Lingua straniera era ora!

LINGUA STRANIERA ERA ORA!

di Umberto Tenuta

Lingue straniere nella scuola primaria, e non solo, con docenti di lingua madre, dice la Ministra Stefania Giannini!
Da quando −or sono decenni!− le lingue straniere sono entrate nella scuola primaria, quale coordinatore dell’apposito gruppo provinciale, ho sempre predicato che gli studenti non debbono sapere che il docente di lingua inglese, francese, tedesca, spagnola… sa parlare anche in italiano.
Vox clamans in deserto!
Ancora ieri un giovinetto mi dice che la sua docente di lingua straniera parla un perfetto italiano e non la smette mai durante la sua ora di lezione.
Ora, grande Ministra Stefania Giannini, tutto cambierà!
Tutto cambierà nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria.
Vedrete che i docenti di lingue straniere più non sapranno parlare in italiano ed a mala pena sapranno capire che cosa dicono gli studenti in dialetto siciliano, calabrese, napoletano, abruzzese, fiorentino, veneto….!
Ci voleva proprio una nuova ministra?
A quanto pare proprio sì.
Ora vedrete che già a tre anni, come diceva Renzo Titone, come diceva Masaru Ibuka, autorità famose nel campo dell’educazione linguistica, i bambini torneranno a casa e diranno alle mammine:
Bonjour, ma mère!
Hello mom!
Hola mamà
E le mamme, ed i papà, e le sorelle, ed i fratelli impareranno anch’essi le lingue straniere!
Miracolo!
Due piccioni con una fava.
Sì, un enorme guadagno, un guadagno industriale, Ministra Giannini!
Ma sapete una cosa?
Le docenti di lingua italiana si prenderanno gelosia delle colleghe di lingua straniera e gli studenti dovranno parlare, sì, dovranno parlare, insomma non dovranno più stare seduti in silenzio, con la bocca chiusa, ma dovranno parlare con i vicini di banco, che saranno almeno tre, e dovranno parlare in lingua italiana!
E la grammatica più non dovranno imparare sul libro digitale di Grammatica ma attraverso il linguaggio parlato.
Infatti, nei loro primi anni di vita i bambini imparano la lingua materna ascoltando ed osservando coloro che parlano intorno a lui, mamme, papà, nonne e nonni, zie e zii.
Semmai, poi, a scuola fanno una riflessione linguistica, come si diceva nei dimenticati programmi del 1985, una riflessione linguistica, e osservano che c’è una persona, un soggetto, che legge e un oggetto, un complemento oggetto, che viene letto.
E così gli studenti apprendono che cosa è il soggetto e che cosa è il predicato verbale.
Il soggetto ed il predicato verbale non sono una strana invenzione dei grammatici, ma sono la struttura del nostro parlare, cioè il legame, la sintassi (da: syn – tàxis, ordinare insieme, collegare) che lega le parole, come sempre avviene quando non si leggono le parole su un vocabolario ma, perentoria, la mammina ordina:
−Alberto, tu bevi la camomilla!
−E tu, Maria, bevi la tua tazzina di caffé!
Ma aggiunge:
−Maria, tu stai ben attenta a non ingoiare la tazzina ma il caffé che ci sta dentro, il caffé che è l’oggetto del tuo piacere mattutino, e pomeridiano anche, se fai la brava!

Ministra Giannini, tu dici che è una rivoluzione silenziosa!
No, Ministra Giannini, una rivoluzione a voce alta, perché tutti ascoltino, perchè tutti sentano, perché tutti godano!
La rivoluzione di imparare le lingue, non nel silenzio tombale delle aule con gli studenti a mani conserte, seduti nei banchi biposti, ma in un daffare congeniale ai nostri giovinetti −per loro natura irrequieti, ma, per grazia di Dio, ancora non inquieti− insomma nel daffare di scambiarsi opinioni sui vestiti della giovane docente di inglese che non recita brani di prosa insignificanti, ma legge le lettere che gli studenti londinesi le inviano.
Ella, la docente di lingua inglese, dopo la sua lettura esemplare, passa le lettere ricevute ai suoi studenti napoletani, perchè le leggano e preparino le risposte, magari con una simpatica battuta napoletana.
E poi, giacché il ghiaccio è stato rotto, gli studenti napoletani chiedono alle loro amiche londinesi di avviare una simpatica corrispondenza, meglio se su Skype.
Che bello!
Gli studenti napoletani e gli studenti londinesi si scambiano messaggi e ciascuno parla della storia patria, dei fiumi, dei monti, dei monumenti nazionali.
Le lingue si fanno strumenti di apprendimento delle diverse discipline, strumenti culturali, strumenti artistici, strumenti poetici, economici, gastronomici, anche perchè gli studenti napoletani inviano una bella descrizione illustrata della pizza e gli studenti londinesi inviano una bella descrizione illustrata del sandwich.

Sentite!
Non riesco a trattenere la gioia.
Grazie, Ministra Giannini!