Partono i corsi per 6.400 posti per il sostegno scolastico. Ma è già business

Partono i corsi per 6.400 posti per il sostegno scolastico. Ma è già business

Gianluca Di Matola

da ilmediano.it

Gli atenei arrivano a chiedere fino a 200 euro per un test di accesso. Enna spicca come l’Università più esigente.

Sono finalmente partiti, dopo una non breve attesa, i corsi di specializzazione per diventare insegnanti di sostegno. Con l’arrivo del nuovo anno, quindi, si chiuderanno le selezioni e nella stagione invernale inizieranno una trentina di corsi, sparsi lungo tutto il territorio nazionale. I corsi, infine, si concluderanno entro e non oltre la metà del 2015.

Eppure, così come denunciato dall’associazione sindacale Anief, per entrare a far parte del suddetto percorso, i futuri docenti dovranno versare nelle casse delle Università somme alquanto sostanziose: all’Università di Enna, la ‘Kore’, ad ogni candidato vengono chiesti versamenti che arrivano fino a 3.700 euro. Pure Palermo, però, non si è dimostrata tanto diversa, indicando delle cifre oggettivamente poco popolari: 150 euro per i quiz selettivi e 3.500 per partecipare a lezioni e tirocini.

Sull’argomento, l’Anief si è così espressa: “ancora una volta i docenti della scuola, soprattutto se precari, diventano strumento per fare business, a vantaggio dell’amministrazione organizzatrice. In questo caso degli atenei che, in uno dei periodi più negativi sul fronte dei finanziamenti statali, con l’avallo degli Usr di competenza, trovano il modo di fare entrare nei propri bilanci risorse economiche vive”. Introiti che, a detta dell’Anief: “non possono essere giustificati, come indicato nei bandi accademici, dalla presenza della tassa regionale per il diritto allo studio, dal libretto, dall’assicurazione, dalla marca da bollo e dal contributo per svolgere i tirocini”.

Per di più, stando sempre a quanto affermato da Anief: “Considerando che i posti complessivi che verranno messi a bando per specializzarsi sul sostegno, in base al decreto ministeriale 706/13, sono 6.398 (1.285 riguardano la scuola dell´infanzia, 1.826 la primaria, 1.753 la secondaria di primo grado e 1.534 quella di secondo grado), alle università incaricate dal Miur di organizzare i corsi verrà corrisposta dagli aspiranti docenti di sostegno una cifra complessiva vicina ai 20 milioni di euro (considerando 3.000 euro di spesa a corsista). A questi vanno aggiunti almeno altri 3 milioni derivanti dal “contributo” richiesto ai 20mila candidati (a tenersi “bassi”, stimando il triplo dei candidati rispetto ai posti messi a concorso) che tenteranno di accedere ai corsi attraverso i test: ad ogni aspirante alla frequenza del corso di sostegno viene infatti chiesta una quota di partecipazione che va tra i 75 (Trento) e i 200 euro (‘Luspio’ Roma, Macerata, ‘Carlo Bo’ Urbino e ‘Kore’ Enna). Che non verrà restituita in alcun caso”.

Ed è in questo modo che, davanti ad una prospettiva di lavoro, le università, sfruttando la speranza della gente, hanno pensato bene di alzare il tiro delle richieste, certe che di fronte alla possibilità di essere assunti dallo Stato nessuno si sarebbe opposto.