“Lo Hobbit” tradotto in simboli, la sfida di un papà per la figlia disabile

“Lo Hobbit” tradotto in simboli, la sfida di un papà per la figlia disabile

Luca, padre di Chiara, che da sempre si esprime con la “comunicazione aumentativi”, vuole realizzare una versione semplificata del romanzo di Tolkien. Un capitolo ogni 3 settimane, il primo è già on line

da Redattore Sociale
11 aprile 2014

BOLOGNA – Tradurre in simboli ‘Lo Hobbit’ trasformando parole e concetti in semplici caratteri grafici e illustrazioni. Il romanzo bestseller di J.R.R. Tolkien sarà presto disponibile in versione semplificata e adattato per persone disabili grazie al lavoro che sta facendo Luca Errani, padre di Chiara, adolescente che da sempre si esprime e apprende tramite la comunicazione aumentativa e alternativa (Caa). Con questa tecnica, infatti, una ‘e’ di congiunzione diventa un + e due anelli che si incrociano rappresentano un ‘con’. E il miracolo della lettura prende forma.

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L’obiettivo di Errani è quello di ridurre il romanzo, che conta quasi 400 pagine, a sole 80 usando non più di 100 parole, e quindi simboli, a facciata. Ogni 3 settimane un capitolo verrà pubblicato sul blog di Chiara (kueta.blogspot.it) dove anche i post scritti sono interamente in simboli, e poi condiviso su Facebook. Un lavoro di riscrittura che semplifica e riduce i contenuti di questo classico del fantasy tentando di mantenere la stessa intensità del libro. Superando anche un altro problema: alla mancanza cronica di figure nei testi per ragazzi ha pensato il fumettista Fausto Lobrano che arricchirà la storia con le sue illustrazioni. Il primo capitolo è già on line sul blog di Chiara.

“La traduzione è iniziata da poco, tanto che siamo solo al terzo capitolo su diciannove – spiega Errani. Stiamo facendo questo lavoro perché è importante che anche i ragazzi più grandi, con diverse abilità, possano avvicinarsi alla letteratura adatta per la loro età e non limitarsi ai testi per bambini”. Un lavoro lento e complesso, che Errani ha cercato di semplificare grazie all’aiuto della tecnologia: Symhelper è un software, da lui inventato e che si può scaricare gratis in rete, che ‘riquadra’ automaticamente simboli e parole della Caa e facilita la lettura. “Per evitare il disordine all’interno della pagina prima disegnavo le tabelle manualmente, ma questo significava notti insonni e solo per pochi libri si riusciva ad arrivare alla fine. Adesso, con Symhelper non è più un problema”.

Chiamato l’altro giorno in Comune a Bologna, assieme ai tecnici dell’Ausilioteca dell’Aias e Corte Roncati per presentare questa nuova tecnologia in parte adottata da alcune biblioteche comunali, Errani si lascia andare a un appello: la proposta che la città di Bologna appoggi le traduzioni di libri e crei biblioteche con strutture accessibili, personale formato e una sezione dedicata ai libri ‘scritti’ in simboli. “In questo modo – conclude – chiunque potrà sognare e leggere in funzione della propria età”. (irene leonardi)