Paolo Sorrentino, La Grande Bellezza

“””    “…Nota essenziale di Gianfranco Purpi sul film di Paolo Sorrentino (del 2013) :<La Grande Bellezza>…”

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« A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?”.
Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella. »

…citazione tratta testualmente da un monologo del film : “La grande bellezza”;…. un film del 2013, diretto e sceneggiato da Paolo Sorrentino,con un magico inarrivabile Toni Servillo e una Sabrina Ferilli davvero all’altezza delle sue interpretazioni più da tesoreggiare.
Il film stesso è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2013;
Il 25 settembre 2013 viene designato come film rappresentante il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar 2014 a miglior film in lingua non inglese ….e conquista ,pochi giorni fa,la nomination di Premio stesso Oscar per film stranieri

Trama del Film in questione:

Jep Gambardella è un giornalista di costume e critico teatrale navigato, dal fascino innegabile, impegnato a districarsi tra gli eventi mondani di una Roma …così immersa nella bellezza del passato, da epopea da dolce vita felliniana ,…quanto distrutta dallo squallore del presente. Cimentatosi in gioventù anche nella scrittura, ha scritto un solo libro,L’apparato umano. Non ha più scritto altri libri – nonostante questa sua prima opera fosse stata apprezzata – per la sua pigrizia e per una tremenda, inconfessata crisi della pagina bianca da cui non riesce ad uscire.
Frequenta ogni notte un siparietto confuso e statico di amici intimi e compagni di sventure, tra cui Romano, scrittore teatrale mai realizzato e perennemente al guinzaglio di una giovane donna che lo sfrutta; Lello, venditore di giocattoli dalla parlantina sciolta e marito infedele di Trumeau; Viola, ricca borghese con un figlio pazzo; Stefania, egocentrica scrittrice <a>radical chic</a>; Dadina, la caporedattrice <a>nana</a> del giornale in cui Jep scrive.
Una mattina, tornando da uno di quegli insipidi salotti, incontra il marito di Elisa, il suo primo (e probabilmente unico) amore, che lo attende davanti alla porta di casa. Sua moglie è morta, lasciandosi dietro solo un diario dove narra dell’amore, mai perduto, verso Jep, di cui il marito è stato semplice surrogato per 35 anni, nient’altro che “un buon compagno”.
Quest’episodio, unito al compimento del suo sessantacinquesimo compleanno, spingono Jep ad una profonda e laconica rivisitazione della sua vita, a una lunga meditazione su se stesso e sul mondo che lo circonda. E, soprattutto, innescano in lui un pensiero che, probabilmente, albergava nascosto in lui da molto tempo: «Ho una mezza idea di riprendere a scrivere».
Roma diventa così teatro onirico di siparietti, vignette, presagi e incontri casuali, da cardinali che si intendono di cucina a spogliarelliste dai segreti dolorosi; ma, soprattutto, diventa il vero palcoscenico di Jep, sempre più convinto della futilità e dell’inutilità della sua esistenza. Il sogno di recuperare la sua identità di scrittore e letterato, di ritornare a quell’innocente bellezza del primo amore adolescenziale, sembrano infrangersi di fronte allo spettacolo aberrante e miserabile con cui Jep ogni sera deve confrontarsi.
La povertà di contenuti che scorge in queste feste trash e volgari lo induce, in un momento di ebbrezza, a un’amara confessione a cuore aperto: «Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». Sembra il segno di un fallimento durato un’intera vita. Ma proprio nel momento in cui le speranze sembrano abbandonarlo definitivamente, ecco che l’illuminazione arriva.
Questa serie di episodi, l’incontro con nuovi personaggi, il ritorno alla memoria di Elisa e dell’innocenza del primo amore hanno fatto riaffiorare in Jep una scintilla, una speranza. Il suo prossimo romanzo è finalmente pronto per venire alla luce. Sullo sguardo, finalmente sereno, di Jep che osserva con rinnovata speranza l’alba romana, si chiude il film sulle note di The beatitudes dei <a>Kronos Quartet</a>.

Commento finale al film in questione:

…E finalmente con l’arte e la poesia del vero cinema dalla “grande bellezza”…si può nuotare consapevolmente e disperatamente …e ironicamente…e in cosciente sadomasochismo e nichilismo di totem e tabù e reificazioni,…. e feticci pietosi e squallidi e schizoidi,…e in miti continui teoretici e poetici di corruzione ideologica e di illusionismo chimerico!
…Di una ricerca sempre perdente ontologicamente e scientificamente epistemico/razionalistica,…ma sempre intenzionata e approdante ineluttabilmente entro una chimerica e e indecifrabile felicità cercata nella mondanità spersonalizzante e…,per l’appunto,di una “grande bellezza” mistica e alienatamente sacralizzante,…che riesce solo …alla fin fine …a nascondere il tormento,…l’amore avviluppante e solo istintualmente passionale,… e il terrore introspezionato e introspezionante… di dover ammettere e ammettersi …e “scovarsi” di vero in fondo…che la vita è una grande stupefacente commedia di cartapesta e di incantesimo subliminalmente sirenico e rifrangentemente mago,…laddove il “Regno della morte” fisiologicamente caducitante è …”altrove” ,…in un mondo che ontologicamente non sarà mai nè epistemico e nè teoreticamente fondabile,…anche nella sua indiscutibile fattualità empiriofenomenologica che dà la mano alla imperforabile e fantasmagorica montagna ontica del Noumeno Terroristico di ogni nostra paranoiia trasfigurante e trasognante …solo per la nostra ingordigia di cercare sempre questa stessa “grande bellezza” di tutto e di niente…e senza etica deontologica assiologicamente dantesca!
…Di te amore caro e bello…che forse sei te stessa autenticamente meravigliosa…veramente …quando non vivi …”da te stessa verace e divinamente bella… AI MIEI OCCHI e A TUTTO ME STESSO…DI UN NOI …noumenicamente trascendentale”…

Gianfranco Purpi

La Grande Bellezza 2013 scena finale