Basta un anno da precari per fare il concorso straordinario

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – Il Decreto scuola passa l’esame della Camera. Il suo profilo è quello conosciuto, ma prima l’intervento del Quirinale e poi il passaggio in Parlamento con una serie di emendamenti di maggioranza qualificanti hanno portato alcune novità.

La platea ampliata

Viene ampliata la platea di coloro che potrà partecipare al concorso straordinario per l’assunzione di 24.000 insegnanti: possono candidarsi, adesso, sia i docenti che abbiano maturato servizio nei percorsi di istruzione e formazione professionale (Iefp), sia coloro che abbiano effettuato una delle tre annualità richieste dall’Anno scolastico 2008-2009, sia, ancora, chi sta svolgendo nell’anno in corso la terza annualità di servizio. Inoltre, viene inserito il coding tra le metodologie didattiche da acquisire nell’ambito dei crediti formativi o durante il periodo di formazione e prova legato al concorso.

Sono riaperte le graduatorie di Terza fascia con proroga fino all’Anno scolastico 2022-2023 e viene autorizzato un nuovo concorso per insegnanti di religione cattolica, dopo 15 anni dall’ultimo. Verso questa scelta c’è stata opposizione degli stessi docenti, ma non della Conferenza episcopale italiana.

Per quanto riguarda, invece, i cosiddetti diplomati magistrali, si stabilisce la trasformazione del contratto di lavoro in contratto a tempo determinato in caso di sentenza sfavorevole, con l’obiettivo di garantire la continuità didattica. Arriva una risposta anche agli enti locali: le scuole paritarie avranno la possibilità di sostituire temporaneamente i docenti con personale educativo.

Le pulizie tornano interne

I servizi di pulizia e ausiliari nelle scuole di ogni ordine e grado tornano interni: se ne occuperanno undicimila collaboratori scolastici che per anni sono stati dipendenti di grandi cooperative: il risparmio messo a bilancio è di 144 milioni. Per i collaboratori ex lsu si stabilisce una proroga tecnica di due mesi per consentirne la stabilizzazione.

Per i dirigenti e tutto il personale scolastico viene confermata l’esclusione del rilievo biometrico delle presenze.

La durata dell’Abilitazione nazionale passa a 9 anni

Per quanto riguarda l’università, aumenta da 6 a 9 anni la durata dell’Abilitazione scientifica nazionale e, infine, sono esplicitati i requisiti per accedere alle procedure per la trasformazione dei contratti o degli assegni di ricerca in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti: “Ogni giorno che passa sono più ottimista che si vada nella direzione giusta, vedremo alla fine quanto saremo davvero riusciti ad investire nell’istruzione”.