Siamo a Pomezia

Siamo a Pomezia

“Una serie di foto ci riportano un paesaggio devastato, sembra sia passato un tifone, un uragano che abbia lasciato solo detriti, si tratta  invece solo di ordinaria amministrazione….

E’ Lazzaro PAPPAGALLO della rete televisiva “RAI 3 BUONGIORNO REGIONE  TG LAZIO”   in una diretta televisiva, all’alba della mattina del 10/01/2013, con la presenza di alcuni inquilini e del Presidente del Comitato Inquilini di via Federico Fellini, è presente l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pomezia: Rosaria Del Buono, è assente il Comune di Roma.

Cumuli d’immondizia fanno da scenario agli interventi succedutosi  al microfono della giornalista della RAI M.ANZIANO. Forte la richiesta d’intervento delle Istituzioni affinché venga posta la parola fine a questo degrado e di abbandono. 124 famiglie abbandonate e alla mercé di pochi individui che utilizzano gli spazi comuni adibiti a garage, ma non idonei a questo scopo perché mancanti dei requisiti necessari.

Una spoliazione di tutto ciò che è di ferro o di altro materiale ferroso. Perfino dei chiusini in ferro dei pozzetti dove transitano i liquami degli edifici prima di immettersi nella rete fognaria. Pieni, questi ultimi, di detriti e calcinacci provocando come conseguenza la fuoriuscita di questo liquido maleodorante. Un odore nauseabondo! Atti di vandalismo compiuti da individui dello stesso complesso edilizio. La stupidità umama on ha limit!i  Per non parlare delle persone che effettuano il recupero e il trasporto per conto terzi di inerti e  rifiuti tossici da individui senza scrupoli, come pure ad esempio, batterie esauste di auto/moto, gomme auto/moto, automezzi rubati, pastiglie per freni., pannelli di amianto e di svariato materiale ferroso, che verosimilmente estraggono da oggetti in disuso. Lasciato lì, in quell’ampio spazio a disposizione e aperto a tutti.

Di fronte a questa emergenza sanitaria le istituzioni se ne lavano le mani. Prt dichiarazione al microfono dello stesso Assessore De Buono: NON CI SONO FONDI, per tanto non possiamo fare nulla!

Insomma, abbandonati a se stessi, con la latitanza della Polizia Locale e delle altre Forze dell’Ordine, in balia di pochi individui che fanno il bello e cattivo tempo, che inquinano e degradano l’ambiente circostante oltre che l’ambiente stesso dove vivono. SEMPRE IMPUNITI!

Sono queste le Forze dell’Ordine che dovrebbero garantire la sicurezza del cittadino? E’ questa la Pubblica Amministrazione che dovrebbe governare una città per l’eguaglianza dei diritti e la trasparenza oltre che per correttezza degli Atti Amministrativi?

Non c’è solo un clima negazionista sulla Giustizia, ma quello che ancora più grave lo è dalla parte delle Forze dell’Ordine. La loro impreparazione e la volontà di sottovalutare ciò che invece per il cittadino onesto è evidente.

Di “crisi della Giustizia”, in Italia come nel mondo, è vero, se ne parla da tempo immemorabile: se ne parlava persino nel periodo arcaico di vigenza dell’ordinamento giuridico romano, ma allora la crisi della Giustizia era soltanto correlata alla sua limitata, intrinseca, difficoltà di distinguere, con assoluta precisione, il lecito dall’illecito.

Il cittadino comune come me e come tanti altri, che ancora non sono entrati in quella categoria di cittadini omertosi (ma, prima o poi, ci si arriva ad esserlo) a volte è sconcertato, non sa a chi rivolgersi, non sa più quali siano i suoi diritti, manca la certezza del Diritto. Quella certezza che è il principio in base al quale il Diritto deve ricevere una applicazione prevedibile. In altri termini, a fronte di una violazione di una norma deve seguire l’applicazione della sanzione che la norma stessa ha stabilito per la sua violazione. Insomma, Mi sembra manchi completamente una cultura della Giustizia e, quindi, manca una spinta concreta dalla Società Civile e dalla politica per affrontare il problema. Aiutateci a capire, perché non abbiamo più la certezza di niente.

 

COSTRUZIONI ABUSIVE NEI LOCALI SEMINTERRATI DI VIA FELLINI 4

 

Risulta da corrispondenza anonima arrivata per posta, che in merito alla costruzione abusiva dei box una prima denuncia anonima fu fatta nel mese di maggio esattamente il giorno otto maggio 2009 indirizzata al Comune di Pomezia. Una seconda denuncia con data 06/07/2009 indirizzata a: Carabinieri di Pomezia, Polizia locale di Pomezia, Procura della Repubblica, Romeo Gestioni Roma,’ in questa lettera si denunciava quanto segue:

Alcune persone abitanti nell’edificio (omissis) di Via Federico Fellini n. 4 hanno eseguito dei lavori nei garage utilizzando transenne metalliche ostruendo il passaggio pedonale e collegandosi abusivamente prelevando energia elettrica condominiale per poter utilizzare dei frigoriferi atti a contenere il ghiaccio per essere utilizzato nella preparazione delle granite per essere vendute sulla spiaggia senza alcuna osservanza delle piu’ elementari norme di sicurezza e igiene. Essendo tali persone poco raccomandabili e note alle forze dell’ordine evito di espormi personalmente per paura di eventuali rappresaglie nei miei confronti”.

Tramite il protocollo generale del Comune di Pomezia, l’Ufficio delle Politiche Abitative del Comune di Roma inviava una missiva, in cui Codesto Settore affermava, che loro personale tecnico, appositamente inviato sui luoghi teatro delle vicenda, aveva riscontrato la veridicità dei contenuti degli  esposti e in particolare aveva acclarato gli evidenti abusi edilizi, messi in opera  nei locali garage dello stabile di proprietà del Comune di Roma, siti in via  Federico Fellini, n. 4. Il tutto veniva peraltro trasmesso con preghiera di  intervento, correlato da numerose fotografie.

A questo punto, poiché persisteva e per quanto in mio sapere persiste a utt’ oggi detto stato dei luoghi, sarebbe interessante per i cittadini di Pomezia (se non perla Magistratura) sapere quanto veniva posto in essere dalla Polizia  Municipale quale Organo di P.G. competente sia territorialmente, che per materia.

L’assenza di sigilli, cartelli di avviso di locali e manufatti sottoposti a sequestro giudiziario e di quant’altro viene solitamente esperito dalla Polizia Municipale, nei casi di rilevamento di abusi edilizi, lasciano spazio in alcuni  maligni, per perplessità e forti  dubbi in ordine alla legittimità dell’ operato di tale Istituzione che,  contrariamente, per senso di giustizia e pari opportunità, si invita a fornire  una sua versione dei fatti.

 

Il traffico dei rifiuti pericolosi sul Territorio: Via FELLINI 9 SCALA i, h, h, i Locali garage

Un affare che ha preso piede, proprio per il forte guadagno e il basso rischio, con la complicità di una legislazione soft. Fino al 2001 si rischiavano solo qualche mese di arresto e pochi spiccioli di ammenda, visto che il traffico illecito di rifiuti era trattato come contravvenzione e non come delitto.

A Napoli fu aperto il primo procedimento contestando anche il 416-bis del Codice penale, associazione di tipo mafioso, che prevede la reclusione da 5 a 10 anni, da 7 a 12 per chi dirige l’associazione. Ora si punta all’inserimento nel codice penale del reato di associazione a delinquere finalizzata al crimine ambientale..

I metodi per gestire i rifiuti pericolosi sono tanto fantasiosi, quanto criminali: i rifiuti vengono abbandonati in zone poco frequentate o nascoste, trasformandole in discariche a cielo aperto, scaricati in mare o nei corsi d’acqua, mischiati ai rifiuti urbani o spalmati sui terreni come fertilizzanti.

Esentasse e guadagni favolosi e, magari, prendono contributi economici da parte dei servizi sociali!

 

La microcriminalità in via Fellini

La microcriminalità è una battaglia che si poteva vincere, ma non con i sussidi, ma con l’inserimento lavorativo. Il lavoro si erge come importante fattore di contrasto all’emarginazione, nel momento in cui ci permette di adottare un ruolo, scoprire la dignità del nostro essere, vivere l’esperienza di un’identità positiva. La dimensione lavorativa concorre a formare l’idea che abbiamo di noi e struttura la nostra vita, riempie di senso la quotidianità e stabilisce un legame tra noi stessi e il mondo esterno, favorendo la rinascita della persona e la scoperta di una propria progettualità esistenziale. Il lavoro favorisce l’acquisizione di regole e norme ed ha una profonda valenza educativa nel momento in cui diviene punto cruciale dove essere se stessi, raccordandosi però con le esigenze degli altri. Accresce il senso di responsabilità ed è occasione di crescita e maturazione. Una opportunità che si da a questi giovani che non vanno lasciati soli, vanno costruiti progetti personalizzati. Ma queste persone vanno seguite, il percorso va monitorato, magari con la ASL quando si tratta di soggetti che fanno uso di droga. Una battaglia che si doveva vincere e lo si può ancora vincere, ma servono le palle ma non con l’obiettivo di qualcosa di “ritorno” in termini di voto. Si sono persi otto anni!

 

Lo stato degli edifici

Da un sopraluogo effettuato dall’Arch. Giuseppe Cognale del Comune di Pomezia, in data 26/07/2006 si accertava lo stato di deplorevole abbandono da parte della proprietà. Ancor prima, in una visita effettuata il giorno 20/07/2006 si constatava

1)   Le parti esterne dell’edificio, aiuole, cigli, percorsi carrabili e pedonali, impianto di illuminazione, sono in stato di abbandono.

2)   Le parti condominiali sottostante le residenze dell’edificio sono in stato deplorevole

3)   Le  medesime parti sottostante le residenze, destinate ai servizi condominiali e parcheggi per le auto, locali tecnici, ecc., non utilizzati dagli assegnatari degli alloggi, sono in pessime condizioni di conservazione e presumibilmente, di non funzionamento dei meccanismi di sicurezza quali antincendio ed altro.

4)   Le parti sottostanti il solaio degli alloggi sono ridotte a pezzi

5)   Nella facciata in corrispondenza del sottopassaggio delle auto, oltre alla mancanza della segnaletica indicante la massima altezza da rispettare, sono presenti alcune fessure. Inoltre nel solaio fiancheggiante il medesimo percorso presenta un importante imbarcamento di alcuni centimetri

 

Manutenzioni apportate dopo questo sopralluogo: nessuna Lo stabile nel frattempo ha subito due incendi, uno nella parte sottostante l’edificio per via di una bombola di gas e l’altro in un appartamento della scal G (Bper Pomezia) dove hanno rischiato di morire madre e due figli. Dell’impianto antincendio (obbligatorio) al pianerottolo c’era solo la manichetta. Mancava il meglio: l’acqua, perché non esiste più l’autoclave.

 

Vigili del Fuoco

Esposto presentato dal Comitato Inquilini di via Federico Fellini, n° 9 scale F, G, H, I – in data 16/03/2007.

“Trattasi di un fabbricato con altezza in gronda superiore a 24 metri, con annesso al volume un’autorimessa composta di due piani, interrato e piano terra con parcamento superiore ai nove autoveicoli. L’intero stabile versa in stato di degrado. Esiste impianto antincendio nell’autorimessa e nei vari piani delle scale, da cui non fuoriesce l’acqua. Nell’autorimessa non c’è presenza di mezzi di estinzione portatili.

Agli atti di questo ufficio non risultano richieste di rilascio di CPI né di Parere di Conformità  per nessuna attività.

Ancora: […] Nelle more di cui sopra l’autorimessa e l’edificio di civile abitazione sprovvisto di CPI a parere di questo Comando non può essere esercita.

 

Conclusioni: invio da parte della Romeo Gestioni S.p.A. una lettera di diffida all’utilizzo sia delle cantine che dell’autorimessa, dimenticando tutto il resto. Un gesto ipocrita da Ponzio Pilato, perché era evidente che nessuno l’avrebbe rispettato.

Le competenze del Sindaco in campo sanitario e salute pubblica

Con l’emanazione del D.Lgs. 267/2000, sono state definite ed ampliate rispetto al passato le mansioni svolte dal sindaco in qualità di capo dell’amministrazione locale (tutte le ipotesi delineate dall’art. 50), mentre, quale ufficiale del Governo, egli interviene soltanto quando sia necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini (art. 54 comma II), e nei casi di emergenza, connessi con il traffico e/o l’inquinamento atmosferico o acustico o in altre circostanze  straordinarie (art. 54 comma III), ….

Via Fellini. Si interrogano gli abitanti del posto, quelli che ambiscono ad avere un po’ di tranquillità, di sicurezza, quelli che vorrebbero uscire da questo stato di degrado, quelli che ambiscono ad avere una vita normale, quelli che credono nel rispetto della persona, nell’amore del loro territorio e nel contrasto ad ogni forma di illegalità, quelli che in questi anni hanno perso la dignità per questo vivere incivile. La dignità è quella forza che ti da l’autostima e che ti aiuta a vincere le battaglie più dure. I cittadini di via Fellini si domandano, questo è un caso straordinario? E’ un caso che può smuovere le coscienze dei sindaci di Roma e Pomezia, o dopo 8 anni ci vogliono lasciare ancora nella merda, perché viene considerato un caso ordinario?

Il Sindaco è il responsabile della salute pubblica nel territorio di competenza. Il ruolo sui servizi sanitari è complementare al ruolo specifico di governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario.

 

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