M. Agus, Sottosopra

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La Agus matura

di Antonio Stanca

Stavolta Milena Agus, scrittrice genovese che vive a Cagliari dove insegna Materie Letterarie in un Istituto Tecnico, è riuscita più articolata, più complessa. Molte vicende, molte situazioni contiene il suo recente romanzo Sottosopra, edito dalla casa editrice Nottetempo di Roma. Stavolta quella condizione sospesa tra realtà e idea, verità e immaginazione, non è rimasta limitata a poche persone come nei romanzi precedenti ma è stata estesa a tante. Ognuna ha un problema, ognuna è diversa dalle altre e così il suo problema. Nessuna riesce a risolverlo. Tutte abitano a Cagliari nello stesso condominio, chi “sotto” chi “sopra”. Geniale è stata la scrittrice a pensare di collocare tante diverse vite nello stesso posto, a  farle incontrare, scambiare, cercare tra loro la soluzione del proprio problema senza riuscire a trovarla. Abile è stata a creare un movimento continuo, senza soste, tra ambiente e vita, presente e passato, persone e cose, pensieri e ricordi, segreti e rivelazioni, progetti e rinunce, speranze e delusioni. Il titolo Sottosopra allude ai piani superiori e a quelli inferiori del condominio, alle persone che li occupano, più ricche “sopra” più povere “sotto”, e allude pure alla confusa, disordinata loro condizione, ai vani tentativi di porvi rimedio. A causa dei loro travagli  uguali diventeranno quelle persone, cadranno distanze e differenze e alla fine non si distinguerà tra piani alti e piani bassi né tra chi vi abita.

A dire di tutto questo nel romanzo è una ragazza dei piani inferiori che dalla provincia è venuta a Cagliari per studiare presso l’Università, che a Cagliari ha gli zii, che è reduce da una grave situazione familiare e per questo era vissuta da emarginata. A Cagliari vorrebbe liberarsi del passato, coronare il suo sogno di diventare una scrittrice, di sapere di più e farlo sapere agli altri, far sapere che la vita è piena di difficoltà, imprevisti, che molti segreti si celano dietro le apparenze. Per questa sua volontà di conoscere e far conoscere era molto curiosa, voleva scoprire e in quel condominio, dove tutti avevano segreti e problemi, la sua curiosità poteva trovare appagamento. Tra i condomini si muoverà, ad essi chiederà, da essi, di essi saprà. Saprà perché il violinista americano dei piani alti aveva abbandonato la scena dei più famosi teatri del mondo, aveva rinunciato al successo, alla ricchezza per rifugiarsi e quasi nascondersi in quel vecchio palazzo, perché il rapporto con la ricca moglie sarda, così legata a Cagliari, era diventato tanto difficile, perché il figlio omosessuale viveva lontano, scoprirà perché Annina, la donna delle pulizie e quindi dei piani bassi, era stata lasciata dal marito, perché nutriva sempre sogni di gloria ed era generosa con tutti nonostante le sue misere condizioni, perché la figlia Natascia era gelosissima del fidanzato, cosa pensava di fare quando era rimasta incinta, verrà pure a sapere perché suo padre si era suicidato e la madre impazzita, riconoscerà di sentirsi attirata dal figlio del violinista nonostante la sua omosessualità, di avere problemi con gli zii di Cagliari. Di tante domande saprà le risposte e insieme saprà di tante persone, di tante circostanze, di tanti problemi. Per ognuno crederà sia possibile la soluzione e si adopererà per essa ma finirà col vedere aggiungersi a quelli degli altri i suoi problemi, col veder formarsi un immenso groviglio  che, tuttavia, lascerà intravedere qualche risvolto. Questo intrico di elementi facili e difficili, possibili e impossibili, vicini e lontani, uguali e diversi, questo eterno movimento tra vita e sogno, verità e fantasia, questo “sottosopra” è l’aspetto principale della narrazione. Pure la ragazza che narra e con la quale, alla fine, la scrittrice si identificherà, la ragazza che tanto aveva fatto per gli altri, pure lei dovrà ammettere che non era stata risparmiata dai problemi, che altra maniera non era possibile, dovrà accettare la vita come una continua, interminabile alternanza di eventi e la regola che qualunque sia l’origine, la provenienza, la condizione delle persone, ovunque esse vivano, esposte sono tutte ai rischi, ai pericoli di tale incessante, imprevedibile movimento e perciò tutte destinate a rimanere divise tra quanto pensano, cercano e quanto succede.

Ritornano i modi espressivi semplici, colloquiali della Agus di sempre, ritornano i suoi temi ma capaci si mostrano, in questo romanzo, di dire di una realtà più ampia, di raggiungere significati più estesi. E’ una prova della maturazione raggiunta dalla scrittrice nel suo percorso, dell’abilità acquisita nel costruire situazioni complesse, nel rappresentare tante vite in un’opera pur breve e identificarla con esse.