Scuola, Palazzo Chigi riapre il caso scatti di anzianità: “A gennaio forse non saranno pagati”

da Repubblica.it

Scuola, Palazzo Chigi riapre il caso scatti di anzianità: “A gennaio forse non saranno pagati”

Lo scontro aveva opposto ministero dell’Economia e ministero dell’Istruzione. E se rimane sospeso il recupero di 150 euro al mese per i docenti, per il pagamento da oggi in avanti bisognerà attendere le decisioni del prossimo Consiglio dei ministri

ROMA – Scatti stipendiali degli insegnanti: la telenovela continua. Una nota di Palazzo Chigi conferma che i 90mila insegnanti che hanno percepito lo scatto automatico dello stipendio, previsto dal contratto di lavoro in base agli anni di anzianità, non dovranno ridare indietro 150 euro al mese a partire da gennaio 2014. Ma comunque il loro stipendio calerà perché non si troveranno in busta paga l’aumento già maturato.

Per capire che fine farà l’incremento stipendiale assaporato per alcuni mesi occorrerà aspettare il prossimo Consiglio dei ministri. La partita degli scatti stipendiali automatici dei docenti è tutt’altro che chiusa.

“Con lo stipendio ordinario di gennaio è stata data applicazione al Dpr 122/2013 – spiegano dal governo  –  con blocco degli scatti di anzianità dal 2013 e recupero degli eventuali debiti per un importo massimo mensile di 150 euro lordi. Come da disposizioni concordate tra il ministero dell’Economia e delle finanze e dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è sospesa l’attività di recupero e l’importo di 150 euro lordi verrà rimborsato con esigibilità contestuale a quella dello stipendio ordinario in pagamento nel mese di gennaio 2014”.

“Per quanto riguarda il 2014, il pagamento degli scatti potrà essere assicurato a seguito delle decisioni che verranno assunte nel prossimo Consiglio dei ministri  –  precisano da Palazzo Chigi  –  per gli insegnanti che ne abbiano beneficiato nell’anno 2013”. La mossa del governo di recuperare l’aumento già percepito dai docenti che ogni 6 anni hanno diritto ad un piccolo incremento dello stipendio  –  in media 90/120 euro lordi  –  ha creato una valanga di polemiche anche all’interno dei partirti che reggono la maggioranza e “costretto” il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni a fare marcia indietro.

Ma le disposizioni normative, come si evince dalla nota della Presidenza del Consiglio, ormai ci sono e occorrerà trovare una soluzione all’interno della maggioranza per scongiurare quella che sembra una bomba ad orologeria. Perché tutto il comparto scuola ha le retribuzioni ferme a dicembre 2009, per via del contratto scaduto e mai rinnovato, e in più sono stati bloccati gli automatismi previsti anche dal contratto 2007/2009. Inoltre, le retribuzioni di oltre un milione e 100mila addetti alle scuole italiane sono tra le più basse d’Europa.

In passato, per recuperare gli scatti bloccati dal governo Berlusconi e poi anche da quello Monti si è fatto ricorso al tesoretto del cosiddetto Mof – il capitolo per il Miglioramento dell’offerta formativa – che ammontava a oltre un miliardo e 400 milioni di euro. Ma che adesso si è ridotto a meno di un miliardo. Con questi soldi le scuole organizzano tutta l’attività pomeridiana che dà concretezza all’autonomia scolastica. Ma continuando di questo passo, nell’arco di pochi anni il budget si esaurirà e le scuole non potranno che assicurare le attività d’insegnamento ordinarie e basta. Oppure dovranno ricorrere agli sponsor per raggranellare qualche euro utile all’organizzazione di attività pomeridiane.