Nuovi professori con lauree ad hoc

da Italiaoggi

Alessandra Ricciardi

I nuovi docenti vanno formati all’università, con lauree ad hoc. Sul modello di quanto già avviene per gli insegnanti di infanzia e primaria. È la proposta lanciata da Lucia Azzolina, sottosegretario all’istruzione del Movimento5stelle, «ne parlerò con il ministro Fioramonti». Azzolina con ItaliaOggi fa il punto sul dl scuola, al voto della Camera, e sulla legge di bilancio. Per la quale conta di portare a casa la stabilizzazione in organico di diritto di una quota di docenti di sostegno.

Domanda. Il decreto legge su scuola e università è all’ultimo passaggio alla Camera. È il primo provvedimento della nuova maggioranza sulla scuola, come lo giudica?

Risposta. Il decreto scuola è un provvedimento che comincia a mettere ordine in un settore dove per decenni ci sono state stratificazioni normative. E risposte sul precariato molto diverse che sono andate a sovrapporsi generando, spesso, il caos. Non è un provvedimento perfetto. Nessuna legge lo è. Ma costituisce un inizio. E contiene, nelle sue linee, un messaggio preciso: abbiamo operato per tamponare l’emergenza, per dare risposta ad alcune categorie di precari rimaste in «bilico» a causa di decisioni che non sono state prese correttamente in passato. Ora, però, si deve andare avanti con l’ordinario.

D. E dunque?

R. Servono concorsi banditi regolarmente e regole chiare per l’accesso alla cattedra e agli altri ruoli nella scuola. Non a caso abbiamo inserito un collegato alla manovra proprio sulla formazione dei docenti e il reclutamento. In futuro mi auguro che non ci sia nuovamente bisogno di decreti d’urgenza per quanto concerne il reclutamento del personale scolastico.

D. Sul decreto legge del precedente governo, il Movimento 5 stelle aveva sollevato perplessità contro l’ipotesi di nuovi Pas e concorsi riservati. Cosa cambia adesso?

R. Abbiamo fatto un lavoro certosino, siamo stati chiusi ore in commissione, per valutare pesi e contrappesi. Non accontenteremo tutti, ma, nel solco delle obiezioni che avevamo sollevato durante la precedente esperienza di governo, abbiamo operato cercando di garantire diritti senza mettere da parte il merito: in classe devono andare insegnanti motivati e preparati, ne va della formazione dei ragazzi. Vogliamo concorsi seri e possibilità, per chi ne ha i requisiti, oltre che il semplice diritto acquisito, di ottenere la cattedra. Il lavoro fatto dalla maggioranza e dal Movimento 5 stelle alla Camera ha migliorato il testo. Abbiamo accolto alcune istanze che ci sono arrivate dagli stessi precari.

D. Facciamo degli esempi?

R. Ad esempio abbiamo aperto la procedura straordinaria di concorso a chi sta concludendo quest’anno i tre anni necessari per accedere, il che consentirà la partecipazione di molti giovani. Abbiamo inserito una norma, che io stessa ho voluto, per consentire a chi vuole spostarsi su altra regione, di prendere il ruolo prima attraverso una ‘call’ veloce, con garanzia di continuità didattica, che consentirà anche di tagliare le supplenze che sono arrivate, soprattutto al Nord, a livelli record.

D. In merito alla legge di Bilancio, che novità ci saranno da parte del governo?

R. Ci sono due battaglie che voglio portare avanti. La prima è quella sul sostegno, per tagliare le deroghe e avere più organico di diritto. Serve un tavolo di lavoro rapido al Miur in collaborazione con il Mef, su questo tema che ci consenta di analizzare in modo chiaro i numeri e le urgenze. Dobbiamo dare risposte alle famiglie: non si può sempre finire in tribunale per avere il sostegno a cui si ha diritto o contare, appunto, sulle possibili deroghe. Ci sono poi le classi pollaio, che seguo da tempo: spero di portare a casa le risorse che servono per limitare questo fenomeno dannoso per la sicurezza e l’apprendimento.

D. I docenti di sostegno specializzati sono sempre pochi rispetto a quelli di cui vi è effettivo bisogno. Che intervento pensate di portare avanti? Quanti posti pensate di poter portare in organico di diritto? E in quanto tempo?

R. La legge di Bilancio può essere il contenitore giusto per il principio normativo della trasformazione di una parte dell’organico di fatto in organico di diritto. Un incremento di organico che deve poi andare di pari passo con le specializzazioni e con i concorsi per assumere. Altrimenti poi manca chi mettere sui posti. Dobbiamo anche attuare il decreto legislativo 66, coinvolgendo tutta la comunità scolastica e anche le famiglie e i ragazzi con disabilità sull’inclusione.

D. Uno degli allegati annunciati alla legge di Bilancio riguarda la riforma del sistema di formazione e reclutamento per i docenti. Verso quale direzione?

R. Ora siamo concentrati sulla partita del decreto scuola e sulla legge di bilancio. Chiusi questi passaggi, lavoreremo sul sistema di reclutamento e formazione. Io ho una mia idea personale, che discuterò con il ministro Lorenzo Fioramonti: l’insegnamento deve essere una vocazione e non una scelta di ripiego. È a 23-26 anni al massimo che devi aver deciso se vuoi fare l’insegnante e ti devi formare per farlo. Immagino quindi per la scuola secondaria percorsi di formazione simili a quelli della scuola dell’infanzia e della primaria, con un sistema di lauree che conferiscano la preparazione, comune e specialistica, necessaria all’insegnamento delle varie discipline. E poi concorsi che si susseguono regolari nel tempo per assumere questi laureati.