Educazione sessuale… e poi!

Educazione sessuale… e poi!

di Adriana Rumbolo

Quando più di venti anni fa avevo scritto nel mio programma scolastico “Educazione percorso emotivo-sessuale-affettivo” dopo pochi mesi mi arrivò dalla presidenza  il messaggio: “se vuole fare questo corso, cancelli la parola sessuale”.

Non potevo  che rispondere: “Obbedisco”

Nel parlare  però usai sempre “percorso  emotivo-sessuale-affettivo: non è possibile scollegare i tre aggettivi.

Gli studenti recepirono il messaggio e ogni tanto quando sentivano urgente il bisogno di parlare di esperienze emotive,affettive,sessuali mo avvicinavano e sottovoce, comunicavano.

Ne racconto alcuni:

1) Una giovane studentessa  tutta rossa in volto mi disse: “ho una storia con un ragazzo grande di sedici anni”, lei ne aveva 14.

Avevo imparato che quando due adolescenti  stavano insieme dopo due settimane era già una storia.

Quando facciamo l’amore lui vuole la luce accesa, ma io mi sento a disagio e non so cosa fare.

Pensai a una ragazzina inesperta che si abbandonava in un coinvolgimento tanto intimo non sapendo ancora come far sentire anche la propria voce.

Era gravissimo.

Con garbo risposi che  alla  richiesta del ragazzo lei poteva tranquillamente ribadire le sue richieste, i suoi desideri. e parlarne.

Cercai di chiarirle questo concetto che li avrebbe aiutati a un rapporto migliore.

Lei ha ragione, mi rispose, ma io subito cosa posso fare?

Voleva un’alternativa, forse l’incontro era imminente e aveva bisogno di sentirsi più tranquilla.

Al momento le risposi :”metti un panno scuro sulla lampada”

Mi sorrise soddisfatta e mi ringraziò con gratitudine.

Ma io lo segnai come argomento urgente da approfondire con la classe


2) In una prima superiore una giovane studentessa mandava gioiosi segnali  della sua femminilità.

Cambiava spesso colore del rossetto scegliendo colori sempre più forti, cambiava la pettinatura avendo molta cura dei suoi capelli e ogni scusa era buona per passare dai corridoi con un andatura sicura di sè guardandosi attorno per godersi l’approvazione dei ragazzi.

La guardavo con tenerezza era così spontanea, un concentrato di gioia di vivere naturale per la sua età ma anche con qualche apprensione.

Ci furono le vacanze di Natale.

Finite le vacanze stentai quasi a riconoscerla.

Camminava per i corridoi con lo sguardo assente, non usava più il rossetto dai colori vivaci portava i capelli legati.

Mi si strinse il cuore.

Dopo circa due settimane chiese di parlare con me.

Era andata felice alla festa di Capodanno in una discoteca dove era sicura di trovare il suo ragazzo.

Aveva ballato con lui, forse avevano bevuto qualcosa di troppo e poi in  un luogo scuro della discoteca il primo rapporto sessuale per lei.

Dal giorno dopo da lui nemmeno un saluto.

Lo amava e pensava  che anche lui l’amasse.

Alla fine dell’anno la giovane studentessa non era ancora tornata sorridente

 La scuola, la famiglia e la società avevano fallito.

L’educazione sessuale è un argomento molto complesso; la conoscenza e la inscindibilità del nostro corpo, la capacità decisionale del si e del no, la conoscenza e la  gestione delle emozioni il  desiderio la relazionalità e non dire mai più come tante adolescenti ” mi dice lui se vado bene!”


3) Una studentessa più grande, terza superiore mi chiese un colloquio molto privato .

Le promisi che avremmo avuto una stanza tutta per noi e che intanto poteva scrivermi  per anticiparmi qualcosa.

Mi consegnò a mano una lunghissima lettera.

Mi raccontava che  fin dai 4/5 anni passava quasi tutta la giornata nei campi vicino a casa con un fratellino più grande di qualche anno, soli,  perchè i genitori erano al lavoro.

Piano piano i primi giochi: giocare al babbo e  mamma, giocare al dottore.

Intanto crescevano lei cercava di respingere il fratello che diventava più insistente.

Una notte scoppiò un forte temporale  e  il fratello pensando  che fosse una punizione per il loro peccato si rifugiò nel letto dei genitori e confessò tutto alla mamma.

La madre accusò la figlia perchè, da femmina doveva dire no e  da quel giorno venne severamente punita.

La incontrai e lei parlò a lungo con me.

Poi un pianto liberatorio e la richiesta di poter fumare.

Glielo concessi. Una mia trasgressione.

Era una ragazza molto bella, molto intelligente e io mi accorsi che  la cosa più grave era che lei amava profondamente suo fratello.

La rassicurai dicendole che non aveva fatto niente di male che si era comportata come tanti  bambini lasciati soli per troppo tempo.

Non importava se erano fratelli, erano solo due bambini non protetti

Ci siamo viste fuori della scuola per circa due anni e spero proprio che lei si sia rasserenata e abbia trovato pace e si sia liberata delle colpe degli  adulti.

Educazione sessuale è quando si può parlare di vita di tutto ma proprio tutto quello che appartiene alla vita.