SULLA SPERIMENTAZIONE DEL PERCORSO DI STUDI NEI LICEI

SULLA SPERIMENTAZIONE DEL PERCORSO DI STUDI NEI LICEI

 

L’ANDIS,  in merito alla  sperimentazione avviata dalla ministra Carrozza, finalizzata a ridurre di un anno la durata del percorso di studi della scuola secondaria di secondo grado, che coinvolge scuole pubbliche e paritarie di alcune regioni, ritiene necessario  esprimere alcune osservazioni e avanzare alcune proposte.

In primo luogo, non si può non osservare come sia positivo il fatto che tale sperimentazione riguardi anche scuole statali e non solo paritarie come in un primo tempo era stato previsto: se si tratta, come indubbiamente è, di un esperimento di grande interesse che si inquadra in un contesto europeo che già da tempo si muove in questa direzione, è opportuno e necessario che esso non si risolva in una operazione promozionale a vantaggio di un solo settore della scuola pubblica, quello partitario.

In secondo luogo, occorre ribadire che solo una sperimentazione concreta, autorizzata in situazioni specificamente motivate, può fornire indicazioni sulle soluzioni da dare ai problemi concreti, di natura didattica e organizzativa, relativi all’utilizzo dell’organico, alla mappatura e alla certificazione delle competenze di profilo dello studente in uscita, al rapporto con l’Università, in una logica di massima flessibilità. Proprio su questo ultimo aspetto è necessario che la sperimentazione dia indicazioni sull’utilizzo del personale da reimpiegare, perché il” risparmio” di personale deve essere reinvestito nella scuola per garantire spazi di opzionalità in un modello in cui gli studenti diventino protagonisti almeno di una parte di scelte formative, impossibili con un organico blindato sulle cattedre. Per poter sperimentare anche questa opportunità è indispensabile un aumento di organico che  “simuli” l’organico disponibile a regime dopo 4 anni.

I risultati di questa sperimentazione, che con tutta evidenza ha un valore strategico per tutto il sistema del secondo ciclo, devono costituire la base per una discussione  aperta ed approfondita tesa al rinnovamento delle strutture organizzative e a una revisione dell’utilizzo dell’organico che deve realmente essere reso funzionale alla didattica laboratoriale  e integrata con il territorio, così come delineata nelle Linee guida per l’istruzione tecnica e professionale e, parzialmente, nelle Indicazioni nazionali per i Licei.

Per questa ragione è necessario che l’iniziativa di sperimentazione venga progressivamente allargata a un numero più ampio di scuole rispetto a quello, necessariamente ristretto, oggi coinvolto, veda il coinvolgimento dell’associazionismo professionale, particolarmente quello dei dirigenti, e si apra alle organizzazioni sindacali per quanto riguarda gli aspetti di modifica dell’organizzazione del lavoro che si renderanno necessari.

 

L’ANDIS dichiara fin da ora la propria disponibilità in questo senso e propone l’apertura, nelle regioni coinvolte dalla sperimentazione, di un tavolo di lavoro specifico che segua attentamente gli sviluppi, le problematiche e le soluzioni individuate nelle scuole sperimentatrici.