RSU risorse per la scuola

RSU risorse per la scuola
Seminario di studio promosso dall’ANIEF

a cura di Giuseppe Adernò

In occasione del Congresso regionale dell’ANIEF, celebrato a Taormina presso l’Hotel Villa Diodoro, l’associazione professionale sindacale ha promosso un seminario di studio sulla figura, il ruolo e la funzione del docente RSU nella contrattazione integrativa.

L’incontro introdotto dal presidente Marcello Pacifico ha avuto come relatrice ed ospite la dott.ssa Caterina De Luca, responsabile per le relazioni sindacali presso il MIUR, ufficio di gabinetto.

La relatrice ha ben tracciato i compiti e le funzioni del docente RSU secondo le indicazioni proposte dai decreti che portano i nomi dei Ministri  Cassese (421); Bassanini (59) e Brunetta (150).

Tre tappe della legislazione dello Stato, che hanno modificato anche l’assetto organizzativo della scuola, equiparata alle aziende e quindi modificando la funzione del dirigente scolastico che diventa “datore di lavoro” e del docente educatore che viene equiparato ad un lavoratore e come tale da “tutelare” nei suoi diritti.

I principi di “efficacia, efficienza, economicità”, integrati ad una quarta “e” dell’etica amministrativa hanno guidato e rinnovato l’assetto organizzativo della scuola, producendo una migliore qualità del servizio, ma a volte una mentalità riduttiva del servizio scolastico che non può essere equiparato ad un lavoro di produzione materiale e commerciale.

Spesso ed in alcuni operatori prevale la cultura dell’ordinario, intesa come il “far poco” e “nulla di più”, quasi un contrappeso allo stipendio che si percepisce.

Le finalità e compiti del docente RSU sono indirizzate alla ricerca di una sempre migliore qualità del servizio scolastico, ma spesso tale compito viene strumentalizzato come occasione di “potere”, causa di litigi e di contrasti all’interno della comunità scolastica, gara di sopraffazione tra i diversi sindacati che cercano sempre di acquisire numeri, deleghe e privilegi.

Il dettame legislativo è di alto spessore nell’enunciato teorico, ma l’applicazione pratica spesso contrasta le indicazioni e i suggerimenti del Legislatore.

Con il decreto Brunetta la questione concernente le competenze delle RSU che risultano ridimensionate, ha determinato una giurisprudenza confusa e contrastante, in mancanza del rinnovato contratto di lavoro.

Secondo alcune interpretazioni, il titolo di RSU, costituisce inoltre un privilegio al mantenimento del posto di lavoro, in caso di riduzione delle cattedre e viene trasferito il penultimo della graduatoria, qualora il docente RSU fosse l’ultimo.

La ricerca del miglior bene della scuola dovrebbe sottendere a tutti gli interventi delle RSU, indipendentemente dal sindacato di appartenenza, ma spesso capita che la visione di scuola diversa tra i sindacati e gli interessi personali da tutelare sovrastano il “bene comune”, la crescita e lo sviluppo della scuola e s’indirizzano verso forme o di compromessi o di ricatti nei confronti del dirigente che svolge il compito di “parte pubblica” nella contrattazione del fondo d’Istituto, che si riduce ogni anno sempre di più.

L’affermazione “teorica” che la progettualità della scuola non dovrà essere modificata in relazione al fondo d’Istituto assegnato, resta una vera utopia.

Lo dimostra il fatto che tanti progetti attivati negli anni precedenti, quest’anno, considerata la riduzione e la scarsità delle risorse disponibili, non vengono attuati o, se già avviati, vengono ridotti nella quantità delle ore.

Le indicazioni ministeriali circa la trasparenza e la pubblicizzazione degli atti connessi alla gestione amministrativa della scuola non sempre hanno trovato attuazione e come ha indicato il DSGA Leonardo Gesù nella sua relazione, occorre operare una distinzione tra le “comunicazioni “ che hanno la valenza di una riservatezza per le persone destinatarie e gli “avvisi” che coinvolgono diverse categorie di destinatari: alunni, genitori, organizzazioni sindacali.

Puntuali anche gli interventi del DSGA Giuseppe Capuana, ricchi di esemplificazioni e di operatività frutto di esperienze effettivamente vissute e gestite con competenza.

Nonostante i molteplici disagi e intoppi burocratici la buona volontà e la professionalità di alcuni docenti consentono alla scuola italiana di essere sempre attiva e vigile per la formazione dei giovani e il servizio d’istruzione offerto trova riscontro nei positivi risultati finali conseguiti dagli alunni.

Che la scuola cresca sempre e che il docente non perda mai di vista che la sua funzione educativa non trova riscontro nell’azione del mansionario di “operatore scolastico”.

I corsi di formazione promossi dall’Anief, attraverso “Eurosofia”, ente di formazione professionale collegato all’Università “Pegaso”, potranno essere di valido aiuto per una sempre maggiore qualificazione professionale nel difficile compito educativo.

Se l’educazione è un fatto di cuore, chi opera nella scuola ha necessità di avere un cuore sano e forte ed anche un “buon fegato” per superare le traversie del quotidiano.