Amore di scuola

Amore di scuola
Amori a scuola, e non solo!

di Umberto Tenuta

 

Ogni essere che agisce, agisce perché mosso da qualche amore!

Solo i folli agiscono senza motivi, e agiscono senza saperlo, agiscono senza volerlo.

Ma noi non siamo folli!

E non sono folli i nostri giovani, gli studenti che ogni mattina avvertono e soffrono la costrizione di dovere andare a scuola, la costrizione di dover stare seduti nei banchi biposti, la costrizione di dover ascoltare il professore di turno che, non chiamato, entra in classe, fa appena un cenno di saluto, sale in cattedra, prende il registro, sì, quello elettronico, e scrive la lezione che ha preparato per questa mattina e che si affretta a declamare, con voce stanca, come per dire, vedete, io il mio dovere, il dovere per il quale sono pagato, lo adempio; ora tocca a voi, studenti che state seduti, immobili, in assoluto silenzio, le bocche chiuse senza sbadigli, con assoluto divieto di parlare con i vostri compagni che, come voi, con le mani conserte, le orecchie tese, la bocca giusta, senza sbadigli, mi state  ad ascoltare.

Ora tocca a voi ascoltare, memorizzare, ripetere sul libro di testo, imparare bene per venire a ripetere a me, quando ne ho desiderio, quando vi chiamo, a caso, così come capita, scorrendo l’elenco dei nomi sul registro e fermandomi dove io voglio, io e non voi.

Poveri studenti, non studenti, non innamorati del sapere dispensato dai docenti, di tutt’altre cose innamorati!

Ma perché non ascoltarli questi giovani, questi cuori che battono forte, questi cuori che sprizzano la vita da tutti i pori della loro pelle, che saltano, che corrono, che cercano i loro compagni, che guardano oltre la siepe!

Pensate, Voi Professori, pensate che i vostri giovani studenti non vogliano ascoltare le poesie che voi che recitate, con la stessa passione, se non con la stessa voce di Gassman?

I giovani amano la poesia che tocca i loro cuori, che li fa vibrare di gioia, gli occhi incantati, la bocca aperta!

Oh, miracolo della poesia che nelle vostre aule aleggia, è di casa, soffio leggero della vita!

Oh! Miracolo delle letture che voi fate fare ai vostri giovani studenti, letture del paesaggio che si distende nel verde dei prati, nel marrone delle colline, nell’azzurro cupo dei monti che chiudono la vostra verde valle!

Oh! Miracolo delle letture dei vostri centri abitati, che parlano lingue diverse, lingue di storia antica e recente, lingue di storia toponomastica, lingue di forme geometriche le più varie, lingue dall’arte delle vostre chiese, dei vostri monumenti!

Oh, giovani studenti, nella vostra scuola vivete la gioia di ricercare e di trovare risposte a tutte le domande che nascono dalla vostra innata curiosità, curiosità di conoscere, curiosità di fare, curiosità di vivere i sentimenti umani più nobili, della gioia di donare, della gioia di abbracciare i vostri giovani amici di ogni terra, di ogni luogo vicino e lontano! Sì, a scuola voi vivete la gioia di ricercare e di trovare, da soli, e senza chiederle agli altri, le risposte a tutti i vostri perchè, perché che tutti i giovani pongono senza aspettare risposta, perché le risposte amano trovarle da soli, seppure a volte chiedendo ai docenti qualche discreto suggerimento.

Oh giovani che di amore siete figli, che di amore vi alimentate, che l’amore cercate per il vostro domani, ora, nella scuola, vivete l’amore di scoprire nuove conoscenze, l’amore di acquisire nuove capacità, capacità di correre, di saltare, di nuotare, di esplorare, di guardare i cieli azzurri, gli arcobaleni dei popoli che vivono sul pianeta Terra, l’amore di imparare a conoscere, a vivere nuove passioni, passione del bello, passione del buono, passione della storia dell’uomo, passione della lettura del cielo stellato, passione della scalata delle colline e dei monti delle terre vicine e lontane, passione di ascoltare il ritmo del vostro cuore e il ritmo delle poesie che i vostri docenti recitano.

Si, nuove passioni, passioni sconfinate, passioni per l’intero scibile umano che vi prende, che vi possiede, che non vi dà pace, che vi prende la notte e il dì.

O la vostra amata Scuola, scuola per crescere in virtute e canoscenza, scuola dei vostri amori, amori che non conoscono confini di spazio e di tempo, passioni che saranno le campagne fedeli della vostra vita, vita di uomini, nati quali voi siete, non per vivere come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza!

 

Grazie, o Scuola!

Grazie, o Maestre, o Maestri, per questo amore, per questa gioia che voi regalate ai nostri giovani, ai nostri figli!

Maestre e Maestri grazie, voi avete realizzato la scuola dell’amore, della gioia di apprendere, della gioia di vivere: la scuola che tutti i giovani la notte sognano di trovare all’alba del nuovo mattino della loro vita.

Voi Maestre, Voi Maestri, siete troppo grandi per deluderli!