Antonio Ferrara alla settima edizione del Torneo di lettura fra scuole in rete della provincia di Potenza

Lo scrittore Antonio Ferrara nelle scuole della provincia di Potenza
per la settima edizione del Torneo di lettura.

di Mario Coviello

ferraraGianni Rodari ha scritto “ Io spero da vecchio di conservare un orecchio acerbo per ascoltare  sempre storie piene di speranza”.

E’ questo il senso profondo della settima edizione del Torneo di lettura  fra  scuole in rete della provincia di Potenza . Partecipano quest’anno gli Istituti Comprensivi di Bella,  San Fele con Ruvo del Monte, Muro Lucano con Castelgrande e Pescopagano,Potenza Terzo, Rionero “Granata”, e Rionero ex circolo didattico,Barile con Ripacandida e Rapolla e gli Istituti Superiori di Muro Lucano con  Pescopagano e Picerno, Rionero “Carlo Levi” e “Giustino Fortunato”, e gli Istituti Superiori  “ F. S. Nitti” e “ Giovanni Falcone  di Potenza.

Lo scrittore  premio Andersen 2012, Antonio Ferrara ha cominciato il suo viaggio nelle scuole della rete martedì 10 dicembre 2012 ed ha preso da Potenza un pulman sostitutivo che lo ha portato a Foggia il 12 alle 13,30.

Si è  incontrato  con gli alunni delle quarte e quinte elementari di Rionero, Bella, S Antonio Casalini che avevano letto  “ La maestra è un capitano”  e con gli alunni delle scuole superiori di Muro Lucano, Picerno,Rionero e Potenza lettori de  “ Il segreto di Ciro”.

Nelle classi i ragazzi con  docenti appassionati alla lettura di libri di qualità, solo per il piacere di leggere, senza il ricatto di riassunti,verifiche, interrogazioni orali,  hanno conosciuto Ciro che si innamora della ragazza del fratello Ferdinando e  una eroica maestra dei giorni nostri raccontato attraverso i testi di Ferrara e le bellissime tavole di Anna Laura Cantone .Tra carta igienica che bisogna portarsi da casa, virus influenzali, bambini indiavolati e genitori ansiosi e iperprotettivi, “ “La maestra è un capitano”  ci offre, con sguardo ironico e affettuoso, uno spaccato della vita di un insegnante di oggi alle prese con le mille difficoltà quotidiane sul lavoro e a casa. Una donna lavoratrice come tante che, nonostante tutte le difficoltà, cerca di non perdere l’entusiasmo per il proprio lavoro e il rispetto per i bambini che le sono stati affidati. E Alessio, un’alunno di quarta di Rionero ha detto all’autore che le sue  maestre “ sono  brave perché ci aiutano in tutte le situazioni“ e anche il piccolo diavolo Samuele che una ne fa e cento ne pensa ha dato un sette alle sue maestre di S. Antonio Casalini. E le maestre si sono riconosciute nel racconto di Ferrara  e commosse hanno ascoltato gli alunni che ripetevano a memoria intere pagine del libro mentre lo Ferrara lo leggeva.

E nella biblioteca affollata di Bella, nell’aula magna delle scuole di Muro, di Rionero del Nitti di Potenza, un silenzio concentrato, occhi vivi ed attenti di grandi e piccini hanno ascoltato  la storia de “ Il segreto di Ciro”. Ciro è bruttino, imbranato, taciturno. Non fa altro che scrivere e disegnare nei suoi quaderni. Tutto il contrario di suo fratello Ferdinando, sempre allegro e pieno di ragazze. L’arrivo di Lia cambia tutto: bella, intelligente, due occhi che ti scrutano dentro. I fratelli se ne innamorano, ed è Ferdinando a conquistarla. Solo che Lia vive a Torino, non a Napoli. Troppo lontano per Ferdinando, ma non per Ciro, che comincia a chattare con lei, fingendosi il fratello. Le parole e i disegni sono armi potenti, possono conquistare i cuori e raccontare le storie più difficili. Ciro racconterà la sua storia in un fumetto, e niente sarà più come prima.

Antonio Ferrara per scrivere questa storia intinge la penna nei caffè di Napoli, proprio come fa un giorno per sbaglio Ciro, che infila il suo pennino da disegno nel caffè anziché nell’inchiostro.

Dal mese di ottobre, bambini e ragazzi, dagli otto ai 16 anni, hanno letto, raccontato, vissuto queste storie che li hanno fatti crescere.Antonio Ferrara a Bella, Rionero,Barile e Potenza  ha incontrato  i suoi giovani lettori, risposto alle loro domande, curiosità, e  ha ripreso forza per continuare a credere nella lettura, nelle storie, in quest’Italia così difficile.

Con entusiasmo  ha incuriosito, appassionato, divertito. Ha raccontato della sua infanzia povera a Ercolano,  del padre che  gli aveva comperato  a rate una costosa enciclopedia  che solo lui poteva sfogliare per aiutare il figlio nelle ricerche. Ha detto che è tornato da grande con sua moglie a visitare la sua povera casa, la parte meno nobile di una villa vesuviana, e ha scoperto che è diventata una biblioteca comunale per ragazzi : un destino segnato.

Alla domanda  “ Perché fai lo scrittore ? “  ha risposto raccontando del suo primo incontro da “scrittore “ con una terza elementare in provincia di Novara dove vive.  Qui lo accoglie una ragazzina che con serietà  gli chiede “ Sei tu lo scrittore ? “ e ad un suo timido cenno di assenso lo accompagna in un lungo corridoio dove sono schierati 18 ragazzini e dietro  ognuno di loro un grande disegno di un uomo con i capelli, senza, grasso, magro…con i libri… lo zaino…davanti al computer.

In classe, subito dopo,  un altro esclama “ Ah sei tu lo scrittore ? Non sei morto ? “.

Dopo aver fatto leggere ai piccoli “ Pane arabo a merenda”, la maestra aveva chiesto  di disegnare lo scrittore e ognuno lo aveva fatto a modo suo. “ Da quella volta ho capito che dovevo fare lo scrittore perché negli incontri con i miei lettori, e ne ho fatti migliaia , in dieci anni  di viaggi per l’Italia, ho sempre la conferma che i miei libri nascono con voi sono scatole vuote con confini ben definiti. Voi  li leggete e me li restituite  nuovi, ricchi,scintillanti,  con la vostra storia, le vostre emozioni. Ho capito che attraverso le parole potevo costruire la speranza…”

I suoi lettori gli  hanno chiesto come era da piccolo, se aveva sogni, se è giusto, come scrive, che bisogna “ribellarsi” ai genitori per crescere.

E Antonio, Nino per gli amici, ha raccomandato ai genitori, ai docenti, ai ragazzi, ai piccoli e ai grandi  presenti agli incontri,  di continuare a credere in se stessi, a non arrendersi, usando non la parola “se”, ma la parola “quando” perché se accordi fiducia anche “ il cattivo”,  come il protagonista del suo grande successo “ Ero cattivo”, può crescere.

Ha raccomandato ai genitori di coltivare nei figli “ il desiderio”, non concedendo tutto,con il coraggio di dire no quando è necessario perché  gli errori, le frustrazioni preparano alla vita.

Ha risposto alle domande facendo domande e stanando il ragazzo che scrive racconti horror, la ragazza che ha problemi ad accettare il  “suo corpo che cambia “.

Tutti gli incontri sono finiti  troppo presto perché il tempo è tiranno e non è semplice in una giornata fare quattro incontri in scuole così distanti, in questa nostra Basilicata così bella ma anche così piena di strade tortuose a dir poco.

Alla fine di una giornata faticosa, a Ferrara che ha con sé un  cesto natalizio con  biscotti fatti in casa dalle mamme degli alunni del Liceo di Muro Lucano il dirigente scolastico Coviello e il responsabile della biblioteca Priore chiedono se si ferma a cena con loro . Antonio confessa che è stanco ha bisogno di dormire. E stamattina, fresco e pimpante è pronto per i piccoli di S. Antonio Casalini ai quali racconta cosa succede quando in casa si rompe la tv e agli alunni del “Nitti “ di Potenza racconta in anteprima  “ Mia” che uscirà nel settembre del 2014. Un giovane racconta della sua ragazza che ha ucciso perché “ non ero tranquillo mai quando gli altri la guardavano  perché Lei era solo mia…”

E ha spronato i ragazzi a  raccontarsi  perché “ la scrittura è consapevolezza delle proprie emozioni…”

Nino Ferrara grazie da tutti noi e a presto perché dobbiamo ancora scoprire  “ dove va a finire la musica quando si smette di suonare”.