Nuovo blocco dei contratti? Dura protesta sindacale

da tuttoscuola.com

Nuovo blocco dei contratti? Dura protesta sindacale
 

Notizie di agenzia non confermate hanno riferito di un decreto ministeriale in corso di emanazione che prevederebbe la proroga di un altro anno del blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, compresi quelli della scuola.

Dura la reazione sindacale. Abbiamo già riferito della presa di posizione della Uil-scuola, che ha definito l’ulteriore blocco contrattuale per il 2014” come ”inaccettabile e da contrastare”.

”Un’altra proroga al blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile”. Questo il secco commento rilasciato in una nota dai segretari generali Fp e Scuola della Cisl, Giovanni Faverin e Francesco Scrima, sull’ipotesi circolata in questi giorni di congelare i contratti dei dipendenti pubblici fino al 2014. ”Non un atto dovuto, ma un atto sbagliato che colpirebbe il bersaglio sbagliato”, attaccano Faverin e Scrima, puntando il dito contro ”gli sprechi e la cattiva organizzazione” e sottolineando come ”dal 2006 in 5 anni il numero dei dipendenti pubblici e’ calato del 7,5%, nella scuola il calo e’ stato ancora più marcato. Le retribuzioni sono ferme dal 2010. Mentre la spesa pubblica continua a crescere”.

Secondo i due segretari sindacali, ”tre anni di blocco sono già un tempo intollerabile, che pesa come un macigno sui bilanci di famiglie colpite dalla crisi. Basta pensare che nella scuola gli stipendi sono già nettamente più bassi che nel resto del mondo, e nel pubblico impiego la media della retribuzione netta è di 26.600 euro all’anno, ma, escludendo i dirigenti, si passa a poco più di 20mila per i ministeri, meno di 22mila per le autonomie locali, a 23mila per la sanità. Bloccare queste retribuzioni è inaccettabile, soprattutto quando stipendi e prebende di posizioni apicali, dirigenza non contrattualizzata, corpi diplomatici continuano pesare sui contribuenti con retribuzioni a sei cifre”.

Non meno dura la reazione della Cgil-scuola che, per bocca del suo segretario generale, Pantaleo, ha dichiarato:

“Il governo Monti non blocchi ulteriormente i contratti e gli stipendi dei lavoratori pubblici. Un Governo al termine del suo mandato, e bocciato sonoramente dal voto popolare, non può continuare a colpire le condizioni di lavoro in tutti i comparti pubblici”.

Secondo Pantaleo “si pone una questione democratica, perché un atto di tale rilevanza per le condizioni dei lavoratori dovrebbe essere discusso con le organizzazioni sindacali e attraverso una piena assunzione di responsabilità da parte del Parlamento. Nei settori della conoscenza peggiorano quotidianamente le condizioni di lavoro, diminuisce il potere d’acquisto dei salari e sono drammatiche le conseguenze dei tagli. Per queste ragioni occorre cambiare strada rinnovando i contratti nazionali e tornando a investire su scuola, università, ricerca e afam. Ma tutto questo non può essere affrontato da un Governo in scadenza e senza più alcuna credibilità”.