“Qualcuno mi dica perché mio figlio soffre tanto”

“Qualcuno mi dica perché mio figlio soffre tanto”: la disperazione di una mamma

Cristian aveva 16 anni quando una miocardite gli provocò un arresto cardiaco e danni cerebrali. Da novembre però le sue condizioni sono peggiorate. “Urla fino a 15 ore al giorno, ma i medici si limitano a darci miscugli di farmaci. Chiedo solo una diagnosi e una cura”

da REDATTORE SOCIALE
12 marzo 2014

ROMA – “Chiedo che qualcuno mi aiuti a capire perché mio figlio soffre e urla: non vogliamo essere liquidati con il solito miscuglio di inutili farmaci”. L’accorato appello arriva dalla Sardegna, a lanciarlo è Maria Rita Lo Verso, mamma di Cristian. “Mio figlio era sano, robusto e felice. Poi, dieci anni fa, accadde quello che mai mi sarei aspettata”. Aveva sedici anni, quando una miocardite virale gli provocò un arresto cardiaco, che durò alcuni minuti: quanti bastarono a provocargli gravi danni cerebrali. “Stava raggiungendo i suoi amici nella sala giochi del paese – racconta la mamma – ma in sala giochi non è mai arrivato. Da quel giorno, non si è più alzato in piedi, ha smesso di vedere e di comunicare”. Una tragedia a cui la famiglia – mamma, papà, un fratello maggiore e una sorella minore – ha reagito con energia, ponendo ogni cura e dedizione all’assistenza del ragazzo. “Nonostante la sua condizione – racconta la mamma – mio figlio è sempre stato allegro e sorridente. Finché, a novembre, sono iniziate continue crisi: Cristian si contorce per il dolore, soffre, urla, a volte anche per tutta la giornata. Giorni fa, ha urlato dalle 9 di mattina alle 10 di sera. E nessuno di noi riesce a capire cosa gli succeda”.

Non ci riescono i familiari, ma pare che non ci riescano neanche i medici: i tanti a cui la famiglia si è rivolta in questi mesi, spendendo tempo, fatica e soldi. “Nessuno però ha dedicato l’attenzione necessaria a Cristian – denuncia oggi la mamma – Ho portato ai vari neurologi il video di una delle sue crisi, per mostrare loro cosa gli succeda in quei momenti. Ma tutti si sono limitati a guardare il video rapidamente e liquidarmi con una prescrizione di farmaci ogni volta diversi”. Quello che Maria Rita chiede è che “Cristian sia ricoverato per il tempo che serve a capire cosa abbia e come debba essere curato. Invece, anche dall’ospedale di Sassari, dove l’ho portato ultimamente in seguito a una brutta crisi, ci hanno liquidati in fretta, rispedendoci a casa con una nuova ricetta”. Anche in rete, Maria Rita sta facendo girare il suo appello. Recentemente, ha deciso di rendere visibile il dolore di suo figlio, pubblicando il video di una recente crisi di Cristian: immagini drammatiche, che raccontano il dolore misterioso del ragazzo, ma anche “il mio grande senso di impotenza – dice la mamma – che mi ha gettato nella depressione”.

Di tutto il resto, Maria Rita non può lamentarsi, nonostante tutto: “Dalla regione Sardegna riceviamo l’assistenza che ci serve: 7 ore al giorno. Purtroppo però ci è stata tolta la logopedia e ci è stata ridotta al minimo la fisioterapia: solo 60 sedute l’anno. La chiamano cura di mantenimento, dicono che per Christian non sono possibili miglioramenti”. Ma la mamma non ci crede. “Io so che Cristian potrebbe fare progressi, se solo ci fosse uno specialista disposto a seguirlo con attenzione. Ora abbiamo individuato un luminare della neurologia in Austria, presso il centro di riabilitazione di Innsbruck – racconta – Ha aiutato molti ragazzi nelle condizioni di Cristian. Il problema per me è portarlo lì: se Cristian potesse viaggiare in auto, sarei già partita. Ma per lui serve una barella, un’ambulanza o addirittura un elicottero. E un trasporto del genere è concesso a Bersani o a Schumacher, ma non ai nostri ragazzi”.

Così, Maria Rita ha prenotato una visita domiciliare con il “luminare” di Innsbruck, che le costerà 2.600 euro. “possibile che debba costare così tanto avere una risposta sul dolore di nostro figlio? Possibile che in Italia nessuno sappia prendersi seriamente carico del suo caso? Possibile che non interessi a nessuno capire e spiegarci perché soffre tanto e come possiamo aiutarlo?”. Maria Rita, per adesso, non ha alcuna intenzione di sospendere le sue ricerche… (cl).