Son come tu mi vuoi (ricerca d’identità)

Son come tu mi vuoi (ricerca d’identità)

di Adriana Rumbolo

È una commedia di Luigi Pirandello,  in tre atti, di cui s’ignora l’epoca della stesura, rappresentata la prima volta a Milano il 18 febbraio 1930.Ispirata a una celebre vicenda giudiziaria, quella del famoso caso Canella-Bruneri che ha tenuto gli animi sospesi sulla vera identità della persona alla quale i due nomi erano attribuiti da opposti schieramenti, senza una convincente soluzione, la commedia trasferisce la problematica sull’identità di un personaggio femminile (Pirandello pensava all’interpretazione che ne avrebbe dato Marta Abba, cui la commedia è dedicata) contesa tra l’amante Carl Salter col quale vive a Berlino, e Bruno Pieri che ritrova in essa, Lucia, la sua moglie scomparsa. Nel testo la protagonista è chiamata l’Ignota: ballerina a Berlino nel dopoguerra fa vita notturna frequentando giovani gaudenti e si trova in casa insidiata dal vecchio scrittore Salter e anche dalla figlia di lui, ragazza ambigua e viziataQualche tempo fa ho sentito in un intervista la fidanzata di un ragazzo delle c.d. “bestie di satana” che ha detto: ”Io allora al tempo in cui accadevano cose terribili, ero come lo specchio del mio ragazzo; non esistevo per me stessa ma come lui mi vedeva, come gli altri mi dicevano di fare, come gli altri mi dicevano di essere.Ora io ho preso coscienza di me e saprei decidere in modo diverso”..Quante volte  ragazzi di 14/15 nella  tormentosa   difficoltà di  trovare la loro vera identità hanno scritto “sottovoce”;”Una paura più ricorrente nei ragazzi e nelle  ragazze della nostra età. è quella dell’insuccesso, di non riuscire ad essere accettati dagli altri per come si è veramente.Per questo molte ragazze si nascondono dietro a una maschera , molte volte per paura e per mostrare il loro lato più duro,quello senza paura di niente, della persona forte e impassibile, mentre altre volte lo fanno per essere accettate.(F.15 anni)Le maschere a cui sono costrette dalle richieste d’immagine e ruoli  sociali   faticose da indossare  o da levare  nell’affannosa ricerca di sè che potrebbe anche  risultare vana tanto che alla protagonista della commedia ,di Pirandello,viene dato il nome  “Ignota”.Nella ricerca o nella perdita  dell’identità protagonista è la memoria , il ricordo. Una studentessa ha scritto:”… sento davvero una sorta d’impotenza davanti al futuro; infatti sono pervasa dal timore che un giorno col crescere e con il prendere strade diverse le persone a cui ho voluto bene si scordino completamente di me  e di tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, oppure del caso contrario: cioè della possibilità che in un futuro più o meno prossimo, io possa dimenticare quei particolari che nel mio passato avevano avuto in quel momento un ruolo importante.

Potrà apparire una paura banale ma per me è davvero impossibile non provarla, perché  sarebbe davvero tragico per la mia persona  venire un giorno a sapere che colui o colei con cui ho condiviso momenti speciali, mi guarda con lo sguardo di chi ha soppresso tutto, questo significherebbe che non sono mai contata niente.Questa cosa non potrebbe mai succedermi perché  per me il passato ha un’importanza davvero particolare, per me infatti è la causa dei nostri atteggiamenti nel  presente, una sorta di patrimonio nel quale nessuno può o potrà infierire, un qualcosa che appartiene solo al diretto interessato e che nonostante i cambiamenti o le decisioni  non potrà o non dovrà mai staccarsi dalla nostra memoria…insomma qualcosa d’eterno e d’indistruttibile “(F.15anni)

Incontri  a scuola con la dottssa.Adriana Rumbolo

Sono andata a rileggere la mia tesi di laurea:”Manifestazioni auto aggressive  e disturbi del processo d’identificazione” .Era una tesi sperimentale e avevo avuto l’incarico di cercare  un possibile dialogo con soggetti dai 13 anni a 70 anni  che avevano tentato il suicidio,In questi soggetti si percepiva un tema dominante,scatenato da un avvenimento, a volte, apparentemente non gravissimo, un ‘identità fragile ,traballante che in parte si poteva comprendere  ,ma dove rimanevano anche dei misteri. Da Italo Brozzi :”È veramente singolare come Pirandello riesca ad animare una storia da romanzo d’appendice con pungenti verità, con situazioni inattese che suscitano profonde riflessioni. Ti prende al laccio con una trama vecchia maniera e la sconvolge tutta per i non comuni comportamenti del protagonista, per la moderna mentalità che dimostra, mettendo in difficoltà tutti gli altri personaggi che stanno lì a rappresentare la mentalità comune In questo modo dalla vecchia trama affiorano tante verità e una verità finale nuova. Nel nostro caso la tesi che è inutile arrovellarsi per conoscere la vera identità di una persona: nemmeno l’identità sociale e anagrafica è certa.