Giannini: i nuovi scatti si chiameranno “merito”

da Tecnica della Scuola

Giannini: i nuovi scatti si chiameranno “merito”
di Alessandro Giuliani

Intervista della ‘Tecnica della Scuola’ al ministro dell’Istruzione. Che conferma l’intenzione di rivedere l’attuale sistema stipendiale: la retribuzione degli insegnanti, ci dice, non può più essere basata solo sull’anzianità. Bisogna premiare i più capaci, i più preparati, chi si impegna di più. Però è consapevole che per farlo c’è bisogno del consenso dei partiti e dei sindacati. Sul reclutamento: i precari vanno riassorbiti, in un’ottica di lungo periodo dobbiamo bandire solo concorsi a cattedra. Crede tanto nella valutazione. Ed è pronta a battere cassa al governo: occorre riportare il Mof ai livelli del 2011. Anche perché il Miur è ormai il Ministero dell’emergenza.
Il ministro Stefania Giannini ha messo piede al Ministero dell’istruzione da poco più di un mese, ma su come gestire il suo mandato sembra avere le idee chiarissime. Soprattutto su un punto: rivedere il contratto collettivo nazionale, dando spazio a nuove forme di incentivi stipendiali e di carriera. Perché, sostiene, “non possiamo più mettere sullo stesso piano chi fa con chi non fa”.
Ce lo dice, in una intervista rilasciata a La Tecnica della Scuola. Nella quale esprime concetti e opinioni senza lasciarsi andare all’arte del ‘politichese’. Dando invece sostanza alle parole. Non sembra temere le reazioni di una categoria, quella dei docenti, che in passato a dato segni di conservatorismo puro. Costringendo a più di un suo predecessore a Viale Trastevere a tornare sui suoi passi. Qualcuno, come Luigi Berlinguer, fu messo con le spalle al muro e dovette passare la mano. I tempi, però sono cambiati. Sono passati tre lustri. Globalizzazione e crisi economica hanno messo nella testa di tanti, anche dei lavoratori della scuola, che non c’è più spazio per la logica del dare po’ a tutti. La logica della distribuzione delle risorse a ‘pioggia’ sembrerebbe essere ‘roba’ del secolo scorso.
Stefania Giannini lo dice chiaramente. Lei, che bruciato le tappe della carriera come fossero noccioline, su questo punto non arretra di un millimetro. Nata a Lucca 53 anni fa, si è laureata in glottologia. Ed ha ricoperto una miriade di ruoli di prestigio.
 
Ministro Giannini, anche se c’è stato poco tempo, si sarà sicuramente già resa conto della vastità delle problematiche che affliggono il mondo dell’istruzione. Amplificate dai forti tagli di risorse e di organici degli ultimi anni. Può anticipare alla ‘Tecnica della Scuola’, come fece dieci mesi fa il suo predecessore Maria Chiara Carrozza, quali sono i punti che ha messo nella sua agenda operativa e il programma dei prossimi 100 giorni?
GIANNINI: “L’impegno mentale, ma mi permetta di dire anche fisico, richiesto ad un ministro dell’Istruzione mi è stato chiaro fin dal mio ingresso nel Palazzo di Viale Trastevere. Purtroppo il Miur è diventato il Ministero dell’emergenza. E, vista da dentro, questa emergenza ha aspetti persino angoscianti. Non si fa in tempo a mettere la testa su un progetto che viene fuori una nuova priorità che richiede risposte immediate. Trattiamo una materia umana sensibilissima: tocchiamo, con i nostri provvedimenti, con ciascuno di essi, il futuro dei nostri ragazzi e il lavoro di chi verso questo futuro deve traghettarli. Nei miei primi trenta giorni ho studiato da ‘secchiona’ come avevo promesso subito dopo il mio giuramento. Ho messo attorno ad un tavolo sottosegretari, capi di dipartimento, lo staff di mia diretta collaborazione per scandagliare risorse e priorità. Nei prossimi sessanta, in linea con quanto ho annunciato nelle mie Linee Programmatiche, cominceremo a entrare in una fase operativa che avrà al centro quattro principi: Semplificazione, Programmazione, Valutazione, Internazionalizzazione. A quest’ultima, lo dico subito, tengo moltissimo. Mi impegnerò per mettere il Miur nelle condizioni di accelerare il processo di ricostruzione culturale del Paese”.
Un anno e mezzo fa l’ex ministro Francesco Profumo provò a portare l’insegnamento settimanale di tutti i docenti a 24 ore. A causa delle reazioni durissime del corpo docente dovette desistere. Scelta Civica, di cui lei fa parte, non ha invece mai nascosto di essere d’accordo con quel modello. E ora più di qualcuno si aspetta che lei tenterà di riuscire dove Profumo ha fallito. Solo fantasie?
GIANNINI: “Non mi piace parlare di insegnanti quantificando le ore lavorative. C’è già chi dà molto di più pur non vedendosi riconosciuta alcuna differenziazione stipendiale. Quello che penso, e l’ho detto più volte, è che si deve poter valutare per poi premiare il merito. La retribuzione degli insegnanti non può più essere basata solo sull’anzianità”.
Il resto dell’intervista, ma anche il resoconto completo della visita di Giannini a Catania del 6 aprile scorso, oltre che un commento ragionato sulle linee programmatiche presentate dello stesso responsabile del Miur a Camera e Senato, è contenuto nella versione quindicinale del numero doppio 16 e 17 della ‘Tecnica della Scuola’.