La condizione dell’infanzia nel mondo in numeri

UNICEF lancia nuovo rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo in numeri:

ogni bambino conta

 

Nel mondo sono 2,2 miliardi i bambini e gli adolescenti: contarli li rende visibili

 

30 gennaio 2014 – “Ogni bambino conta”: è quanto sottolinea l’UNICEF, che oggi presenta il suo nuovo rapporto La condizione dell’infanzia nel mondo in numeri: Ogni bambino conta. “Nel mondo sono 2,2 miliardi i bambini e gli adolescenti, che rappresentano il 31% della popolazione mondiale; contarli li rende visibili, e identificarli permette di rispondere alle loro necessità e promuovere i loro diritti attraverso maggiori impegni e innovazioni”, ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera.

Il rapporto più importante dell’UNICEF rileva che:

–        circa 90 milioni di bambini sarebbero morti prima dei 5 anni se il tasso di mortalità infantile fosse rimasto ai livelli del 1990. In gran parte, questo risultato dipende dai progressi nel campo delle vaccinazioni, della salute, dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari.

–        Dal 1990 il miglioramento della nutrizione ha ridotto del 37% il ritardo della crescita (malnutrizione cronica).

–        L’iscrizione alla scuola primaria è aumentata anche nei paesi meno sviluppati. Nel 1990 solo il 53% dei bambini in questi paesi era ammesso a scuola; dal 2011 il tasso ha raggiunto l’81%.

 

Le statistiche del rapporto mostrano le gravi violazioni sui diritti dei bambini:

–        Nel 2012, 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni – 18.000 ogni giorno – sono morti per cause prevenibili.

–        Il 15% dei bambini lavoratori svolge un lavoro che viola il diritto alla protezione da sfruttamento economico, all’istruzione e al gioco.

–        L’11% delle giovani donne si è sposato prima di aver compiuto 15 anni, correndo seri rischi per la salute, l’istruzione e la protezione.

 

I dati rilevano anche divari e ineguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti uniformemente:

–        i bambini più poveri del mondo hanno tre probabilità in meno di quelli più ricchi di essere assistiti da un operatore qualificato alla nascita.

–        In Niger, il 39% delle famiglie rurali ha accesso all’acqua potabile rispetto al 100% delle famiglie urbane.

–        In Ciad, per ogni 100 ragazzi che frequentano la scuola secondaria, le ragazze sono 44 – sono così escluse dall’istruzione e dalla protezione e servizi che potrebbero ricevere a scuola.

“I dati hanno un’importanza cruciale perché rendono possibile le azioni necessarie per salvare e migliorare la vita di milioni di bambini, soprattutto quelli più poveri” ha dichiarato Tessa Wardlaw, Responsabile UNICEF della Sezione Dati e Analisi. “Possono essere fatti ulteriori progressi solo se sapremo quali sono i bambini più trascurati, in quali aree i bambini e le bambine non frequentano la scuola, dove dilagano le malattie o dove mancano strutture igienico-sanitarie di base”.

Da quando, nel 1989, è stata firmata la Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e in prossimità della scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nel 2015, sono stati realizzati importanti progressi, ma i dati rilevano anche le mancanze e le diseguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti omogeneamente.

Inoltre, le innovazioni nella raccolta dati, nell’analisi e nella diffusione rendono possibile disaggregare i dati in base ad alcuni indicatori, come: posizione geografica, benessere, sesso, etnia e disabilità, per includere nelle statistiche anche i bambini che sono stati esclusi o trascurati.

Il rapporto richiede maggiori investimenti nelle innovazioni , in modo da correggere gli errori dell’esclusione.

“Per superare le esclusioni si comincia utilizzando dati inclusivi. Per migliorare l’acquisizione, la disponibilità e l’affidabilità dei dati sulle deprivazioni che i bambini e le loro famiglie devono affrontare, gli strumenti di raccolta e analisi devono essere costantemente migliorati  – e ne vengono sviluppati di nuovi. Ciò richiederà investimenti e impegni, sottolinea il rapporto.

Molte delle informazioni che abbiamo sulla situazione dei bambini sono il risultato di indagini realizzate a domicilio, in particolare le Indagini Campione a Indicatori Multiple (MICS). Definite e supportate dall’UNICEF, le MICS sono condotte dalle autorità statistiche nazionali e raccolgono dati disaggregati su una gamma di argomenti che riguardano la sopravvivenza dei bambini, lo sviluppo, i diritti e i comportamenti. A oggi, le indagini MICS sono state condotte in più di 100 paesi. Le ultime indagini sono state realizzate attraverso interviste che sono state completate in più di 650.000 famiglie di 50 paesi.

“Sono passati trent’anni da quando con La condizione dell’infanzia nel mondo l’UNICEF ha iniziato a pubblicare statistiche a livello globale e nazionale, per fotografare la condizione dei bambini nel mondo” – ha ricordato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera – “Con il lancio di un’edizione del rapporto dedicata ai dati, l’UNICEF invita i decision-makers e l’opinione pubblica generale a guardare e utilizzare queste statistiche (www.data.unicef.org) per realizzare un cambiamento positivo per i bambini. Da soli, i dati non possono cambiare il mondo. Ma rendono possibile il cambiamento, identificando i bisogni, sostenendo i diritti e misurando i progressi.

Con questo Rapporto diamo anche il via al 25° anniversario della Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che celebreremo il prossimo 20 novembre”.

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UNICEF, rapporto La condizione dell’infanzia nel mondo in numeri:

“Ogni bambino conta – Mostrare le disparità, promuovere i diritti dei bambini”-

 

SCHEDA DATI

 

SALUTE

  • Nel 2012, 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni – 18.000 ogni giorno – sono morti per cause prevenibili. La maggior parte di questi bambini viveva in città o paesi in cui, a causa della povertà o della posizione geografica, non esistono servizi.
  • Circa 90 milioni di bambini sarebbero morti prima dei 5 anni se il tasso di mortalità infantile fosse rimasto ai livelli del 1990. In gran parte, questo risultava dipende dai progressi  nel campo delle vaccinazioni, della salute, dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari.
  • I bambini più poveri del mondo hanno tre probabilità in meno di quelli più ricchi di essere assistiti da un operatore qualificato alla nascita.
  • L’insufficiente assistenza durante la gravidanza e durante il parto è una delle cause maggiormente responsabili delle circa 300.000 morti materne annuali e di circa 3 milioni di bambini morti durante il primo mese di vita.
  • Dal 1990 il miglioramento della nutrizione ha ridotto del 37% il ritardo della crescita (malnutrizione cronica).
  • Polmonite e diarrea sono le principali malattie killer dei bambini. Si stima che dei 6,6 milioni di morti infantili sotto i 5 anni, il 17% siano dovute a polmonite e il 9% alla diarrea.
  • Sono più di 1.400 i bambini che muoiono ogni giorno, in media, a causa di malattie diarroiche dovute a ad acqua contaminata, mancanza di servizi igienico sanitari e scarsa igiene personale.
  • Dal 1990, oltre 2,1 miliardi di persone hanno accesso ad acqua potabile sicura in tutto il mondo, questo progresso non è avvenuto per molte persone che vivono in aree rurali. Queste rappresentano meno della metà della popolazione mondiale ma sono l’83% di quelli ancora privi di risorse idriche per l’acqua potabile.
  • Sebbene la diarrea possa essere curata efficacemente e senza grandi costi con sali per la reidratazione orale, i bambini delle famiglie più ricche che si ammalano di diarrea hanno 4 probabilità in più di ricevere cure rispetto ai bambini più poveri.
  • Dal 1990 circa 1,9 miliardi di persone hanno avuto accesso a servizi igienico sanitari migliorati.
  • Ogni anno con i vaccini di routine si salvano dai 2 ai 3 milioni di bambini. Nel 2011, circa l’83% di tutti i bambini è stato vaccinato contro malattie immunoprevenibili.
  • Il numero di bambini sotto i 5 anni morti a causa del morbillo è diminuito da 482.000 nel 2000 a 86.000 nel 2012, grazie a una grandissima copertura vaccinale che ha aumentato il numero di bambini vaccinati dal 16% nel 1980 all’84% nel 2012.
  • I giovani tra i 15 e i 24 anni rappresentano circa il 39% dei nuovi adulti con infezione da HIV. I giovani hanno il diritto di conoscere come proteggersi.

 

PROTEZIONE

  • Nel mondo 230 milioni di bambini sotto i cinque anni – 1 su 3 – non sono mai stati registrati anagraficamente. Ufficialmente, sono bambini che non esistono.
  • A livello globale nel 2012, solo circa il 60% di tutti i neonati è stato registrato alla nascita. Il tasso varia significativamente a seconda della regione, con livelli più bassi in Asia meridionale e in Africa subsahariana
  • Il 15% dei bambini lavoratori svolge un lavoro che viola il diritto alla protezione da sfruttamento economico, all’istruzione e al gioco.
  • L’11% delle giovani donne si è sposato prima di aver compiuto 15 anni, correndo seri rischi per la salute, l’istruzione e la protezione.

 

ISTRUZIONE

  • Nonostante decadi di impegno, circa 57 milioni di bambini in età di scuola primaria non la frequenta.
  • A livello mondiale, solo il 64% dei maschi e il 61% delle femmine in età da scuola secondaria sono iscritti; mentre rispettivamente il 36% e 30%, nei paesi meno sviluppati.
  • Molte più ragazze oggi frequentano la scuola, ma nel 2011 ancora circa 31 milioni di bambine in età scolare risultavano analfabete.
  • L’iscrizione alla scuola primaria è aumentata anche nei paesi meno sviluppati. Nel 1990 solo il 53% dei bambini in questi paesi era ammesso a scuola; dal 2011 il tasso ha raggiunto l’81%.

 

Qualche esempio:

  • Nella Repubblica Democratica del Congo, le indagini campione a indicatori multipli dell’UNICEF (MICS) 2010 hanno rilevato che solo il 28% delle nascite era stato registrato. I piani di azione elaborati e realizzati con il coinvolgimento della comunità hanno portato ad un aumento della registrazione anagrafica: in un distretto, è passata dal 6% nel giugno 2012 al 41% nel dicembre 2012. Le donne in gravidanza hanno inoltre beneficiato nel 58% dei casi di almeno quattro visite prenatali rispetto al 16% dei sei mesi precedenti.
  • In Serbia, i dati delle MICS4 hanno mostrato un lento aumento delle iscrizioni in età prescolare, ma hanno rivelato lacune all’interno del paese. Altre domande aggiunte al questionario MICS hanno contribuito a determinare le ragioni specifiche per cui i bambini non frequentano la scuola materna, permettendo all’UNICEF di aumentare la consapevolezza dei genitori sull’importanza di stimoli nella prima infanzia e per sostenere una gamma più diversificata di opzioni nell’istruzione prescolare.
  • In Niger il 39% delle famiglie rurali ha accesso all’acqua potabile rispetto al 100% delle famiglie urbane.
  • Il 4% dei tanzaniani più poveri sono registrati alla nascita, rispetto al 56% dei più ricchi.
  • In Ciad, per ogni 100 ragazzi che frequentano la scuola secondaria, le ragazze sono 44.
  • In Burkina Faso, il 76% delle ragazze e delle donne tra i 15 e i 49 anni hanno subito mutilazioni genitali, ma solo il 9% è a favore della pratica.

 

MORTALITÀ SOTTO I 5 ANNI

I 10 paesi con i più alti tassi di mortalità sotto i 5 anni (su mille mati vivi), 2012

 

Sierra Leone                        182

Angola                                     164

Ciad                                          150

Somalia                                                   147

Rep. Dem. Congo             146

Rep. Centrafricana         129

Guinea Bissau                   129

Mali                                          128

Nigeria                                                     124

Niger                                        114

 

L’Italia ha un tasso di mortalità sotto i 5 anni (su mille nati vivi) di 4, e si posiziona al 174° posto, con altri 14 paesi del mondo industrializzato.