Censis, scuole superiori sempre più “internazionalizzate”

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da lastampa.it

Censis, scuole superiori sempre più “internazionalizzate”

Diffusa reattività e vitalità dell’offerta formativa tra scambi, tirocini e soggiorni studio all’estero
roma

Scuole superiori sempre più ”internazionalizzate”, soprattutto per quanto riguarda la mobilità degli studenti per scambi, tirocini e soggiorni di studio all’estero.

È quanto emerge dal 46° rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese redatto dal Censis che, in base ad una rilevazione sui dirigenti scolastici, che quest’anno ha coinvolto 762 presidi di istituti di istruzione secondaria di II grado, restituisce uno scenario di diffusa reattività e vitalità nell’ambito dell’internazionalizzazione dell’offerta formativa.

Il 68,1% dei dirigenti ha dichiarato che, pur non senza difficoltà, la propria scuola negli ultimi cinque anni ha partecipato a questo tipo di iniziative. Lo hanno fatto di più gli istituti tecnici (74%), seguiti dai professionali (70,5%) e dai licei (64,5%), e le scuole collocate nella ripartizione Sud e isole, aderenti per oltre il 73% (Centro 66,9%, Nord-Est 65,8%, Nord-Ovest 58,9%).

Tra le problematicità evidenziate, il 47% delle scuole “internazionalizzate” ha indicato la conciliazione di questo tipo di progetti con l’ordinaria gestione dell’istituto e il 46,8% le procedure amministrative eccessivamente complesse.

È la mobilità degli studenti per scambi, tirocini e soggiorni di studio all’estero (76,6%) la principale delle azioni portate avanti dalle scuole, seguita da quella dei docenti (38%) e dalla cooperazione tra scuole (visite preparatorie 27,4%, partenariati di cooperazione 24%, reti tematiche 21,2%).

Oltre ai finanziamenti erogati dai programmi Comenius (57,4%) e Leonardo Da Vinci (22,3%), le scuole hanno beneficiato in questi anni anche delle risorse del Fondo sociale europeo, cui hanno avuto accesso a livello nazionale il 30,6% delle scuole e il 54,8% di quelle del Sud. La maggiore internazionalizzazione dell’offerta scolastica è però anche merito dei contributi delle famiglie, che hanno finanziato nella misura del 17,2% le iniziative di mobilità delle scuole, solitamente per l’apprendimento delle lingue straniere.