari, si allarga la platea

da Italiaoggi

Marco Nobilio e ALessandra Ricciardi

Il Movimento5stelle ha dovuto alla fine ingoiare qualche rospo. La platea dei docenti precari che a titoli diversi entreranno o nel percorso di stabilizzazione o di abilitazione speciale è molto più ampia di quella prevista inizialmente dal decreto legge su scuola e università. Il testo (AC 2222-A), frutto del lavoro svolto nelle commissioni Cultura e Lavoro, lavoro che ha visto un consenso anche della Lega e di Forza Italia su molti punti, è approdato ieri nell’aula della Camera per la discussione generale. Intrecciandosi con l’esame del dl sisma, tanto che ambienti parlamentari non escludono affatto il ricorso al voto di fiducia su scuola e università. Questione che potrebbe essere posta giovedì, così da consentire di licenziare il testo per la trasmissione al Senato entro fine settimana. Ecco le novità in dettaglio.

Per partecipare al concorso straordinario gli aspiranti docenti dovranno essere in grado di vantare almeno 3 anni di servizio, di cui almeno uno nella disciplina per cui si concorre. Il periodo utile ai fini della maturazione del triennio è stato retrodato all’anno 2008/2009 e fino al corrente anno scolastico. I soggetti che per maturare il triennio avranno bisogno dell’anno in corso saranno ammessi con riserva. La riserva sarà sciolta solo se il terzo anno risulterà svolto entro il 30 giugno prossimo. In caso contrario gli interessati saranno esclusi dalla procedura concorsuale. Il servizio prestato sul sostegno senza titolo non sarà utile ai fini del concorso sul sostegno, ma sarà considerato valido per la classe di concorso. Sempre ai fini della maturazione del triennio utile all’accesso alla procedura straordinaria, sarà considerato valido anche il servizio prestato per effetto dei decreti salvaprecari del 2009 e del 2013. Per accedere alla procedura straordinaria, solo per conseguire l’abilitazione, oltre al servizio prestato nelle paritarie sarà considerato valido anche il servizio prestato nella formazione professionale. Purché tale servizio sia stato svolto per insegnamenti riconducibili a quelli relativi alle classi di concorso. Ai docenti già in ruolo nella scuola statale sarà concesso di partecipare alla procedura straordinaria, ai soli fini abilitativi, se saranno in grado di vantare 3 anni di servizio maturati in tempo utile (a prescindere dalla classe di concorso) unitamente al possesso del titolo di accesso alla classe di concorso. Per i docenti di ruolo il nuovo testo prevede, infatti, una deroga all’obbligo di avere prestato almeno uno dei 3 anni richiesti nella classe di concorso a cui si riferisce la procedura. Il programma a cui fare riferimento per la preparazione al concorso straordinario sarà lo stesso del concorso ordinario del 2016. I principali destinatari sono i docenti di infanzia e primaria. La prova orale al termine dell’anno di prova si svolgerà, come previsto, davanti al compitato di valutazione dell’istituzione scolastica di servizio. Ma il nuovo testo prevede che il comitato dovrà essere integrato da due commissari esterni (il testo originario nel prevedeva uno solo). E uno dei due commissari esterni dovrà essere necessariamente un dirigente scolastico.

Insegnanti di religione: il nuovo testo prevede l’indizione di un concorso ordinario per titoli ed esami riservato al reclutamento con contratti a tempo indeterminato degli insegnanti di religione cattolica. La procedura concorsuale prevede una riserva dei posti non superiore al 35% per i candidati che abbiano prestato almeno 3 anni di insegnamento. Fino a quando la selezione non sarà terminata con l’approvazione della graduatoria di merito, le immissioni in ruolo dei docenti di religione continueranno ad essere effettuate scorrendo le graduatorie del precedente concorso. L’emendamento accolto prevede il concorso nel 2020. «Dopo 16 anni e dieci ministri dell’istruzione arriva un concorso. Su 24 mila insegnanti, solo 11 mila sono di ruolo. Circa il 60% sono quindi precari», spiega Gabriele Toccafondi, Italia Viva, primo firmatario dell’emendamento poi approvato, «questi numeri dimostrano la necessità di un concorso».

Novità anche per gli aspiranti docenti inseriti nelle graduatorie di merito dei concorsi o nelle graduatorie a esaurimento potranno concorrere alle immissioni in ruolo anche in graduatorie di una o più province di altra regione. Questa facoltà sarà concessa a domanda e le relative assunzioni avverranno in coda a quelle ordinarie. Gli aspiranti inclusi nelle graduatorie a esaurimento potranno chiedere di essere inclusi nelle graduatorie a esaurimento aggiuntive di una o più province di una stessa regione, ma non potranno chiedere di essere inclusi in coda alle graduatorie di merito dei concorsi. E viceversa: i candidati inclusi nelle graduatorie di merito dei concorsi potranno chiedere di essere inclusi in coda alle graduatorie dei concorsi di una o più province nella stessa regione, ma non potranno chiedere di essere inclusi in coda alle Gae. Infine, gli aspiranti docenti inclusi nelle graduatorie del 2016 potranno esercitare l’opzione di coda per le graduatorie dei concorsi non selettivi del 2018. Ma i candidati inclusi negli elenchi di merito dei concorsi del 2018 non potranno far valere l’opzione aggiuntiva per le graduatorie dei concorsi del 2016.

Il nuovo testo prevede, inoltre, la costituzione di graduatorie provinciali da utilizzare, sempre per le supplenze, al termine delle operazioni di assunzione a tempo determinato effettuate tramite lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. A differenza delle graduatorie a esaurimento, che sono valide per tutte le disponibilità utili ai fini delle supplenze, le graduatorie provinciali avranno valore, per ogni singolo soggetto incluso, per sole 20 istituzioni scolastiche, che dovranno essere previamente indicate dagli interessati all’atto della presentazione delle domande. In pratica dunque, la fase provinciale delle assunzioni a tempo determinato sarà suddivisa in due step: l’ufficio procederà a scorrere anzitutto le graduatorie a esaurimento e al termine di questa operazione procederà allo scorrimento delle graduatorie provinciali. Le disponibilità che dovessero residuare da queste operazioni saranno gestite dai dirigenti scolastici tramite lo scorrimento delle graduatorie di istituto.

Anche per i prossimi tre anni sarà possibile chiedere di essere inseriti nella terza fascia delle graduatorie di istituto senza possedere l’abilitazione. Gli aspiranti docenti che vi sono già inclusi potranno continuare a rimanervi anche senza il possesso dei 24 Cfu. Coloro che lo chiederanno per la prima volta, invece, potranno farlo solo previo conseguimento dei 24 Cfu. Resta fermo l’obbligo di possedere comunque il titolo di studio di accesso.

Dsga, inserita una deroga per l’accesso al concorso riservato per posti di direttore dei servizi generali e amministrativi, che sarà consentito agli assistenti amministrativi che abbiano svolto tale funzione per tre anni anche se non risulteranno in possesso della laurea.