Superiori, due ragazzi su cinque abbandonano lo sport

da Corriere della Sera

Superiori, due ragazzi su cinque abbandonano lo sport

Nasce il programma del Coni 14-19@sport a scuola

Lilli Garrone

In Italia il 40 per cento dei ragazzi fra i 14 ed i 19 anni abbandona l’attività sportiva. Così per «invertire l’inerzia», come ha detto il 14 novembre il presidente del Coni Giovanni Malagò, è nato un progetto: «14-19@sport a scuola», per invitare gli alunni delle superiori a pensare sì allo studio, ma anche a proseguire in un’attività che è altrettanto maestra di spirito e di vita. E il programma per creare una nuova cultura dello sport a scuola è stato tracciato  nella sede dell’Istituto agrario di Roma «Giuseppe Garibaldi». «Ho il dovere morale – ha detto il presidente del Coni Malagò – di aiutare lo Stato a portare lo sport nella scuola. E su questo noi investiamo 7 milioni di euro in un programma che intendo chiamare “Sport di Classe”, in modo che i ragazzi non smettano di fare attività fisica: perché anche questo ha importanza nella qualità della vita».

RILANCIARE L’ATTIVITA’ FISICA – Sport come motore di integrazione e di prevenzione del disagio giovanile: la capacità di fare squadra come crescita personale e collettiva. Per questo nell’Istituto agrario gli alunni ieri hanno avuto anche i testimonial: da Simone Perrotta, ex calciatore e oggi consigliere della Figc che ha ricordato di «essere andato via di casa a 13 anni» e come «lo sport insegna a superare te stesso e a relazionarti in un gruppo»: «In Italia – ha aggiunto – iniziano a giocare a calcio 300 mila bambini, che sui 13 anni diventano neppure un quarto»; a Mario Pisanti, campione italiano dei Pesi piuma che ha parlato di come abbia iniziato a fare il pugile a 16 anni e di come lo sport l’abbia «tolto dalla strada»; alle due giovani ginnaste dell’Acqua Acetosa Elisabetta Preziosa e Giorgia Campana, protagoniste della serie «Vite parallele» in onda su Mtv, che hanno ricordato il loro duplice impegno di sportive e studentesse. «Creare una scuola dello sport è l’obiettivo che va perseguito con determinazione per radicare una nuova cultura, fondata su basi solide e capace di regalare una prospettiva di crescita al movimento agonistico con evidenti benefici sotto il profilo sociale – ha poi aggiunto Giovanni Malagò – E’ decisivo favorire iniziative che possano invertire questa pericolosa tendenza per fare dello sport uno strumento di benessere fisico ma anche relazionale, dal punto di vista dell’aggregazione e dell’inclusione, andando a incidere positivamente sulla crescita individuale dei giovani». «Questo dibattito – ha spiegato Marco Perissa – vorremmo fosse attivo ogni giorno nelle scuole: lo sport come motore di  socializzazione primaria e come risposta al disagio giovanile. E il confronto con i presidi di alcune scuole romane testimonia un passaggio fondamentale per la costruzione di reti orizzontali e verticali, che leghino il mondo della scuola a quello dello sport, per intervenire in maniera decisiva nella formazione degli uomini e delle donne del domani». E per il presidente dell’Istituto Agrario Franco Antonio Sapia «l’educazione fisica come quella civica preparano i cittadini di domani: lo sport aiuta a rispettare le regole».