Scuola cambiar si deve, oggi e non domani

Scuola cambiar si deve, oggi e non domani
Si deve cambiare la scuola, oggi e non domani!

di Umberto Tenuta

Alto è il grido di dolore che viene dagli studenti delle nostre patrie scuole.

Ma nessuno lo ascolta, questo grido di dolore dei nostri giovani, perché maiora premunt!

E intanto la scuola vive la sua morte, così presente in ogni suo angolo.

Morte, non solo attraverso le bocciature, ma anche e forse soprattutto attraverso le possibilità formative che nessuno coltiva e che si perdono irrimediabilmente.

Se i fiori non sbocciano a primavera, sarà difficile che sboccino in autunno, quando cadono le foglie.

Qualcuno dirà che in effetti le cifre delle bocciature sono calate e di molto negli ultimi decenni.

Ma, dicevo, non contano solo le bocciature, perché si può anche non bocciare senza promuovere.

Si può anche consegnare a tutti gli studenti un pezzo di carta sul quale sta scritto abilitato, licenziato, diplomato, laureato! 

Mai i pezzi di carta a che cosa servono?

A tanti usi!

Certamente,  servono a riempire gli uffici statali! Tanto nessuno andrà mai a controllare se la burocrazia è efficace e ed efficiente.

Ma i pezzi di carta, al di fuori della burocrazia statale, nessuno li prende in considerazione!

Restano pezzi di carta che ammuffiscono sulle umide pareti delle case popolari.

La FCA (FIAT CHRISLER AUTO)  mette alla prova le competenze di coloro che dovranno seguire gli automi che producono ganasce e spinterogeni.

Ai liberi professionisti mica basta esporre nella sala di ricevimento le pergamene dei diplomi di laurea con 110 e lode!

Gli accorti clienti chiedono referenze a chi ha già usufruito dei servizi dei liberi professionisti.

E la regola rimane sempre: vinca il migliore!

Ed i migliori sono sempre di meno di quanti ne avrebbe bisogno un paese economicamente, tecnologicamente e culturalmente avanzato.

L’insuccesso scolastico si trasforma in crisi economica, tecnologica, civile, sociale, e personale anche.

Ma come è possibile che questa lapalissiana constatazione rimanga tale e non si provveda con urgenza −con la massima urgenza!– a riformare il sistema scolastico italiano, rendendolo una buona volta efficace ed efficiente?

Efficace, capace di garantire il successo formativo di tutti i giovani che ne usufruiscono per realizzare la piena formazione della loro personalità, piena formazione o successo formativo che costituisce un diritto inalienabile di ogni figlio di donna e di ogni cittadino italiano.

Efficiente, quindi capace di garantire il successo formativo a tutti i cittadini italiani col minor costo.

Utopia?

Certamente!

Ma non servono forse anche le utopie per uscire dalle morte gore?

Suvvia, diamoci una mossa, Onorevole Ministra Carrozza!

Nell’interesse dell’Europa, nell’interesse dell’Italia, nell’interesse dei cittadini italiani tutti, la scuola italiana diventi anch’essa competitiva nel mercato internazionale!

Sia almeno alla pari della Finlandia e della Corea del Sud!

Popolo di Navigatori e di Poeti, ma anche popolo di antica dignità, gli italiani possiedano risorse grandi di braccia, di intelligenza, di cuore!

Ma ritorniamo al sistema formativo integrato, offrendo alle madri le migliori condizioni perché esse possano garantire ai propri figli, nascituri e nati, le migliori condizioni formative!

Creiamo un sistema formativo integrato che funzioni sin dal primo vagito dei figli di donna.

A un anno si pattina, a tre si suona il violino e si parlano due lingue![1]

 

Ancora prescuola, la Scuola dell’infanzia?

Ancora primaria, la scuola dai sei ai dieci anni?

Ancora secondarie, le scuole successive?

Suvvia! Guardiamo in faccia la realtà!

La scuola tutta, dall’infanzia alla fanciullezza alla preadolescenza, all’adolescenza, funziona solo se tutti, dirigenti, docenti e non docenti sanno fare bene il loro mestiere.

È questa la priorità: la formazione degli uomini che fanno la scuola. 

Il sistema formativo non garantisce il personale qualificato per l’esercizio di così rilevanti professionalità?

È un circolo vizioso, dal quale non si è ancora usciti.

Dopo quella gentiliana, tutte le riforme finora fatte sono fallite.

Ne resta una sola da fare!

Abolire il valore legale dei titoli di studio per rendere finalmente autonome le istituzioni scolastiche.

Il libero mercato, la competizione sul piano locale, nazionale e internazionale, in una civiltà globale!

I Dirigente scolastici sono dirigenti, e come tali vanno retribuiti e responsabilizzati. Ma essi, mai, e per nessuna, nessuna ragione al mondo, possono non impegnarsi con entusiasmo, con passione, con competenza, nel loro compito di animatori e coordinatori dei docenti!

I docenti sono gli artisti e gli scienziati dell’educazione, e come tali vanno retribuiti e responsabilizzati. Ma essi, mai, e per nessuna, nessuna ragione al mondo, possono non impegnarsi con entusiasmo, con passione, con competenza, nel loro compito di animatori e coordinatori degli studenti che quotidianamente si impegnano a crescere, a divenire adulti, grandi, alimentandosi alle fonti della cultura che i loro padri hanno creato nel corso dei millenni e che essi, in così breve lasso di tempo debbono riscoprire, reinventare, ricostruire.

Dei successi formativi dei giovani rispondono i genitori, a norma dell’art. 30 della Costituzione Repubblicana del 1948.

Nella scuola i figli di donna continuano la loro gestazione; si nutrono alle fonti del sapere, crescono, maturano, diventano alti, adulti: uomini e professionisti.

Maturi per l’esercizio delle professioni, da quella del falegname a quella dell’ingegnere, da quella del meccanico a quella dell’informatico, da quella del ragioniere a quella dell’economista, da quella del maestro di scuola a quella di dirigente superiore per i servizi ispettivi del MIUR.

Compito altissimo, forse più grande di quello delle madri, quello dei docenti, compito che nessuno può disattendere, per nessuna ragione al mondo, come non lo disattende nessuna ostetrica, pena la condanna alla gogna.

Ma oggi la scuola langue nell’abbandono e soffrono i giovani, e le madri, e i padri,

Quanta sofferenza!

Non naturale, come un tempo, ma non oggi, quella del parto: “tu donna partorirai con dolore”!

Se oggi anche i parti avvengono senza dolore e se gli aborti sono condannati, come si fa ad assistere a tanti aborti nelle nostre scuole?

Aborti, non solo per mortalità scolastica, ma anche e soprattutto per processi formativi che non si realizzano con successo per tutti i figli di donna!

Aborti, ma soprattutto mutilazioni, mutilazioni di intelligenze che non si attivano, di cuori che non battono per ogni cosa bella e buona che nell’universo si squaderna e vive.

Oh, quante miniere inesplorato e quante possibilità formative inespresse!

Quante possibilità formative non favorite, Onorevole Ministra Carrozza, Onorevole Presidente dal Consiglio dei Ministri!

 

Il nostro è un paese grande!

Non dimentichiamo che italiani sono il Cristianesimo ed il Sacro Romano Impero, Dante e Petrarca, Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, Cristoforo Colombo e Guglielmo Marconi, e non ultimo, di origini italiane è anche George Mario Bergoglio!

 

Allora? Allora, diamoci una mossa, Onorevole Ministra Carrozza!

Sù, un po’ di orgoglio mica fa sempre male!



[1] IBUKA M., A un anno si pattina, a tre si legge, e si suona il violino, Armando, Roma, 1984