Tribunale di Napoli sul pettine

Tribunale di Napoli: il Giudice Coppola dà ragione all’ANIEF sul pettine

 

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Napoli, Dott. Paolo Coppola – il cui nome è salito recentemente agli onori della cronaca per aver rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea la questione pregiudiziale sulla reiterazione dei contratti a termine nella scuola – accoglie le richieste dell’ANIEF e dichiara il diritto all’immissione in ruolo dalle graduatorie 2009/2011 in virtù del corretto inserimento a pettine, così come richiesto dai nostri legali Fabio Ganci e Walter Miceli.

 

Su ricorso proposto in favore di un iscritto ANIEF, e patrocinato sul territorio dall’Avv. Generoso Perna, il Giudice ricorda correttamente che la Sentenza della Corte Costituzionale ottenuta dall’ANIEF nel 2011 “dichiara incostituzionale l’art. 1 comma 4-ter (aggiunto dalla legge di conversione n. 167/2009) evidentemente non nella parte in cui consente l’iscrizione in più graduatorie provinciali, bensì perché, in occasione dell’aggiornamento, blocca gli inserimenti “a pettine” (secondo il criterio meritocratico) dei docenti, imponendo gli inserimenti “in coda”.” e ribadisce che “la stessa Corte Costituzionale, con la sentenza n. 41/11, ha ricostruito in maniera molto chiara il meccanismo meritocratico delle graduatorie”.

 

Il Giudice, inoltre, non ha ritenuto necessaria l’integrazione del contraddittorio ex art. 106 c.p.c. “posto che la regola giuridica che si assume violata riguarda il solo rapporto tra istante e MIUR” e ha dichiarato il pieno diritto dell’iscritto ANIEF all’assunzione con effetti giuridici ed economici dalla data di utile collocazione in graduatoria 2009/2011, condannando il MIUR al pagamento di 1.650 Euro per le spese di lite.

 

La soddisfazione per questa vittoria da parte dell’ANIEF è ancora maggiore visto che l’ulteriore conferma della validità delle tesi sostenute dal nostro sindacato sul Pettine arriva da parte di quel Giudice che ha rimesso gli atti alla Corte di Giustizia lussemburghese chiedendo – come da tempo auspicato dal nostro sindacato – ai giudici europei di pronunciarsi sulla legittimità degli interventi posti in essere dal legislatore italiano in tema di stabilizzazione dei precari della scuola.