Il giudizio dell’Ocse illustrato al ministero

Il giudizio dell’Ocse illustrato al ministero

Piano nazionale scuola digitale

Risorse decisamente insufficienti

La Uil Scuola ritiene che debbano trovare un vero riconoscimento professionale l’impegno e la disponibilità del personale verso le innovazioni. In assenza di un piano di investimenti e di supporto alle scuole non si può pensare che la modernizzazione della scuola si realizzi solo grazie alla disponibilità e buona volontà delle persone.

 

Alla presentazione del rapporto OCSE riguardante il Piano Nazionale Scuola Digitale, sollecitato dallo stesso ministro Profumo, per la UIL Scuola, ha partecipato Rossella Benedetti.
Il capo dipartimento, Giovanni Biondi, ha fornito i dati  utilizzati per il rapporto sul Piano Nazionale: dell’85% delle scuole di I e II grado prese in esame, quasi la totalità dispone di una qualche connessione ad Internet e circa il 54% delle aule sono connesse in rete. Finora le scuole sono state dotate di 69813 LIM, per una copertura  del 21,6% delle aule. Sono attive 416 Cl@ssi 2.0 e 14 Scuole 2.0. Il gruppo di lavoro dell’OCSE ha esaminato sia il piano di sviluppo che la situazione così fotografata, individuando punti di forza e di debolezza e proponendo raccomandazioni per migliorare l’implementazione delle politiche di digitalizzazione. In apertura il relatore ha sottolineato il ritardo italiano nei confronti degli altri Paesi dell’OCSE (solo Romania e Grecia stanno peggio di noi). I punti di forza del Piano sono sostanzialmente l’allineamento dei mezzi utilizzati con l’obiettivo di incrementare l’uso delle TIC a scuola, l’efficienza delle procedure di acquisto degli strumenti tramite Consip, la strategia di “contagio” tra docenti che crea coinvolgimento più che resistenza e il fatto che tale strategia promuove la capacità di produrre più ampi cambiamenti.
I punti di debolezza sono rappresentati, innanzitutto, dal budget assai limitato (5 euro di investimento annuo per studente), dalla lentezza della fornitura di strumentazione alle scuole, dalla formazione limitata per il personale coinvolto e dall’insufficienza delle risorse digitali disponibili. In buona sostanza e in modo molto diplomatico, i rappresentanti dell’OCSE hanno una volta di più rilevato che il budget per l’Istruzione pubblica è cronicamente insufficiente e, en passant, hanno sottolineato che è necessario spendere in formazione oltre che in acquisto di strumenti. Naturalmente, si è parlato anche della ridotta disponibilità di risorse digitali gratuite, mentre in altri Paesi tale condivisione in rete è ormai prassi comune. Il ministro ha commentato il rapporto ammettendo l’insufficienza degli investimenti e sottolineando, d’altra parte, la disponibilità e l’apertura della comunità scolastica all’innovazione. Tuttavia, a suo giudizio, la scuola deve ulteriormente aprirsi alla società, mettendo a disposizione le proprie dotazioni. Come, però, e con quali risorse non lo ha ben specificato. Ha, inoltre, ribadito l’importanza della formazione dei docenti, sia nella fase iniziale che dopo l’assunzione, affinché questo sistema decolli. Da ultimo, ha anche ricordato l’importanza di includere nel piano complessivo dell’edilizia scolastica il riferimento a questo programma di sviluppo. In conclusione ha espresso l’auspicio che il nuovo Parlamento preveda per l’Istruzione un piano pluriennali di investimenti, senza soluzione di continuità, facendo attenzione a come si spende e alle indicazioni che dovrebbero venire da una corretta attività di valutazione del sistema.