Tornano i bidelli interni ma sul concorsone pesa l’incognita di migliaia di ricorsi

da Il Messaggero

A scuola torna il bidello di una volta: mai più collaboratori esterni per le pulizie in classe. Parte infatti il concorso per assumere tutte quelle persone che, da anni, lavorano tra i corridoi delle scuole tramite contratti stipulati con cooperative esterne. Ma sulla procedura incombe l’incognita dei ricorsi: restano infatti esclusi dall’internalizzazione tutti quei collaboratori scolastici che lavorano con contratti a tempo determinato, da supplenti, stipulati direttamente con lo Stato.
Restano infatti tagliate fuori 40mila persone: un’anomalia tutta da risolvere per la quale il Miur sta cercando una soluzione. Negli istituti scolastici non dovrà più esserci personale esterno quindi, a partire dai primi mesi del 2020, i circa 12mila dipendenti a tempo indeterminato delle cooperative che collaborano con le scuole dovranno essere assunti con contratti pubblici. Per arrivare alla firma si passerà attraverso una procedura selettiva per titoli per la quale sono stati già banditi 11.263 posti.
Potranno candidarsi, entro l’8 gennaio prossimo, tutti coloro che hanno lavorato con contratti a tempo indeterminato tramite le cooperative per almeno dieci anni nelle scuole. Il titolo di studio richiesto è la licenza di terza media. Una volta raccolte le candidature, si formerà una graduatoria da cui si entrerà nelle scuole per scorrimento.

LA LUNGA ATTESA

In un secondo momento dovrà arrivare anche un altro bando per raccogliere tutti coloro che hanno contratti da 5 anni in modo da riuscire a comprendere tutti i collaboratori esterni. Un’operazione attesa da tempo visto che si tratta di personale che lavora da anni nelle scuole, anche come ex Lsu vale a dire i cosiddetti lavoratori socialmente utili, di cui gli istituti hanno enormemente bisogno sia per la pulizia degli edifici sia per il controllo dei bambini e dei ragazzi all’ingresso a scuola o in uscita, mentre vanno in bagno, a mensa o in giardino. Un ruolo fondamentale al fianco del personale docente per portare avanti la didattica.
Dal 1 marzo, per loro, partiranno le assunzioni. Ma questa soluzione non mette tutti d’accordo, almeno non tra i precari. Perché dalla selezione restano fuori i precari che stipulano contratti a tempo determinato, di supplenza, con gli uffici scolastici regionali. Quindi direttamente con lo Stato. Si tratta di 40mila persone, tra cui quasi 25mila impegnati come bidelli e 15mila come ausiliari, che restano fuori da questa ondata di assunzioni.
E ora si preparano a presentare ricorso: «Impugneremo la mancata estensione della procedura selettiva anche ai collaboratori scolastici precari della scuola statale- spiega Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – per richiederne l’inserimento nelle graduatorie speciali al pari dei lavoratori a tempo indeterminato delle cooperative a tempo pieno o part time. Il requisito per tutti deve essere l’aver prestato almeno 36 mesi di servizio nelle scuole a partire dal 2000». Il problema esiste e su questo punto la neo ministra all’istruzione, Lucia Azzolina, sta lavorando partendo dai dossier sul personale scolastico già aperti quando era sottosegretario.
Il numero di immissioni potrebbe quindi aumentare anche in risposta alle richieste avanzate dai sindacati per implementare i parametri di distribuzione del personale alle scuole.
L.Lo.