Bambini speciali

Bambini speciali
Scuola per bambini speciali, oggi e non domani

di Umberto Tenuta

ogni scarrafone è bello
a mamma soj
a

O Maestre, non avete sentito mai una mamma dire che speciale come suo figlio non c’è nessuno?

È forse c’è una sola mamma che scambierebbe il suo figlio speciale con un altro?

Più bello, più intelligente, più caro di suo figlio non c’è nessuno!

E ora, o Maestre, non siete anche voi maestre speciali che sempre ho invitato a guardarsi ogni mattina allo specchio per prendere atto che bella come voi non c’è nessuna?

Tutti i figli di donna che da millenni hanno popolato la faccia della terra sono speciali.

Uguali sono solo i robot, costruiti in serie su stampi uguali e con materiali uguali, con hardware uguali, con software uguali.

Ma i figli di donna, da Eva a te, mamma speciale che mi stai leggendo, sono tutti speciali.

Guardateli nelle vostre aule, o Maestre, senza gli odiosi grembiuli che pure non riescono a farli tutti uguali. Guardate i loro capelli, più o meno biondi, giammai tutti eguali!

Guardate i loro occhi verdi, più o meno verdi, mai tutti uguali!

Guardate i loro nasi a pinocchietto, più o meno lunghi, mai uguali!

Guardateli……… mai tutti uguali!

E, allora, perché dovremmo misconoscere la diversità dei bambini che, tutti diversi, hanno tutti i loro BES?

Ma non abbiamo parlato di Personalizzazione educativa, di Piani educativi personalizzati, di Piani dell’offerta formativa come sintesi del Piani educativi personalizzati?

Ognuno dei venticinque bambini delle singole classi dei singoli istituti scolastici ha i suoi BES.

E se n’è accorto, pensate, finanche il MIUR che ha legiferato, appunto, l’adozione di Piani dell’offerta formativa (POF) per ciascuna delle migliaia di scuole italiane e di Piani educativi personalizzati (PEP) per ciascuno dei milioni di studenti italiani.

Tra parentesi, perchè allo specchio dovrebbero poter dire solo le singole maestre: bella come me non c’è nessuna?

Finiamola una buona volta di parlare di scolaresche, che sono solo delle astrazioni.

Non è forse un’astrazione ogni nome comune: sedia, tavolo, libro, fiume, monte……?

L’avete mai visto il fiume?

L’avete mai visto il mare?

L’avete mai visto il lago?

Oddio, ma non avete detto, voi Maestre care, che i nomi concreti sono solo quelli delle cose che si vedono e si toccano?

E chi, o Maestre, può toccare il fiume?

E chi, o Maestre, può toccare il lago?

E chi, o Maestre, può toccare il mare?

Oddio, posso anche affogare nel Tevere ma non certamente nel fiume!

Oddio, posso anche nuotare nel Garda ma non certamente nel lago!

Oddio, posso anche navigare nell’Adriatico, ma non nel mare.

E, ancora, la vostra beneamata dirigente vi ha chiesto mai di far andare nel suo ufficio l’alunno, e non invece Angelo Scarabeo?

Suvvia, nel mondo in cui viviamo non c’è l’uomo che cercava Diogene!

Ci sono tanti, tanti, tanti bravi bambini, uno diverso dall’altro, tutti diversi, tutti speciali!

E ci sono tante, tante, tante brave maestre, una diversa dall’altra, tutte speciali.

Oddio, ma se sono tutti diversi i nostri venticinque studenti, come facciamo a parlare loro nella stessa lingua?

Mica abbiamo il dono dello Spirito Santo che parlava alle folle e ognuno lo udiva nella propria lingua, come oggi avviene con gli smartphone?

E i nostri studenti mica sono degli smartphone?

Sono milioni i giovani che ogni mattina entrano nelle singole aule delle singole scuole dei singoli comuni delle singole province (almeno fino ad ora!) delle singole regioni delle singole nazioni dei singoli continenti della singola Terra, nel nostro singolo Universo…!

Tutti diversi, tutti speciali, tutti con BES, i nostri studenti!

E allora?

Allora, una soluzione c’è!

Ce l’ha indicata, tra gli altri, il Dottrens, e poi, poi tanti altri grandi maestri e pedagogisti che hanno parlato di personalizzazione educativa, e non di individualizzazione, perché individuo sarai tu, non certamente io!

Personalizzazione educativa che vuol dire Piani educativi personalizzati per tutti i singoli studenti di ogni singola classe di ogni singola scuola…

Una scuola, questa −la più efficiente e la più efficace− della personalizzazione educativa, per studenti tutti con BES.

A proposito di BES, vorrei aggiungere le lamentele delle tante mamme con bambini superdotati di cui spesso nelle nostre scuole non si riconoscono i BES. Qualcuna di queste madri è dovuta emigrare in altri paesi, con il suo figlioletto che ha BES e che a dieci anni doveva andare all’Università, atteso che in Italia non esistono Università che accolgono bambini di dieci anni.

E, allora? Allora? Allora?

Allora, smettiamo di offendere quelli che ci ostiniamo a chiamare bambini superdotati, dotati, senza BES, non riconoscendo a tutti i giovani che frequentano le nostre scuole i loro BES!

E, senza aspettare che la nostra beneamata Ministra Carrozza faccia la sua grande riforma della scuola, rimbocchiamoci le maniche e riconosciamo i BES di cui è portatore ogni figlio di donna.

Come in tante scuole di avanguardia, nelle nostre scuole non ci saranno più classi, scolaresche anonime, ma gruppi di studenti che voi, Maestre, aiuterete a fare da soli, come invocava la bambina alla sua grande maestra Maria Montessori:

“Maestra, aiutami a fare da sola!” 

Nella scuola che noi ci impegniamo a realizzare, sin da domani, sin da oggi, se possibile, a tutti i giovani saranno riconosciuti i loro BES e tutti potranno apprendere, ricercare, scoprire, formarsi secondo i loro BES.

 

Avevo proposto alla Onorevole Ministra Carrozza di chiamare la scuola della sua riforma “scuola della gioia di imparare”.

Aggiungo “secondo i propri BES“:

“scuola della gioia di imparare secondo i propri bes”

 

Mi auguro −e penso che sia l’augurio delle mamme di tutti i giovani− che non si parli più di BES, chiamando ciascuno dei milioni di giovani che frequentano le nostre scuole col loro nome e cognome di padre o di madre.

 

Amiche Maestre e amici Maestri, quanto ve ne saranno grate tutte le mamme e tutti i papà, tutte le nonne e tutti i nonni, di tutti i giovani studenti, tutti con BES!