Benedetta “tappa valutativa”

Benedetta “tappa valutativa”

 di Adriana Rumbolo

 

Penso che quasi a tutti almeno una volta è stato suggerito , in tante situazioni, di contare fino a dieci prima di prendere una decisione.

Saggio buonsenso.

Poi  Damasio , grande neuroscienziato , ha scritto nella sua opera ,”Alla ricerca di Spinoza”, Ed,Adelphi, :”in effetti uno degli scopi fondamentali dell’educazione è interporre una tappa valutativa non automatica fra oggetti causativi e risposte emozionali”.

Così facendo, cerchiamo di dare una forma alla nostre reazioni spontanee, allineandole alle esigenze di una data cultura

Fra natura e cultura l’accordo non è mai semplice

Mi sembra che Ungaretti in un suo commento sul tema disse anche che” la civiltà ha un approccio spesso graffiante e aggressivo sulla natura”

E’ l’aspetto più difficile e  che quest ‘approccio comincia a mettere radici molto ,molto presto

Un giorno ,una giovane mamma,  avvicinò il grande scrittore Victor Hugo e gli chiese: “Ho un bambino di cinque giorni? Quando cominciare la sua educazione?”

Rispose Victor Hugo “E’ già tardi!”

Il cervello infantile si sviluppa prevalentemente  dopo la nascita, per questo si presta ad essere influenzato dalle interazioni genitore-figlio

Alla nascita il cervello del bambino è ancora incompleto soprattutto quello superiore

I neonati dispongono di 200 miliardi di cellule celebrali, tra le quali esistono però pochissime connessioni a livello del cervello superiore

Tali connessioni saranno in gran parte responsabili dell’intelligenza emotiva e sociale del proprio figlio ed è proprio attraverso queste connessioni che si può esercitare  l’ influenza genitoriale

“Alcuni adulti rimangono fermi, per vari problemi,  allo sviluppo emozionale dei primi anni  di vita”

In un disegno fatto da uno  studente più grande, (si trova  nel blog “Chi ha paura delle neuroscienze” “relazionare con le emozioni”,archivio,settembre 1) drammaticamente è rappresentata  la condizione  finale di un ragazzo  che non ha potuto conoscere e sperimentare le proprie emozioni : rimarrà  un bambino  triste e rabbioso ,collerico  imprigionato   nella   sagoma di un adulto che non avendo una personalità ben strutturata  può adattarsi  a qualsiasi ruolo anche a quello dell’apparente” buono”.

Ecco l’importanza della “tappa valutativa” che potremmo chiamare il direttore  dell’orchestra emotiva  perchè  divenga  più  produttiva e ci protegga da risposte  emotive allo sbando.

Gli educatori siano sempre attenti  affinché  la tappa valutativa diventi nei bambini un necessaria abitudine,  come prendere l’ombrello quando si teme che pioverà.