Proteggere l’Invalsi

Proteggere l’Invalsi

di Stefano Stefanel

         Qualcuno potrebbe anche chiedersi che cosa abbia spinto alcune persone di scuola ad impegnarsi durante le feste natalizie a redigere un documento di circa “dodici mila battute”, che potrebbe correre il rischio di essere destinato solo ai cestini. “Dodici mila battute” sono quelle chieste dal Miur per candidarsi alla Presidenza dell’Invalsi. “Dodici mila battute” sono quelle scritte dai 74 primi firmatari del documento “Una ‘cordata’ della scuola per il ‘nostro’ INVALSI. La valutazione che vorremmo… Un promemoria (non richiesto) per il nuovo presidente” (http://firmiamo.it/una–cordata–della-scuola–per-il–nostro–invalsi#petition) Il documento in “dodici mila battute” non candida nessuno a niente, ma invita tutti a riflettere.

Perché di una riflessione c’è bisogno, viste anche le voci che su questa procedura per la scelta del nuovo Presidente dell’Invalsi si sono levate in questi ultimi tempi. I cinque uomini di scuola scelti dal Ministro per definire il Presidente dell’Invalsi o la rosa dei candidati entro cui scegliere il Presidente, hanno rilasciato a più riprese dichiarazioni non proprio lusinghiere sul lavoro fin qui svolto dall’Invalsi (si veda anche il mio La strettoia su www.edscuola.it). E dunque c’è il timore che il lavoro fatto in questi anni venga spazzato via da qualche nuova “ripartenza”, che promettendo di mantenere tutto invece smantella tutto.

Nel documento natalizio dei “74” si sono prese in considerazione anche le critiche, i limiti, le debolezze del lavoro di analisi fatto dall’Invalsi in questi anni. Ma si è anche analizzato con attenzione il punto a cui questo lavoro è arrivato, evidenziando alcuni traguardi impensabili fino a poco tempo fa per la scuola italiana: aumento della cultura della valutazione, nascita di un Sistema Nazionale di Valutazione, restituzione alle scuole di dati certi e tabulati, entrata nel linguaggio comune di concetti come valutazione censuaria e di nomi come Invalsi, attesa collaborativa in gran parte delle regione per i test di maggio, affollamento dei convegni e dei seminari sui dati Invalsi, ecc.). Ci sono passaggi da rivedere (come il test nell’esame conclusivo del primo ciclo che assurdamente fa media con gli altri voti, ma dentro un esame che è tutto da buttare con cinque prove scritte e un orale e nessun bocciato, giusto per perdere tutti insieme un sacco di tempo), che nessuno vuole nascondere e una certa autoreferenzialità dell’Invalsi che deve essere modificata. Ma tutto questo dentro un processo molto interessante, utile, nuovo.

Gli estensori del documento non polemizzano, ma non sono ciechi o sordi e non fanno finta di non aver ascoltato quello che alcuni sindacati, alcune associazioni, troppi docenti vanno dicendo in giro. Nei siti in cui normalmente scrivo appaiono spesso attacchi pesantissimi all’Invalsi (e a me se lo difendo): questo fa parte della dialettica su un argomento importante, ma anche di una diffusa cultura che vede come elemento positivo la semplice e assoluta difesa della non valutazione della scuola.

La “cordata” della scuola è per l’Invalsi, non contro qualcuno. Soprattutto la “cordata” è per continuare il percorso fin qui intrapreso e non per interromperlo in attesa della valutazione perfetta, alibi per evitare qualsiasi tipo di valutazione. La speranza è che la parte della scuola italiana che vuole un azzeramento del percorso intrapreso dell’Invalsi non condizioni il futuro presidente dell’Invalsi. Il documento è scritto per rendere pubblico che nel mondo della scuola c’è chi vuole lavorare ad una cultura della valutazione perché la ritiene fondamentale per la vita delle scuole, per i processi di apprendimento, per il miglioramento di un sistema in grave crisi.

Come si dice nel documento alcuni dei firmatari (tolgo subito il dubbio: non chi scrive) potrebbero aspirare per titoli e cultura alla Presidenza dell’Invalsi. Ma in questa fase preferiscono usare i “dodici mila caratteri” per far riflettere chi deve decidere. La richiesta che viene dal documento è quella del confronto non della candidatura, ma di un confronto teso a conservare un bene prezioso, pieno di difetti e ancora in fase di costruzione, ma senza il quale la scuola andrebbe ancora più indietro.

Si arrabbieranno forse coloro che sperano nell’azzeramento e che hanno plaudito la scelta di uomini di scuola fortemente critici verso l’Invalsi per definire chi sarà il nuovo presidente, nella speranza che il nuovo Presidente inizi un nuovo percorso meno invasivo. Ma con la sola forza delle proprie idee qualcuno a Natale ha deciso di dedicare un po’ del suo tempo a ragionare sulla scuola e per la scuola.

Che meriti di essere almeno ascoltato?