D. Maraini, La seduzione dell’altrove

La Maraini e gli esclusi

di Antonio Stanca

marainiSempre impegnata è stata la settantasettenne Dacia Maraini nella sua attività di scrittrice, poetessa, drammaturga, sceneggiatrice, saggista, impegnata a dire della vita, della realtà in particolare di quelle contemporanee, a segnalarne i problemi, le contraddizioni, ad esortare a risolverle o almeno ridurle, a mettersi a disposizione, ad operare concretamente perché questo avvenisse, perché i valori della tradizione, i principi della vita, le regole della morale emergessero pur nelle situazioni più difficili. Uno spirito umanistico ha sempre animato la donna, l’autrice, un bisogno di verità, di giustizia, una volontà di dialogo, di comunicazione, di scambio, una fiducia nei miglioramenti che ne sarebbero potuti derivare  per i rapporti individuali e sociali.

E’ nata a Firenze nel 1936, ha trascorso l’infanzia in Giappone dove la famiglia si era trasferita per gli impegni di lavoro del padre che saranno causa di altri spostamenti. Ha cominciato a scrivere di narrativa ai primi anni ’60, ha continuato con romanzi, racconti, opere di poesia, di teatro, di saggistica, ha ottenuto molti riconoscimenti, è stata tradotta in molti paesi stranieri. Non ha mai considerato le sue qualità d’intelletto, di genio un privilegio, un motivo per isolarsi, ma soltanto un mezzo per esprimere le sue attitudini umanistiche, per fare opera di sensibilizzazione, per rendere partecipi di quanto succedeva. Dalla realtà ha sempre attinto i temi della sua produzione e quello della difficile condizione femminile nella storia passata e soprattutto presente è risultato centrale qualunque sia stato il genere delle sue opere. L’incomprensione, la subordinazione, l’esclusione, l’offesa, la violenza, alle quali la donna è stata esposta, per le quali ha sofferto nel corpo e nello spirito, la mancanza di rispetto che le è stata mostrata fosse bambina o adulta, figlia o madre, moglie o amante, giovane o vecchia, sono tutti aspetti di quella figura femminile narrata dalla Maraini nei romanzi e racconti, rappresentata nel teatro, studiata nei saggi. Sono quelli che hanno fatto risultare l’autrice sempre presente sulla scena culturale non solo italiana e l’hanno mossa l’anno scorso, a settantasei anni, a raccogliere nel volume La seduzione dell’altrove (pp. 175, € 8,90), edito dalla Rizzoli di Milano e insignito del Premio Fondazione Il Campiello, tutti i suoi scritti, articoli, reportage, relativi ai viaggi compiuti all’estero per conto proprio o perché invitata a convegni di studio, ad incontri con intellettuali, artisti stranieri o perché incaricata di svolgere compiti d’istruzione, di diffusione della lingua e della letteratura italiana. Sono molti questi scritti perché molto ha viaggiato la Maraini per questi motivi. Per lei il viaggio ha rappresentato un aspetto della sua vita, del suo lavoro. E’ stata sempre attratta da ciò che è lontano, che è rimasto sconosciuto, ha sempre desiderato scoprire, spiegare quanto si nascondeva dietro situazioni misteriose. “L’altrove” l’ha sempre “sedotta” forse perché, dice nell’introduzione, era cresciuta in una famiglia che si spostava in continuazione o perché viaggiare significa estendere, dilatare tramite nuove conoscenze quella vita che altrimenti si restringe, si riduce oppure perché il viaggio procura il piacere di raccontare quanto di nuovo, di diverso ha fatto vedere, sapere, Quest’ultimo, pensa la Maraini, sia stato il vero motivo del suo amore per il viaggio e per esso molta parte del mondo ha percorso, molta gente lontana ha visto, molta storia diversa ha conosciuto, molta scrittura ha loro dedicato.

In questo libro dice di viaggi compiuti in Svizzera, America, Medio Oriente, Est Europeo, Russia, Africa, Cina, Giappone, nei centri ma anche nelle periferie di queste regioni del mondo, tra metropoli che esplodono per l’alto livello tecnologico raggiunto e zone rimaste allo stato primitivo, barbarico, tra grattacieli di vetro e cemento e baracche di lamiera, parchi splendidi e savane pericolose, luci sfavillanti e tenebre impenetrabili, bellezze e brutture, ricchezza e miseria, pace e guerra, amore e odio, religione e superstizione, fede e magia, bene e male, vita e morte. Tutti i volti, gli aspetti del mondo moderno ha conosciuto, tutte le contraddizioni e col suo libro ha voluto farle conoscere, attirare l’attenzione, suscitare l’interesse, far sapere che c’è ancora tanto di nascosto, che tanto male avviene senza che si sappia niente, senza che se ne parli. Attira il lettore la Maraini di questo libro perché stimola la sua curiosità e perché propone il suo carico di notizie alla maniera, nella lingua di un antico viaggiatore, lo trasforma in un lungo racconto che rimane sempre chiaro, semplice nell’esposizione anche quando riguarda azioni sconvolgenti, turpitudini, nefandezze, orrori.

E’ la Maraini che pur nei reportage non rinuncia alla scrittrice di tanti romanzi, non finisce di esplorare segreti anche sconvolgenti, di cercare verità pur assurde, di cogliere contraddizioni pur gravissime. Grazie al suo libro si sa che in ognuno dei luoghi da lei visitati ci sono problemi, alcuni evidenti altri nascosti, alcuni meno  altri più gravi poiché sono problemi di povertà, di fame, di miseria, di violenza, di morte.

Sorpresa, stupita è rimasta lei nel constatare che niente è stato fatto e niente si fa per risolverli. Lei che tanto crede nella forza, nella funzione dello scambio, della collaborazione, ha cercato delle spiegazioni ed è rimasta inorridita quando le ha scoperte nella crudele volontà, da parte di chi è più potente, di continuare usi, costumi che provengono dal passato remoto e che sono causa di dolore, di sofferenza, di rovina solo perché a lui riescono vantaggiosi. Sarà ancora chiamata a riconoscere che la globalizzazione ha aggravato la distanza, la differenza tra ricchi e poveri del mondo, ha annullato ogni possibilità di dialogo, di scambio tra le due parti ed ha esteso i fenomeni della violenza, dello sfruttamento, dell’ analfabetismo.

La Maraini, che è sempre stata dalla parte della donna perché costretta ad una condizione inferiore rispetto all’uomo, è ora dalla parte di quell’umanità che è rimasta indietro nel moderno processo di industrializzazione e civilizzazione, nell’attuale corsa verso la novità, la ricchezza, la potenza, che ha visto succedere ai vecchi i nuovi padroni, che ancora una volta è stata ingannata, tradita nelle aspettative. Di quest’umanità ha voluto dire la scrittrice nel libro, una denuncia ha voluto fare, un atto d’accusa, un invito ad intervenire ha voluto esprimere. Ha inteso far sapere che nonostante in ambito mondiale siano stati ignorati, calpestati, i diritti dell’uomo ancora esistono, ancora valgono e che operazioni volte a recuperarli potrebbero riuscire se non rimanessero isolate.