da Tecnica della Scuola
Genitori, ecco perchè i contributi alle scuole non sono obbligatori | ||
di Alessandro Giuliani | ||
A spiegarlo è l’Age Toscana. Che prima si sofferma sulle eccezioni – quarto e quinto superiore, spese per assicurazioni e gite – e poi sulla fantasia di certi dirigenti che non ha mai fine nel fare pressioni alle famiglie. Poi l’appello: basta con questi abusi. Chi volesse saperne di più si vada a leggere la circolare Miur n. 312 del 2012. | ||
Il contributo dei genitori? Tranne casi particolari, come le tesse al quarto e quinto superiore, le spese per l’assicurazione oppure i finanziamenti delle gite scolastiche, non è mai obbligatorio. I dirigenti scolastici che sostengono il contrario vanno bloccati.
A sostenerlo Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Age Toscana, attraverso un comunicato che fa anche il punto della situazione su un argomento che con i tagli degli ultimi anni è diventato sempre più di attualità. La Di Goro ricorda i casi, non rari, di genitori “convocati in segreteria e minacciati di non iscrivere il figlio, oppure di escluderlo dalle gare di chimica”. Ma anche delle “quote assicurative restituite perché incomplete del contributo volontario: certo – commenta la presidente Age Toscana – la fantasia delle scuole non ha mai fine, perché questi non sono altro che alcuni dei più recenti abusi perpetrati dalle istituzioni scolastiche ai danni dei genitori”.
Secondo la rappresentante dell’associazione dei genitori, tuttavia, le famiglie adesso sono più informate sui loro diritti. Non solo: “a seguito di un dibattito pubblico fra la nostra associazione e il direttore dell’ufficio bilancio del ministero dell’Istruzione, nel 2012 è stata emanata una circolare (C.M. 20/3/2012, n. 312) che finalmente fa chiarezza, ma a quanto pare ancora c’è chi fatica a recepirla”. Vale la pena, quindi, ricordare per sommi capi cosa conteneva quella circolare del Miur:
– il contributo versato alle scuole è assolutamente volontario e deve essere indirizzato unicamente all’ampliamento dell’offerta formativa, non al funzionamento amministrativo; Per l’Age Toscana, questo ultimo punto è di particolare interesse, in quanto una nota associazione professionale della scuola dà esplicite indicazioni ai propri aderenti di attingere al contributo dei genitori per far fronte alle maggiori spese per la tenuta dei conti di tesoreria. L’accentramento in Banca d’Italia di tutti i soldi depositati nei conti delle scuole ha infatti portato molte banche a richiedere un pagamento di circa 3-4.000 euro per il rinnovo della convenzione di cassa”. Soldi che, evidentemente, alcuni dirigenti vorrebbero coprire con i contributi delle famiglie. |