10 aprile CdM approva DEF 2013

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 10 aprile 2013, approva il Documento di economia e finanza 2013.

Di seguito l’estratto del comunicato stampa:

Il graduale miglioramento della situazione sui mercati finanziari registratosi nell’area dell’euro nel 2012 non si è ancora pienamente trasmesso all’economia reale ritardando la ripresa economica. In Italia la recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, si è protratta per tutto il 2012. Nella media dell’anno il PIL si è ridotto del 2,4 per cento in termini reali, confermando le stime diffuse a settembre nella Nota di aggiornamento del DEF.

TAVOLA I.1 : INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA (in percentuale del PIL)

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

NUOVO TENDENZIALE A LEGISLAZIONE VIGENTE

Indebitamento netto

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

-2,5

-2,1

-1,8

Variazione indebitamento netto cumulato 2015-2017

0,9

1,2

1,4

QUADRO PROGRAMMATICO AGGIORNATO
Indebitamento netto

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

-1,5

-0,9

-0,4

Saldo primario

1,2

2,5

2,4

3,8

4,3

5,1

5,7

Interessi

5,0

5,5

5,3

5,6

5,8

6,0

6,1

Indebitamento netto strutturale (1)

-3,5

-1,2

0,0

0,4

0,0

0,0

0,0

Variazione strutturale

-0,2

-2,3

-1,1

0,0

0,0

0,0

0,0

Debito Pubblico  (lordo sostegni) (2)

120,8

127,0

130,4

129,0

125,5

121,4

117,3

Debito Pubblico (netto sostegni) (2)

120,0

124,3

126,9

125,2

121,8

117,8

113,8

MEMO: Relazione al Parlamento (marzo 2013)
Indebitamento netto tendenziale (3)

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

MEMO: NOTA AGGIORNAMENTO AL DEF 2012  (Settembre .2012)
Indebitamento netto

-3,9

-2,6

-1,8

-1,5

-1,3

Saldo primario

1,0

2,9

3,8

4,4

4,8

Interessi

4,9

5,5

5,6

5,9

6,1

Indebitamento netto strutturale (1)

-3,6

-0,9

0,0

-0,2

-0,4

Variazione strutturale

0,0

-2,8

-0,9

0,3

0,2

Debito Pubblico  (lordo sostegni) (4)

120,7

126,4

126,1

123,1

119,9

Debito Pubblico (netto sostegni) (4)

119,9

123,3

122,3

119,3

116,1

PIL nominale (val. assoluti  x 1000) (5)

1578,5

1565,9

1573,2

1624,0

1677,7

1731,3

1785,9

1) Strutturale: al netto delle una tantum e della componente ciclica.

2) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF diretti alla Grecia e del programma ESM. Per gli anni 2011  2012 l’ammontare di tali prestiti agli Stati membri dell’UEM (bilaterali o attraverso EFSF) è pari rispettivamente a  13.118 e 36.932 miliardi. Le stime per gli anno 2013-2017 includono i proventi da privatizzazioni per un ammontare pari a circa 1 punto percentuale di PIL all’anno.

3) Include gli effetti sull’indebitamento netto, derivanti dall’attuazione dell’accelerazione dei pagamenti dei debiti pregressi  delle P.A., valutati dell’ordine dello 0,5 per cento del PIL.

4) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF diretti alla Grecia (non comprende gli aiuti previsti per la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo) e del programma ESM per gli anni dal 2010 al 2015.

5) Le stime del PIL nel breve periodo scontano solo parzialmente l’impatto delle riforme strutturali.

L’azione del Governo è stata finalizzata al mantenimento della stabilità finanziaria e nel contempo al rilancio dell’economia attraverso importanti riforme strutturali. Nonostante il contesto congiunturale sfavorevole, l’azione di riequilibrio dei conti pubblici è stata portata avanti con determinazione in vista del raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013, mentre in termini nominali l’indebitamento netto del 2012 è risultato sostanzialmente in linea con le raccomandazioni ricevute in sede europea al 3,0 per cento del PIL.

L’azione di riequilibrio è stata accompagnata dall’approvazione di modifiche al quadro normativo nazionale che hanno dapprima introdotto e successivamente reso operativo il principio del pareggio di bilancio in Costituzione. Questo ha fatto seguito alla riforma della governance a livello europeo e all’impegno preso dal Governo italiano già nel marzo del 2011 nell’ambito del Patto Euro Plus e ai più stringenti requisiti di bilancio introdotti nel Six Pack nel novembre del 2011. Le modifiche introdotte pongono le basi per il conseguimento di un equilibrio di bilancio duraturo nel tempo.

L’attuale fase congiunturale, ancora sfavorevole, richiede che il conseguito risanamento di bilancio e il rispetto della stabilità finanziaria siano accompagnati da azioni di sostegno e rilancio della crescita e dell’occupazione.

Il Consiglio europeo del 14 marzo 2013, facendo seguito agli orientamenti dei Consigli europei di giugno e dicembre 2012, ha riconosciuto la necessità di un risanamento di bilancio differenziato, che permetta di utilizzare gli spazi di flessibilità controllata per azioni a favore della crescita e dell’occupazione

Il Governo italiano, in linea con tale orientamento, ha recentemente adottato un provvedimento d’urgenza in grado di immettere liquidità nel sistema economico mediante lo sblocco dei pagamenti dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione verso i propri fornitori. Tale misura sarebbe in grado di accelerare la ripresa della domanda già a partire dalla seconda metà dell’anno in corso. Il provvedimento, articolato nel biennio 2013-2014, si caratterizza per la sua connotazione di straordinarietà e non comporta un allontanamento dal percorso di risanamento finanziario cui il Governo rimane fermamente impegnato. Tenuto conto della necessità di mantenere il deficit di bilancio stabilmente al di sotto del 3,0 per cento del PIL anche per gli anni successivi all’abrogazione della procedura dei deficit eccessivi e con un margine giudicato sufficiente, il Governo ha valutato che lo spazio fiscale utilizzabile per l’operazione di accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione sia di circa lo 0,5 per cento del PIL.

La minore crescita delle entrate tributarie a partire dal 2015 rispetto agli anni precedenti risente del venir meno del regime dell’IMU “sperimentale” e dei coefficienti catastali maggiorati. Qualora la fase sperimentale dell’IMU non dovesse essere confermata, futuri Governi dovranno provvedere alla sostituzione dell’eventuale minor gettito con interventi compensativi (Cfr variazione indebitamento netto cumulato in Tav. I.1).

In base all’andamento programmatico previsto, l’avanzo primario in termini nominali aumenterebbe progressivamente, raggiungendo il 5,7 per cento nel 2017, mentre il rapporto debito/PIL inizierebbe a ridursi velocemente già a partire dal 2014.

tasso_crescita_consiglio76_20130410

Tasso di crescita potenziale e impatto delle riforme strutturali (valori percentuali)

Fonte: Elaborazioni MEF con i modelli ITEM, IGEM e Funzione di Produzione.

Documento di economia e finanza 2013: Presentazione