A proposito del “Jobs Act” di Renzi
I dirigenti scolastici sono dirigenti per concorso
Il neo segretario del PD Matteo Renzi nell’anticipazione alla stampa del “Jobs Act” ipotizza l’eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico.
Non sappiamo se nelle intenzioni del proponente anche il dirigente scolastico viene considerato “pubblico”.
Finora lo è stato poco, in termini di considerazione e di retribuzione. Al contrario di molti dirigenti di enti più o meno pubblici o territoriali, ha dovuto dimostrare di possedere un titolo di studio elevato (almeno una qualche laurea) e superare un pubblico concorso.
Afferma Renzi che “Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no”.
Nella scuola non esistono dirigenti che non hanno vinto concorsi, i pochi che hanno saltato il reclutamento concorsuale ci sono nella burocrazia ministeriale e sono stati scelti dalla politica, quasi sempre non per riconosciute competenze, ma per qualità che possiamo soltanto immaginare.
“Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali” afferma ancora Renzi, e siamo d’accordo, ma ci piace di più pensare a una buona burocrazia, che nella nostra Italia da un po’ di tempo manca e proprio perché c’è stata l’invadenza della cattiva politica, che ha curato gli interessi di bottega, anziché quelli del Paese.
Un dirigente scolastico, reclutato con una seria procedura concorsuale e sostenuto nella sua difficile azione quotidiana è un investimento per il futuro della scuola e per la crescita dell’Italia.
Gregorio Iannaccone
Presidente Nazionale