Appello per sanare la questione dei residui attivi delle scuole

da tuttoscuola.com

Appello per sanare la questione dei residui attivi delle scuole

Un gruppo di Presidenti dei Consigli di Istituto, Dirigenti Scolastici, Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, Rappresentanze Sindacali Unitarie, hanno rivolto un appello ai ministri Profumo e Grilli  per cercare di risolvere l’annoso problema dei cosiddetti residui attivi dei bilanci delle Istituzioni Scolastiche statali

Da più di sette anni, da un esercizio finanziario all’altro, – esordisce il documento – si registra, nelle casse delle ISA, tale fenomeno, che non è solo contabile, che in termini monetari ammonta complessivamente a oltre un miliardo di euro.

Perché le scuole, nella loro stragrande maggioranza, vantano questo enorme credito nei confronti dell’Amministrazione centrale?

Perché esse, a partire dal 2006, non hanno ricevuto dal MIUR l’intero ristoro delle spese obbligatorie: supplenze, compensi esami di stato e revisori, tassa ambientale.

Le scuole, per senso di responsabilità e per una ordinaria applicazione delle norme, hanno utilizzato sovente, dietro consiglio degli stessi Uffici ministeriali, il Fondo dell’Istituzione Scolastica (FIS) di derivazione contrattuale  o i contributi delle famiglie per pagare gli stipendi dei supplenti.

Ricordiamo che proprio la generosità delle famiglie ha consentito alle scuole di affrontare spese indispensabili per il loro funzionamento (materiali di pulizia, cancelleria, sicurezza, registri, funzionamento didattico, ecc).

Infatti la nostra scuola ha subito, in anni terribili che sembrano non passare mai, non solo i tagli al personale e a numerose provvidenze che costituivano il minimo indispensabile per una qualificata offerta formativa, ma anche il non finanziamento delle supplenze. Negli anni 2009 e il 2010 le scuole non hanno ricevuto neanche ciò che la legge stabiliva, cioè l’ordinario finanziamento per il  funzionamento amministrativo e didattico.

Le ISA, messe alle strette, di fronte anche alla chiamata in giudizio che si risolveva in maniera sempre negativa per l’Amministrazione, hanno fatto ricorso, come già detto o al FIS o ai contributi delle famiglie.

Il risultato è stato però che si sono bloccati i progetti e gli investimenti ne è stato possibile retribuire con il FIS le attività prestate dal personale.

Dirigenti Scolastici e DSGA sono stati obbligati a nominare e pagare con i fondi disponibili in cassa i supplenti: in primo luogo perché la legge che prevede la nomina di un supplente in assenza del titolare al fine di garantire il diritto allo studio e la stessa incolumità degli allievi; in secondo luogo per una ragione di equità al fine remunerare il lavoro prestato ed evitare all’amministrazione la soccombenza certa in sede giudiziaria; in terzo luogo per non creare disservizio all’organizzazione scolastica costretta talora a dividere gli alunni delle classi scoperte fra tutte le altre classi.

Nel frattempo sono state fatte diverse rilevazioni dalle scuole su richiesta del MIUR e del MEF, ma gli esiti e le finalità di queste indagini non sono state mai portate a trasparenza.

Adesso questi crediti rischiano di andare perduti.

Ci rivolgiamo alle SS.VV. affinché sia reso noto il risultato di un monitoraggio sui residui che dovrebbe ormai essersi concluso, e finalmente si restituisca, in tempi brevi e certi,  alle scuole quanto esse, senza che questo si trasformi in un danno permanente contro esse stesse”.