M. Murgia, L’incontro

Della Sardegna dei buoni

di Antonio Stanca

murgiaE’ nata nel 1972 a Cabras, in  provincia di Oristano, nella Sardegna sud-occidentale, ha compiuto un corso di studi tecnici ed in seguito ha studiato teologia. Molte e diverse attività ha svolto prima di approdare alla scrittura, è stata animatrice nell’Azione Cattolica, venditrice di multiproprietà, dirigente amministrativa, portinaia di notte. Ora ha quarantuno anni e quando ne aveva trentaquattro , nel 2006, scrisse il primo libro Il mondo deve sapere, dove rappresenta, in maniera satirica, la grave condizione economica e psicologica sofferta dai lavoratori delle televendite. Dall’opera sono stati tratti uno spettacolo teatrale ed in seguito un film. La scrittrice è Michela Murgia, una donna che si sposta in continuazione, svolge attività di animatrice culturale, s’impegna in operazioni di recupero di territori e persone che ne hanno bisogno, prende parte a movimenti politici che perseguono l’indipendenza della Sardegna. Tra tanti interessi quelli per la sua isola e per Cabras rimangono i principali anche nel suo lavoro di scrittrice.

Nel 2007 è presente con altri scrittori in “Cartas de logu: scrittori sardi allo specchio”, nel 2008 scrive Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede, dove illustra alcuni posti della Sardegna rimasti scarsamente conosciuti, nel 2009 col romanzo Accabadora ricostruisce la Sardegna degli anni Cinquanta agitata dai problemi dell’eutanasia e dell’adozione. Con quest’opera la Murgia vinse nel 2009 il Premio Dessì e nel 2010 il Premio Campiello. Fu un’opera molto tradotta. Del 2011 è il romanzo Ave Mary. E la chiesa inventò la donna che suscita ammirazione  ma anche polemiche. Ha scritto pure racconti quali L’aragosta nel 2012 per l’antologia “Piciocas. Storie di ex bambine dell’Isola che c’è” e nello stesso anno altri per l’antologia “ Presente”. Al 2012 risale il romanzo L’incontro che è comparso prima nella collana “Inediti d’autore” del “Corriere della Sera” ed ora per conto della casa editrice Einaudi di Torino (pp. 102, € 10,00), dalla quale è stata pubblicata la maggior parte delle opere della Murgia. Ne L’incontro ancora la Sardegna e addirittura Cabras, il suo paese natale, sono i luoghi nei quali la scrittrice ambienta le vicende dei tre ragazzi, Maurizio, Giulio e Franco, che, negli anni Ottanta, a Cabras trascorrono le vacanze estive tra giochi di bilie, lanci di fionda, cacce alle lucertole, agli uccelli, immersioni nello stagno, corse sfrenate, confidenze intime, pensieri taciuti, sogni coltivati.

Abile è la Murgia nel rappresentare il piccolo paese della provincia sarda con le sue case, le sue strade, la sua gente, le sue tradizioni, le sue credenze, le sue superstizioni, i suoi costumi e nel collocarvi la vita nuova, diversa dei tre ragazzi di scuola elementare senza mostrarla in contrasto con l’ambiente ma riuscendo a comporre un quadro nel quale le due parti si combinano alla perfezione ognuna conservando se stessa. Facile, chiara è la lingua della scrittrice, sembra di leggere una favola, delle favole ha i toni vivaci, allegri e quelli cupi, grotteschi che mai, però, riescono definitivi. Anche quando la situazione, alla fine, sta per complicarsi poiché le quattro processioni pasquali sfociano tutte nella stessa piazza e si teme uno scontro tra le due fasce della popolazione che seguono due chiese  e due processioni diverse, anche allora sarà il buon senso dei tre ragazzi ad annullare ogni rivalità, ogni tensione ed a far vincere “l’incontro” sullo scontro. Saranno l’entusiasmo della loro età, il bene al quale erano educati, l’amore che cercavano per sé e per gli altri a trionfare sul male, sull’odio che si erano creati a Cabras. E tramite i suoi ragazzi la Murgia riuscirà ad esprimere la convinzione, la forza della sua fede religiosa e civile, la fiducia nelle buone azioni, riuscirà a fare dell’intera narrazione un messaggio di pace.

E’ figlia di una terra antica, ad essa non ha mai rinunciato, della Sardegna dei buoni, delle loro virtù vuole essere la voce, inalterabili le vuole mostrare. Come nella vita così nell’opera la Murgia si rivela erede di antichi valori ed impegnata a farne un modo per rimuovere gli ostacoli, superare i pericoli, combattere il male.