Giovani dimenticati anche dalla stampa

GIOVANI DIMENTICATI ANCHE DALLA STAMPA

di Umberto Tenuta

I giovani, dimenticati anche dalla stampa!

 

Leggo i comunicati ANSA, leggo le riviste , leggo i quotidiani.

Notizie di politica, di sport, di economia, di arte, e che più ne ha più ne trova.

All’educazione dei giovani qualche scarno riferimento, tranne le riviste specializzate che solo gli specialisti, in verità alquanto scarsi, leggono.

Eppure l’evento educazione è primario, è l’evento che tutti precede, che tutti condiziona.

Non ci sono politici, se non c’é educazione, non ci sono sport se non c’è educazione, non ci sono artisti se manca l’educazione…

L’uomo nasce ignudo!

Deve vestirsi di cultura.

È la cultura che lo fa l’uomo.

E la cultura ciascun figlio di donna se la deve cucire addosso, dentro il corpo, dentro il cuore, dentro la mente.

E questo non può farlo da solo.

Ha bisogno di qualcuno che lo aiuti!

Aiutare ad alimentarsi, aiutare a crescere, aiutare a diventare adulto, questo è il compito dell’educazione.

Se uomini si diventa solo attraverso l’educazione, come dice Kant, allora non c’è evento cosmico più grande dell’educazione.

E perciò ne deve parlare Internet, ne deve parlare la televisione, ne deve parlare la stampa, ne debbono parlare le riviste settimanali, quindicinali, mensili.

Coloro che ne parlano sono pochi e pochissimi sono anche coloro che li ascoltano.

Se oggi c’è un problema occupazionale dei giovani, se oggi c’è un problema comportamentale dei giovani, se oggi c’è un disagio dei giovani, se oggi c’è un’emergenza giovanile, allora la prima cosa da fare è occuparsi dell’educazione dei giovani, nella famiglia, nella società, ma anche e forse soprattutto nlla scuola, alla quale il compito dell’educazione dei giovani viene primariamente affidato.

E parlare dell’educazione dei giovani non significa solo parlare della casa della scuola, ma anche e soprattutto, e primariamente, significa occuparsi di chi la scuola fa e di come la scuola si fa.

Più di un quarto della vita dell’uomo è dedicato alla sua formazione.

Quanto è produttivo questo tempo?

Domandiamocelo!

Poniamolo al centro dell’attenzione anche dalla stampa mensile, settimanale, quotidiana.

Nulla dies sine linea.

Nessun giorno senza che la stampa si occupi di educazione e di scuola!

La scuola la fanno i docenti ed i docenti dovrebbero essere coordinati dai dirigenti scolastici.

Se ne prenda cura anche la stampa!

Sappiamo che nel processo educativo dei giovani il ruolo primario è quello svolto dalla famiglia e, poi, anche e forse soprattutto dalla scuola.

Ma scuola e famiglia non possono non tener conto che educa la società tutta.

Nelle riviste specialistiche si parla di società educante, di sistema formativo integrato.

Funziona e come funziona la scuola?

Funziona e come funziona il sistema formativo integrato?

Domandiamocelo!

E cerchiamo risposte, risposte provvisorie, non definitive, in termini probabilistici, perché nulla di definitivo esiste in ogni attività umana, nella musica, nella pittura, nell’architettura, nella fisica, nella chimica, nell’astronomia, nell’astronautica che ci aprirà il varco ad altre terre quando la Terra finirà il suo ciclo vitale.

Le risposte che abbiamo sono estremamente carenti, come dimostra il disagio giovanile che nel sistema formativo integrato trova il suo terreno di coltura.

Basti pensare al ruolo passivo che nella scuola soffrono gli studenti.

Il docente ordina di restare immobili e gli studenti stanno inchiodati sulle sedie dei banchi biposti.

Il docente ordina il silenzio e gli studenti chiudono la bocca.

Il docente parla, fa lezione, espone, dimostra, presenta, ordina che cosa scrivere e come scriverlo, e gli studenti eseguono.

Eppure chi ha studiato un poco i problemi educativi sa che nell’apprendimento i soggetti svolgono un ruolo attivo, non sono insegnati ma apprendono, ricercano, riscoprono, inventano.

Non solo!

Sappiamo anche che per inventare, scoprire… occorre voler inventare, volere scoprire…

Il problema della motivazione è il primum dei processi formativi.

Nella scuola quale cura viene dedicata alla motivazione?

Quanto tempo alla motivazione, quanto tempo alla proposta di itinerari di ricerca, quanto tempo all’impegno cooperativo di ricerca dei giovani, quanto tempo alla sintesi magistrale, quanto tempo alla verifica dei risultati educativi, dell’attività educativa proposta dai docenti ed eseguita dagli studenti?

Avevo sete e tu mi hai dissetato.

Avevo fame e tu mi ha sfamato.

Ma avevano fame, ma avevamo sete gli studenti, tutti gli studenti, anche quelli dell’ultima fila di banchi, là, agli angoli estremi dell’aula?

Quali cibi abbiamo dato ai giovani?

I cibi precotti, i cibi omogeneizzati, i cibi liofilizzati?

I riassunti di storia, di geografia, di botanica, di zoologia, di fisica, di grammatica, di poesie finanche!

E quali strumenti utilizzano gli studenti a scuola rispetto a quelli di casa, ove hanno a disposizione la Televisione, il Cellulare, Internet, i Tablet, i campi sui quali correre, le pianure, i monti, i fiumi, i laghi, i mari da esplorare?

A teatro recita Gassman, e a scuola la poesia il docente spiega, verso dopo verso, e gli studenti imparano a memoria, traducono in prosa.

Insomma, i problemi della scuola non mancano, i problemi dell’educazione non mancano.

Obbligati a frequentare la scuola sono tutti, ma gli eletti sono pochi, molto spesso per diritto di nascita, ed a casa assistiti dal pedagogo, dalla madre, dalla nonna o zia che sia.

Se poi nella società si verificano certi eventi, domandiamoci dove e perché questi eventi potevano essere prevenuti.

Che l’educazione dei giovani sia cosa primaria non dovrebbe essere cosa di secondaria considerazione da parte di tutti, compresa la stampa.

Non dimentichiamo i giovani, non dimentichiamo i loro problemi, non dimentichiamo la scuola!

Occupiamoci di scuola anche sulla stampa quotidiana, settimanale, quindicinale, mensile!

Anche perché i libri stampati che si occupano di educazione e di scuola non mancano ma pochi, troppo pochi −anche tra gli addetti ai lavori− li leggono!