Quello che gli insegnanti dovrebbero conoscere

Quello che gli insegnanti dovrebbero conoscere

 di Adriana Rumbolo

Da un fatto di cronaca : un gruppo di adolescenti ha deciso di sottoporsi alla prova-sfida di attraversare l’autostrada in pieno traffico.

Chi ha detto che è stata una ragazzata, chi li ha definiti  delinquenti;  a me hanno ricordato i ragazzi del film”Gioventù bruciata” dove due ragazzi in macchina , andando a tutta velocità devono dimostrare la loro superiorità riuscendo a buttarsi giù  dall’auto  in corsa sull’orlo di un precipizio.

Allora nel film l’episodio rappresentava la punta dell’iceberg di profondi disagi adolescenziali.

Nell’opera, molto interessante  “Adolescenti “,Una storia naturale, di David Baianbridge cerchiamo di trovare una spiegazione scientifica.

Lo scienziato scrive che a 12 anni per le bambine e a 14  per i maschi  il cervello completa  la sua crescita, mentre accadono più cose contemporaneamente, tutte correlate : trasformazione del corpo e del cervello, che l’evoluzione ha selezionato perchè aumentassero il nostro successo.

L’aumento del cervello che è avvenuto circa 250mila anni fa non ne è la causa diretta  perché  il cervello che nei primi due anni di vita si sviluppa in maniera incredibile, con l’adolescenza smette di crescere e perfeziona ciò  che si è sviluppato in modo caotico e a ritmo vertiginoso nell’infanzia, ma non avviene tutto nello stesso tempo.

Le connessioni neuronali superstiti dopo la naturale potatura si rivestono di quantità maggiore di mielina, sostanza grassa che aumenta la velocità di trasmissione delle informazioni nel cervello.

Una studentessa ha scritto :”E i pensieri rincorrono i pensieri”

Un altro grande cambiamento del cervello adolescente riguarda le fibre nervose che rilasciano dopamina , neurotrasmettitore che provoca soddisfazione ed euforia, euforia che potrebbe essere  corresponsabile nelle fughe dei ragazzi dalla realtà all’insegna dell’onnipotenza fino a sfiorare il rischio perché  il cervello adolescenziale è predisposto alla temerarietà.

Per ottenere soddisfazioni più complesse si deve pianificare e rischiare ed è  per questo che durante l’adolescenza il cervello inizia a coinvolgere nei percorsi     della dopamina anche la corteccia prefrontale  sede della pianificazione e dell’autocontrollo.

Nel mio libro “Il cervello emotivo nella scuola”, che racconta un’esperienza nella scuola con adolescenti si è scritto che compito dell’insegnante non è solo quello di trasmettere il sapere e quindi aprire più canali di comunicazione e conoscenza possibili perchè  l’apprendimento se ne avvantaggi, ma ha il ruolo di facilitatore, ruolo a cui non dovrebbe mai rinunciare.

Gestisce un gruppo con tutte le dinamiche e i conflitti che può avere :conflitti che uno studente può portare da casa ,o che si creano a scuola.

Oggi si parla molto di raffreddare, di risolvere i conflitti nelle aziende, in famiglia , non si vede perché  non si dovrebbe cominciare già a scuola.

La negoziazione è fortemente collegata alla capacità di autocontrollo, un’ ottima esperienza per i ragazzi sia nel presente nel loro processo di maturazione del cervello  che per il mondo del lavoro.

Quando gli adolescenti dovranno prendere decisioni , attiveranno oltre la corteccia prefrontale, un’area posteriore, il solco temporale superiore, correlato alla predizione di azioni future basandosi su quelle passate.

Speriamo che nelle esperienze passate il processo educativo abbia ben operato e che sia stato fatto con gli adolescenti un buon tagliando emotivo(le emozioni uniscono mente e corpo e, sono risposte all’ambiente necessarie alla sopravvivenza), per quest’ultimo cambiamento che non avviene simultaneamente.

Che gli adolescenti siano a conoscenza dei loro comportamenti e risorse utili a fuggire o a evitare una situazione pericolosa o minacciosa quando momenti  di euforica onnipotenza e sogni in fuga si presenteranno.

E soprattutto che nel lungo dialogo che comincia dalla nascita siano sempre  loro i diretti interlocutori per ascoltarsi ed essere ascoltati e non rimanere isolati in un io che senza gli altri in una  intensa vita relazionale non può conoscersi e riconoscersi  e non cadere nella trappola del neonato potere decisionale ,spesso molto sensibile ai sogni miraggio.

Poi forse più coscienti durante il completamento complesso e altalenante  dei loro cervelli e dei loro corpi, piano, piano raggiungeranno il loro equilibrio.