Scuola, la prima maturità Azzolina: ecco come sarà

da Il Sole 24 Ore

di Cl.T.

La ministra dell’Istruzione conferma l’impianto rivisto da Lorenzo Fioramonti: la storia torna alla prova scritta, via le buste all’orale, e alternanza e Invalsi diventano requisiti di ammissione all’esame.

La prima maturità dell’era Azzolina scatterà a giugno 2020; e dalle parole pronunciate, in questi giorni, dalla neo ministra dell’Istruzione per i circa 500mila studenti del quinto anno non dovrebbe cambiare nulla. Azzolina ha confermato che le buste all’orale non ci saranno; e che la storia tornerà tra le materie della prova scritta. Nei prossimi giorni, poi, dovranno uscire le materie della seconda prova, e, quindi, si concosceranno le discipline assegnate ai commissari esterni.

Le buste non ci saranno, la storia sì
La Azzolina, al momento, conferma la linea del suo predecessore, Lorenzo Fioramonti, che prima di lasciare il Miur aveva annunciato il ritorno della storia e l’abolizione delle buste (mantenendo, tuttavia, i materiali della prova orale). La storia, come si ricorderà, è stata al centro di aspre polemiche dopo la scelta un anno fa di toglierla come materia a se stante (era comunque materiale trasversale alle altre tracce, ndr). Il ritorno della storia, che viene confermato anche da Lucia Azzolina, risponde alle critiche, ma anche alla richiesta di molti studiosi e degli stessi docenti.

Alternanza e Invalsi requisiti di ammissione
La ministra Azzolina non ne ha fatta menzione espressa, ma da una recente circolare del Miur, alternanza e Invalsi tornano requisiti di ammissione obbligatori alla maturità 2020. Avranno però un peso diverso. Le prove standardizzate di italiano, matematica e inglese – che lo scorso anno, sganciate dall’esame di Stato, sono state svolte da oltre il 95% degli studenti – sono in calendario, quest’anno, dal 2 al 31 marzo 2020. Ebbene, i circa 500mila studenti che attualmente frequentano la quinta superiore, per essere ammessi alla maturità, dovranno solo «partecipare» a questi test, a prescindere quindi dal giudizio ottenuto. A differenza invece della scuola-lavoro: qui, i ragazzi dovranno, obbligatoriamente, aver svolto le ore minime di formazione “sul campo” nel triennio, vale a dire almeno 90 ore nei licei, almeno 150 nei tecnici, almeno 210 nei professionali.

L’alternanza, poi, varrà – come lo scorso anno – anche all’esame vero e proprio, in particolare al colloquio orale (dove invece scompaiono le buste). In questa sede, i ragazzi dovranno relazionare sull’esperienza “on the job” svolta attraverso una breve relazione o un elaborato multimediale.