Programma per la Scuola

Programma politico proposto dall’Uciim (Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori) ai partiti politici per la prossima legislatura

Programma per la Scuola
Premessa
Alle associazioni, a noi UCIIM, spetta il doveroso compito di tracciare un “Programma per la scuola” che, trasversale alle forze politiche, sia atto a far crescere la “persona” in tutte le sue dimensioni.
Convinti come siamo che LA SCUOLA E’ DI TUTTI, sentiamo forte il dovere di configurare una scuola di qualità, utile allo sviluppo della nostra Italia.
Urge sganciare la scuola dalle settoriali logiche partitiche e dalle stagioni politiche e considerarla BENE COMUNE.
Occorre individuare insieme linee di politica, perché di politica noi parliamo anche quando i partiti non c’entrano.
Non sempre i partiti fanno autentica politica: è politica quando si parla dell’uomo e della sua convivenza, della sua educazione e dello sviluppo, delle condizioni per la sua crescita e realizzazione.
È per questo che, come Scuola e come Associazione, ci sentiamo sempre impegnati.
Si è anche detto che i problemi educativi influiscono in maniera più forte di altri problemi sul ben-essere personale e sul clima della vita sociale, non a scadenza immediata ma in prospettiva di crescita, in tempi lunghi, più lontani. L’impegno in educazione e per l’educazione deve allora essere serio e motivato, consapevole e responsabile, continuo ed efficace, capace di in-cidere e lasciare un segno indelebile, deve essere tutt’altro che superficiale, frammentato, precario e transitorio.
Occorre investire di più sulla scuola sino a raggiungere almeno la media europea del 6%, ma la questione non si può risolvere solo in termini economici. Occorre infatti uscire dalla logica economicistica che ultimamente ha fatto vedere nella scuola più una fonte di spesa (all’apparenza improduttiva) che una risorsa strategica. La scuola non è assimilabile a un’azienda né a una semplice istituzione amministrativa, perché la specificità che le deriva dalla natura educativa della sua azione non può essere trattata in termini di produttività economica né di formalismo burocratico, infatti finalità principale della scuola è l’educazione integrale della persona, con la cura di tutte le sue dimensioni e contemporaneamente l’elevazione culturale, valoriale e spirituale della società.

I dieci punti irrinunciabili della proposta Uciim ai candidati alle prossime elezioni politiche:

1. Organi Collegiali:
– riforma degli organi collegiali nel rispetto della logica dell’autonomia, della progettualità e del potere di delibera dei docenti per quanto riguarda la dimensione educativo- didattica.
2. Stato giuridico docenti:
– attuare un sistema di reclutamento ordinario e regolare;
– valorizzare il titolo di studio e costruire l’organico secondo criteri di funzionalità, superando quello di diritto e di fatto;
– eliminare il precariato, in quanto si tratta di personale già in possesso di titoli e di lunga  esperienza;
– aggiornare tutto il personale sull’organizzazione scolastica, che non deve essere più a pettine ma “a matrice”;
– aggiornare e formare tutto il personale non solo in entrata, ma anche in itinere, sui contenuti disciplinari, sulla dimensione pedagogico-metodologico-didattica, sulla normativa, sulle competenze disciplinari e trasversali, sulla valutazione educativa, sulla didattica orientante esplicita, sulla pluralità delle intelligenze, sull’attività laboratoriale in aula;
– prevedere il riconoscimento amministrativo ed economico della formazione in servizio;
– semplificare le procedure concorsuali, consentendo l’accesso a tutti, comprendendo chi è neolaureato, e superando anche l’attuale modalità di ammissione all’università dei futuri docenti esclusivamente secondo il fabbisogno degli organici;
– avviare il rinnovo del CCNL del personale della scuola, reinserendo l’aggiornamento come diritto-dovere, mai abrogato in quanto il DPR del ’74 è tuttora vigente;
– rivedere lo stato giuridico del personale docente, comprendendo tutti i titoli posseduti, il riconoscimento del reale lavoro compiuto in classe, le funzioni di sistema, oggi non giuridicamente tenute in considerazione, e le attività aggiuntive svolte, premiando chi, nell’assumersi anche carico orario maggiore, offre un insegnamento di maggiore qualità;
– fare emergere con chiarezza nel nuovo stato giuridico tutto l’orario svolto dai docenti, che oggi “è sommerso”;
– prevedere la consultazione obbligatoria delle Associazioni Professionali con apposita norma di legge su tutto ciò che inerisce lo stato giuridico e l’aggiornamento del personale.
3. Valutazione della qualità del sistema educativo di Istruzione e Formazione, del servizio scolastico offerto e degli alunni
4. Dimensionamento/razionalizzazione:
– nel rispetto delle prerogative costituzionali di Stato e Regioni occorre raggiungere una
coerente distribuzione delle istituzioni scolastiche sul territorio.
Si dovrebbe rivedere e se possibile abrogare il D.P.R. n. 81/09, sostituendolo con un nuovo D.P.R. che non segua esclusivamente sterili logiche economiche.
5. Riduzione della dispersione scolastica
6. Integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana e valorizzazione del dialogo interculturale
7. Formazione dei docenti all’uso delle nuove tecnologie
8. Attuazione delle indicazioni di “Cittadinanza e Costituzione”
9. Accompagnamento alle istituzione scolastiche e ai singoli docenti nei processi di cambiamento, attivando percorsi di formazione e in servizio di concerto tra Miur e  Associazioni professionali di docenti e dirigenti scolastici
10. Nuovo Testo Unico della Scuola