Programmi didattici da svolgere Programmi di vita da realizzare

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PROGRAMMI DIDATTICI DA SVOLGERE PROGRAMMI DI VITA DA REALIZZARE

di Umberto Tenuta  

L’assillo dei docenti: il programma da svolgere!

Il programma è il padrone di casa della scuola, il negriero implacabile che tutti asservisce, dirigenti scolastici, docenti, studenti e tutti coloro che nella scuola operano, operatori scolastici tutti.

Ma è proprio così, è proprio per questo che è nata la scuola?

La scuola è nata nelle capanne dei villaggi, nelle piazze di Atene, nei fori imperiali di Roma, per aiutare i giovani a divenire adulti, a crescere in virtù e canoscenza, come già il maestro Ulisse gridava ai suoi compagni in alto mare.

La scuola non serve a riempire le teste di nozioni, di saperi, di conoscenze, che peraltro oggi possono essere agevolmente portate appresso in un pacchetto di sigarette di formato MD.

La scuola ha un compito ben più nobile: offrire ai giovani un aiuto prezioso −prezioso e necessario− per realizzare la loro seconda gestazione, quella che gli uomini hanno compiuto fino ad oggi, sin dal momento della loro discesa dall’albero, creando la cultura che li ha fatti e li fa uomini.

Scrive Kant che uomini non si nasce ma si diventa solo attraverso l’educazione, l’acquisizione della cultura, della cultura che non riempie una mente inesistente ma forma una mente che tutto assimila, che di tutto si nutre, si alimenta, si accresce.

La mente dell’uomo ha bisogno di nutrirsi di sangue e di cultura; solo così diventa capace di far camminare eretto il bambino, capace di opporre il pollice alle altre dita −cosa che il bimbo alla nascita non sa fare− capace di muovere la lingua per modulare i fonemi e farle pronunciare la parola, il verbo, la parola divinamente umana e umanizzante.

La vedete, voi, questa creatura dalle sembianze umane che ogni giorno più si umanizza, diventa homo habilis, homo sapiens, homo patiens?

Sì, non solo capace di ergersi sulle gambe ma anche capace di camminare, di correre, di saltare, di nuotare.

Non solo capace di segnalare i suoi bisogni con il pianto ma anche di chiamare la mamma perché gli levi i pannolini.

Lo vedete voi questo bimbo che a un anno il babbo aiuta a pattinare e che mamma, papà, fratelli e sorelle, nonne e nonni, zie e zii aiutano ad esplorare ed a conoscere il mondo che intorno gli si squaderna?

Impara i nomi, i verbi, gli aggettivi, gli avverbi, le congiunzioni…senza grammatiche!

Impara e si ripete le ninne nanne che la mamma gli canta.

Impara le musiche che nella sua stanzetta allietano le sue orecchie e gli fanno acquistare la sensibilità e le competenze musicali.

A due anni impara a leggere.

A tre anni suona il violino, parla due lingue.

Ora la lingua, le lingue ha appreso.

Ora a camminare, a saltare, a corre ha imparato.

Ora le terre vicine conosce.

Altre terre, altri continenti, altri pianeti lo aspettano!

Musiche, danze, canti, poesie, lingue diverse, paesi, storie diverse, terre e cieli vicini e lontani deve sempre più far suoi.

Un uomo grande egli deve diventare, egli vuole diventare!

E lo grida forte!

Grande, grande, grande io voglio diventare!

Tu, mamma, gli hai dato tutto quello che potevi.

Ora chiedi aiuto alla maestre!

E le maestre ti ascoltano, ti promettono che ti aiuteranno, che ti sostituiranno nella immane impresa di acquisire conoscenze, di acquisire capacità, di maturare atteggiamenti umani.

tenutaSì, le maestre si impegnano, non a riempire la testa del tuo bimbo, ma a farla crescere, a formarsi, ad assumere la sua forma, a divenire sempre più evoluta, sempre più una testa ben fatta, una testa di uomo, una testa di scienziato, una testa di filosofo. Ma non solo la testa!

Anche il cuore ha bisogno di divenire più sensibile al bello, al vero, al buono.

Anche il corpo ha bisogno di divenire più abile, più capace di correre, di saltare, di danzare.

Insomma, questo giovane ha bisogno del tuo aiuto, o maestra, o maestri, o scuola, per diventare Socrate, Dante … un uomo che tutti grandi uomini in sé assomma, integra.

E tu, o scuola, non gli riempirai la testa, ma lo aiuterai a formarsela, perché formarla che non puoi, perché riempirla non serve, e peraltro nemmeno puoi.

Nel suo grembo, amorosa la mamma lo ha aiutato a prendere sembianze umane.

Nella scuola, o maestre, o maestri, o dirigenti scolastici, operatori scolastici tutti, voi lo aiuterete a diventare un uomo, un uomo grande, un uomo più grande di voi!

Non sta scritto nella mitologia greca che i figli uccidono i padri?

Ecco, voi, maestre, maestri, aiutate i vostri studenti a divenire più grandi di voi, ad uccidervi con la loro grandezza, una grandezza più grande della vostra grandezza!

È questo il vostro compito, è questa la vostra missione, è questo il vostro desiderio, è questo il vostro impegno: aiutare i vostri studenti a nutrirsi di cultura per diventare uomini, uomini grandi, come e più grandi di voi.

E, in tutto questo impegno, voi generosamente tenete presente che maxima puero debetur reverentia! (Giovenale, Satire, XIV, 47).