Le discipline ad indirizzo nei licei artistici, musicali e negli istituti tecnici del settore tecnologico

da Tecnica della Scuola

Le discipline ad indirizzo nei licei artistici, musicali e negli istituti tecnici del settore tecnologico
di Giovanni Sicali
Ancora oggi, nonostante la riforma Gelmini, l’istruzione artistica risulta essere una nobile decaduta, una cenerentola senza lieto fine
Fino agli inizi degli anni 90 le circolari e le ordinanze del MPI erano indirizzate con questa dicitura: “Per gli istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, ivi compresi i licei artistici e gli istituti d’arte”… Ancora oggi, nonostante la riforma Gelmini, l’istruzione artistica risulta essere una nobile decaduta, una cenerentola senza lieto fine. Il MIUR, a firma del direttore generale C. Palumbo, il 18/10/2012 aveva emanato la CM n. 89 avente per oggetto la valutazione periodica degli apprendimenti nelle classi superiori e le indicazioni per gli scrutini per l’a.s. 1012-13. Ma, dato che la riforma è entrata gradualmente nei licei artistici ed istituti tecnici e professionali ed a regime lo sarà solo nel settembre 2014, quella circolare avverte che “nelle classi quarte e quinte dei percorsi liceali, artistici, tecnici e professionali gli scrutini si svolgeranno con le consuete modalità (ndr. degli anni passati), nel rispetto delle norme ancora vigenti”. Tanto grande è la confusione in quei tipi di scuole che il 5/12/2012, sempre a firma C. Palumbo, è arrivata un’altra “grida manzoniana”: la nota ministeriale (prot. n.8039) indirizzata ai direttori generali e ai DS con “Chiarimenti in merito all’assegnazione delle ore di insegnamento e la valutazione di alcune discipline dei Licei artistici, musicali/coreutici e degli istituti tecnici del settore tecnologico”. Non ci sono novità di rilievo perché – tenendo conto della necessità del risparmio – si ribadisce la piena autonomia decisionale delle istituzioni scolastiche. Per i Licei artistici in particolare, considerando la valutazione periodica e finale degli studenti, nel caso di curricolo pittorico la valutazione di “Discipline pittoriche” e “Laboratorio figurazione” è separata ma effettuata dal/i docente/i delle specifiche classi di concorso; nel caso invece di curricolo plastico e scultoreo la valutazione di “Discipline plastiche e scultoree” e “Laboratorio figurazione” è separata ma effettuata dal/i docente/i delle specifiche classi di concorso; nel caso infine di curricolo misto o generalista occorrono valutazioni separate per “Discipline pittoriche”, Discipline plastiche e scultoree”, “Laboratorio della figurazione” relativo alle discipline pittoriche, “Laboratorio della figurazione” relativo alle discipline plastiche e scultoree. Insomma, avendo la Gelmini “distrutto” l’istruzione artistica, la nota della Palumbo cerca di porre rimedio alla situazione caotica che si è venuta a creare e i rimedi del’ultima ora con le soluzioni proposte non appaiono né convincenti né accettabili. Per di più, come fa notare la FlC-CGIL, “nella circolare 25/12 e nel decreto interministeriale che impartiscono le disposizioni per la definizione dell’organico di diritto per l’a.s. 2012/13 non vi è alcun riferimento alle tipologie di curricolo per l’indirizzo “Arti Figurative” così come definite nella nota del 5/12/2012. Dalla lettura della nota sembrerebbe che la scelta del curricolo da parte della scuola possa essere fatta annualmente. Inoltre non è chiaro se la scelta operata per una determinata classe abbia validità fino al quinto anno oppure possa essere modificata durante il percorso. In questi casi è evidente che il richiamo alle sole situazioni di soprannumerarità è largamente insufficiente. Infatti i docenti precari delle discipline di indirizzo sarebbero sottoposti ad una situazione di instabilità perenne, tenuto conto che non avrebbero alcuna certezza sulle scelte potenzialmente cangianti delle istituzioni scolastiche”. Discorso analogo – purtroppo – va fatto per i licei musicali e coreutici. Nell’Italia, patria dell’arte, non c’è posto per le nove Muse.