Organico da Champions League e ambizioni da Coppa Italia

Organico da Champions League e ambizioni da Coppa Italia

di Stefano Stefanel

         Il sistema scolastico italiano non è omogeneo: in alcune sue parti è debolissimo, in altre è accettabile, in altre ancora buono. Una piccola parte del sistema scolastico nazionale è di altissimo livello e tutto questo è stato puntualmente certificato dall’Ocse e dall’Invalsi. Molti Licei del Nord hanno livelli finlandesi nelle rilevazioni Ocse Pisa, mentre i dati Invalsi mostrano punte altissime in alcuni Licei. Dati noti e anche ampiamente commentati. Io penso che il sistema scolastico italiano possa uscire dall’attuale grave crisi in cui si trova solo se i Licei dei Nord fanno sistema e utilizzano il loro punto di vista privilegiato per indicare progettualmente come migliorare. Le modalità dell’orientamento italiano portano i migliori studenti nei Licei, che sono sempre di più scuole di assoluta eccellenza o in termini assoluti o in termini di confronto con gli altri tipi di scuole. I Licei sono delle scuole privilegiate e dovrebbero mettere i propri privilegi al servizio del sistema dell’istruzione e non della propria autoreferenzialità.

Per sviluppare il mio pensiero devo però far ricorso ad una metafora calcistica. Avviene che molti Licei abbiano organici da Champions League con ottimi studenti, ottimi docenti, molti soldi, strutture funzionanti, enti locali attivi, stakeholder attenti, ma che abbiano maturato e continuino ad avere una ambizione a vincere la Coppa Italia. Per vincere la Coppa Italia (competizione locale con gli altri istituti della zona) non serve molto se si ha un grande organico: basta un buon gioco tradizionale. Anche perché in Coppa Italia ci sono il Sassuolo, il Brescia e la Virtus Lanciano. Per vincere la Champions League invece serve di più (lo sa bene la Juventus che domina in Italia e all’estero arranca) perché ci giocano Barcelona, Bayern, Real Madrid, Paris St Germain,ecc.. Ed è evidente che per vincere la Champions League ci vuole qualcosa di più.

Perché le nostre scuole migliori puntano alla Coppa Italia e non alla Champions League? Io credo perché per competere nel mercato europeo della conoscenza ci vuole innovazione e alle nostre scuole l’innovazione non piace. Preferiscono la tradizione: dunque Coppa Italia, Coppa Italia, Coppa Italia. In Italia infatti tiene ancora il detto: “Squadra che vince non si tocca”. Con questa logica l’Inter da Mourinho in poi è andata verso i “zero tituli”.

In Italia si continua a credere che se qualcosa funziona va conservato così per sempre, salvo poi accorgersi che tutto il sistema nel frattempo è andato in malora. Invece l’innovazione è l’elemento più necessario per i sistemi d’eccellenza, mentre è un passo azzardato per i sistemi in crisi. Innovare oggi la Scuola media o gli Istituti professionali è un vero suicidio, se quell’innovazione non nasce da visioni sistematiche accertate e certificate. L’innovazione e la sperimentazione dovrebbe essere pinta dai Licei e dalle Scuole dell’Infanzia, che sono la parte più funzionante del sistema.

L’innovazione però si può fare solo in un modo: innovando. I piccoli e penosi passi invocati da tutti lasciano le cose come stanno e non portano da nessuna parte. Didattica frontale, interrogazioni, compiti, penne e quaderni, fogli protocollo, campanelle, orari rigidi, banchi, palestre poco attrezzate, ecc. sono il continuum  della nostra scuola, una maledizione che non cessa e che ci allontana dall’innovazione.

Anche dove ci sono organici da Champions League vive la vocazione a puntare alla Coppa Italia. Mentre tutto il resto retrocede. Chi però pensa  che la colpa di questa idiosincrasia all’innovazione sia solo dei docenti sbaglia di grosso: i docenti sono i massimi interpereti del conservatorismo perché spinti da una società che non vuole innovare. Gli studenti e le famiglie sono talmente abituati al sistema scolastico così come è organizzato che davanti alle innovazioni contano le pagine del programma svolto. Anche dove sono parte integrante dell’Organico di Champions, famiglie e studenti spingono perché tutto venga riprodotto senza grandi modifiche. Così anche organismi morenti come i Consigli di classe, gli Esami di Stato, i Ricevimenti generali, ecc. nel profondo sono ciò a cui il sistema si ancora per rimanere se stesso.

Molti insegnanti nascondono il proprio conservatorismo dietro al conservatorismo di alunni e famiglie, senza rendersi conto che un sistema che non sa innovare è destinato al’obsolescenza. Credo sia necessario cominciare ad agire sulle motivazioni e cercare di far capire agli Organici che se sono da Champions devono puntare alla Champions. C’è molta responsabilità in chi sta in alto e punta in basso.