17 aprile DEF 2014 nelle Camere

Il 17 aprile Camera e Senato approvano il Documento di economia e finanza (DEF) 2014

Il 15 e 16 aprile le 7e Commissioni di Camera e Senato esaminano il Documento di economia e finanza (DEF) 2014

PARERE APPROVATO DALLA 7a COMMISSIONE CAMERA

La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato, per le parti di propria competenza, ai fini della trasmissione del parere alla V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) il Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2 e Allegati) che rappresenta il principale documento di politica economica e di bilancio con il quale il Governo, in una prospettiva di medio-lungo termine, traccia gli impegni e gli indirizzi delle politiche pubbliche di consolidamento finanziario e di spesa;
considerato che il Documento si inquadra nel processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell’UE dettato dalle Raccomandazioni del Consiglio dell’UE, dall’Analisi annuale della crescita 2014 delineata dalla Commissione europea e dagli obiettivi della Strategia Europa 2020;
tenuto conto che il Documento si compone di tre sezioni, oltre agli allegati, di cui la terza rappresenta lo schema del Programma nazionale di riforma (PNR) che, in coerenza con il Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla richiamata Strategia Europa 2020;
tenuto conto dello schema di Accordo di partenariato in corso di approvazione in sede europea che definisce la nuova politica di programmazione dei fondi comunitari per il settennio 2014-2020;
valutato favorevolmente, nel complesso, l’impianto strategico definito dal Governo con riferimento alle politiche per l’istruzione, la ricerca e la cultura, e, con particolare riferimento alla scuola, il piano di edilizia scolastica che indica risorse aggiuntive per 2 miliardi di euro;
considerati inoltre gli interventi più recenti approvati per l’istruzione e la formazione, il decreto-legge n. 104 del 2013 (legge n. 128 del 2013), e per la cultura, il decreto-legge n. 91 del 2013 (legge n. 112 del 2013);
considerato l’obiettivo nazionale della riduzione della dispersione scolastica, pari al 16 per cento dei 18-24enni che abbandonano precocemente gli studi, a fronte di un obiettivo europeo del 10 per cento entro il 2020, nonché l’attuale livello del 17 per cento indicato nel PNR su dati MIUR che risulta in miglioramento rispetto al dato 2012 pari al 17,6 per cento;
valutati altresì i dati sulla dispersione scolastica presentati dal Governo in un’audizione presso la Commissione VII lo scorso 22 gennaio, che evidenzia, nel periodo 2004-2012 un sensibile miglioramento dal 22,9 per cento al 17,6 per cento, che tuttavia è ancora lontano dall’obiettivo europeo del 10 per cento entro il 2020 e dai quali si rileva la complessità e la multidimensionalità del fenomeno e la sua marcata differenziazione a livello territoriale, ma soprattutto il miglioramento dell’indicatore nelle regioni dove più attivamente sono attuate le politiche di contrasto degli abbandoni scolastici;
considerati i tagli operati al fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF) a seguito dell’approvazione delle misure urgenti di proroga degli automatismi stipendiali del personale della scuola previste con il decreto-legge n. 3 del 2014 (legge n. 41 del 2014);
valutata positivamente la strategia diretta a dare piena attuazione al Sistema nazionale di valutazione delle istituzioni scolastiche, che presuppone il pieno esercizio dell’autonomia scolastica con l’attribuzione di adeguate risorse finanziarie e di personale, in particolare con il ripristino del MOF e l’attivazione dell’organico funzionale;
evidenziata la criticità dell’età media degli insegnanti in Italia, anche in base ai dati del Rapporto dell’OCSE Education at a glance 2013 – dal quale risulta che, nel 2011, il 62,5 per cento dei docenti della scuola secondaria di II grado ha superato i 50 anni, il 61 per cento nella scuola secondaria di I grado e il 47,6 per cento nella scuola elementare – e ravvisata l’opportunità, anche per tali motivi, di risolvere la discriminazione relativa ai docenti rientranti nella cosiddetta «Quota 96 Scuola»;
valutata positivamente l’attenzione al problema delle basse competenze alfabetiche e matematiche in possesso degli adulti italiani, come dimostrato dall’indagine internazionale PIIAC;
considerati i dati Eurostat relativi all’istruzione terziaria dai quali si evince che, nel 2013, l’Italia permane nel punto più basso della graduatoria EU28 con una quota del 22,4 per cento dei 30-34enni che hanno conseguito un titolo di istruzione terziaria e che l’obiettivo nazionale è del 26-27 per cento che rimane comunque distante da quello europeo del 40 per cento entro il 2020;
considerati anche i dati sulla diminuzione degli studenti e laureati maturi (sopra i 30 anni) contenuti nel rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2013 presentato recentemente dall’ANVUR;
considerato inoltre l’allarme lanciato dal CUN, il 9 aprile scorso, circa la sensibile riduzione dei professori e dei ricercatori universitari;
considerato l’incremento ad un livello dell’1,53 per cento del PIL entro il termine del 2020 della spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo, che in base agli ultimi dati disponibili del 2012 si è attestata all’1,27 per cento, a fronte di un obiettivo europeo del 3 per cento;
valutato positivamente il fatto che si considerano i beni culturali e la cultura come risorse fondamentali per la crescita e lo sviluppo, e la conseguente necessità di potenziare gli investimenti pubblici insieme ad azioni di incentivazione e di defiscalizzazione per attrarre investimenti privati;
considerata la necessità di un monitoraggio dell’attuazione degli interventi già approvati per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e delle risorse, anche europee, destinate a tali interventi;
valutata favorevolmente l’attenzione della strategia nazionale per le aree interne del Paese con particolare riferimento alla promozione di progetti di sviluppo che valorizzino il patrimonio naturale e culturale;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
provveda il Governo a:
1) perseguire il miglioramento degli obiettivi nazionali di riduzione della dispersione scolastica abbassando l’obiettivo nazionale indicato al 16 per cento, a fronte dell’obiettivo della Strategia Europa 2020 fissato al 10 per cento;
2) considerare iniziative specifiche volte a migliorare le conoscenze e le abilità in possesso degli adulti all’interno di un sistema di apprendimento lungo tutto l’arco della vita, a sostenere ulteriormente interventi di alternanza scuola-lavoro nella formazione tecnica e professionale, ad incentivare forme di alto apprendistato per lauree professionalizzanti ad alta occupabilità;
3) prevedere un aumento delle risorse per il potenziamento degli interventi di orientamento, di diritto allo studio universitario, di riduzione della contribuzione studentesca e di attenzione all’immatricolazione e al conseguimento della laurea da parte di studenti maturi, a sostegno della strategia diretta ad incrementare la quota dei giovani che conseguono un titolo di istruzione terziaria, attualmente pari al 22,4 per cento, a fronte di una media europea del 36,8 per cento e di un obiettivo europeo del 40 per cento, al fine di evitare che l’Italia occupi ancora la posizione di coda negli obiettivi ufficiali del 2020;
4) incrementare l’obiettivo nazionale dell’1,53 per cento degli investimenti in ricerca e sviluppo rispetto al PIL, dato l’obiettivo europeo del 3 per cento entro il 2020, comprendendovi, in particolare, quelli necessari per sbloccare il turn-over e così poter contrastare la forte diminuzione di professori e di ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca, favorendo al contempo il ricambio generazionale;
5) prevedere specifiche misure per potenziare gli investimenti pubblici per la cultura diretti all’incentivazione e alla defiscalizzazione degli interventi, anche dei privati, per i beni culturali non solo ai fini della loro tutela, ma anche della loro fruizione e valorizzazione;
6) prevedere il ripristino delle risorse del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa ridotte a seguito dell’approvazione del citato decreto-legge n. 3 del 2014, al fine di consentire agli istituti un effettivo esercizio dell’autonomia scolastica;
7) prevedere la modifica dell’articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito dalla legge n. 214 del 2011, affinché i requisiti per il pensionamento previsti dalla normativa antecedente alla riforma Fornero continuino ad applicarsi ai lavoratori della scuola che abbiano maturato i requisiti medesimi, entro l’anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.

PARERE APPROVATO DALLA 7a COMMISSIONE SENATO

La Commissione, esaminato il Documento in titolo,

valutato il Programma nazionale di riforma 2014 composto di due parti e di un’Appendice: la parte I, dedicata alla strategia nazionale e alle principali iniziative, la parte II, relativa agli squilibri nazionali e alle riforma in dettaglio, e l’Appendice recante le griglie delle misure intraprese a livello nazionale, di quelle regionali e degli impatti macroeconomici;

con riferimento alla parte I del Programma nazionale di riforma, preso atto:

–        delle “azioni” sulla scuola e formazione, quali: “Un piano per le scuole”, che rende disponibili 2 miliardi per la sicurezza degli edifici, con scadenza luglio 2014; “Merito e valutazione nelle scuole e nelle università”, con scadenza settembre 2014; “Un sistema educativo e della ricerca aperto al mondo del lavoro e dell’impresa”, con scadenza gli anni 2014-2015; “Elevate competenze per un’economia in trasformazione”, con scadenza gli anni 2014-2015; “Merito e diritto allo studio nelle università”, con scadenza il 2014; “Internazionalizzazione del sistema educativo e della ricerca”, con scadenza il 2014;

–        dell'”azione” sul turismo e sulla cultura, quale: “La cultura e il turismo come motore del Paese”, che punta fra l’altro ad incrementare i poli museali, a defiscalizzare il mecenatismo culturale, ad incentivare la capacità attrattiva dei musei e dei siti archeologici mediante le nuove tecnologie, ad internazionalizzare l’offerta culturale, ad affiancare alla capitale europea della cultura una capitale italiana della cultura, ponendosi come scadenza ottobre 2014;

–        delle iniziative intraprese nel 2013 dal Governo rispetto ai provvedimenti richiesti dall’Unione europea (Country specific recommendation – CSR), alle priorità individuate dalla Commissione europea per il 2014 nel quadro dell’Analisi annuale della crescita (AGS) e alle “iniziative faro” (FI) che i Governi nazionali si impegnano ad attuare. Tra esse, si rilevano la stipula – ad agosto 2013 – di un Accordo tra Governo, Regioni, Province e Comuni per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore dei bambini di 2-3 anni per migliorare i raccordi tra nido e scuola dell’infanzia nonchè la creazione – nel febbraio 2014 – di una struttura di raccordo permanente tra il Ministero dell’istruzione e il Dicastero del lavoro per elaborare facilitazioni per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro;

giudicata favorevolmente l’adozione, lo scorso febbraio, del Programma di didattica integrativa, rivolto anzitutto alla scuola primaria, per contrastare la dispersione scolastica, con un finanziamento totale di 15 milioni per gli anni 2013-2014;

ritenuto positivo che fra le altre misure, accanto all’orientamento, siano state stanziate risorse, pari a 10 milioni di euro nel 2014, per la formazione dei docenti e pari a 15 milioni nel 2014 per borse di studio per gli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado;

con riferimento alla parte II del Programma nazionale di riforma, valutati con favore:

o   l’iniziativa “Destinazione sport”, in base alla quale è stato istituito un gruppo di lavoro a titolo gratuito orientato alla ricerca, allo studio e alla proposta di azioni coordinate di politica dello sport;

o   l’adozione di un decreto per le borse di mobilità, relative all’anno accademico 2013-2014, ammontanti in 5.000 annui, a cui si affiancano le borse di studio per gli studenti universitari, connesse all’aumento del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio;

o   l’adozione di un decreto che modifica le modalità di utilizzo del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) con riferimento al sostegno delle attività di ricerca fondamentale e industriale, al fine di semplificare le procedure per l’erogazione delle risorse e introdurre nuovi criteri di valutazione;

o   lo stanziamento, a ottobre 2013, di 29,5 milioni di euro per finanziare i 67 progetti presentati da ricercatori under 40 nell’ambito del bando “Futuro in ricerca” (FIR), che permetteranno di stipulare contratti a tempo determinato con circa 150 giovani ricercatori;

o   la conclusione della procedura di approvazione di 141 Progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) relativi al 2012, per 28,2 milioni di euro;

o   lo stanziamento di 47 milioni di euro per il nuovo bando Scientific independence of young researchers (SIR) dedicato ai giovani ricercatori nella fase di avvio della ricerca indipendente;

o   gli interventi congiunti tra i Dicasteri dell’Istruzione e dello Sviluppo economico, anche all’interno del Piano di azione e coesione, rivolti alle Regioni dell’Obiettivo convergenza sul piano dello sviluppo della ricerca e delle imprese;

esaminati contenuti del nuovo Programma nazionale per la ricerca (PNR) presentato a febbraio 2014, nel quale si prevede un investimento di circa 900 milioni l’anno, pari a 6,3 miliardi in 7 anni, a cui si aggiungeranno le risorse provenienti ad altri Ministeri o enti finanziatori. In merito si rileva che dal 2014 il PNR diventa settennale, per allinearsi al Programma quadro europeo Horizon 2020, e che esso identifica tre assi prioritari (suddivisi a loro volta in numerosi programmi): eccellenza scientifica; infrastrutture di ricerca e leadership industriale;

ritenuta altresì interessante la sezione relativa alle competenze degli adulti, rilevate dall’OCSE nel Programma per la valutazione delle competenze degli adulti (PIIAC), in ordine alla quale i Dicasteri dell’istruzione e del lavoro hanno promosso l’istituzione di una commissione di esperti per stilare un rapporto sui dati dell’OCSE, che dimostrano livelli inferiori alla media europea nelle competenze sia alfabetiche che matematiche;

tenuto conto inoltre che a gennaio 2014 è stato pubblicato un decreto che modifica i criteri di accreditamento iniziale e periodico dei corsi e delle sedi di studio, in attuazione del quale si invita a tener conto del parere espresso dal Consiglio universitario nazionale (CUN), e che, nel luglio 2013, è stata istituita la commissione di studio per elaborare proposte operative in materia di dottorato di ricerca;

considerato peraltro che in relazione alla scuola:

–  per ciò che concerne i libri scolastici, è stato adottato il decreto che stabilisce i criteri per ripartire i fondi disponibili alle scuole, privilegiando i meritevoli e i territori dove le famiglie hanno maggiore disagio economico;

–  sono state avviate iniziative per potenziare l’offerta formativa, per la tutela della salute nelle scuole, per assumere il personale scolastico negli anni 2014-2016 (69.000 docenti e 16.000 ATA nel triennio) e per la relativa formazione, per la messa in sicurezza delle scuole e per l’avvio del Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica;

–  è in corso il primo ciclo di attività formative degli Istituti tecnici superiori (ITS), la cui riorganizzazione è avvenuta nel 2013;

quanto ai beni culturali, tenuto conto che:

Ø  in merito al Grande progetto Pompei, a novembre 2013 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa con tutte le Amministrazioni coinvolte per ampliare la zona di rispetto intorno al sito e costituire un tavolo di concertazione per completare il piano di gestione UNESCO;

Ø  a gennaio 2014 è stato siglato un accordo dal Dicastero anche per l’ampliamento del parco archeologico di Ercolano;

Ø  è stato intensificato il contrasto al mercato clandestino delle opere d’arte ed è stato presentato a febbraio 2014 il disegno di legge di ratifica della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, attualmente all’esame della Camera dei deputati;

Ø  non si forniscono informazioni dettagliate sullo stato di attuazione della prevista riorganizzazione della normativa sui contributi alle istituzioni culturali, nè si forniscono informazioni più dettagliate sull’iter di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche;

rilevato che il DEF contiene un capitolo sullo stato di attuazione delle riforme, dal quale emerge che, a febbraio 2014, per i due maggiori provvedimenti legislativi che interessano la 7a Commissione:

§  risultava adottato solo un provvedimento attuativo su 24 per il decreto-legge “valore cultura” (decreto-legge n. 91 del 2013), mentre 3 erano senza termine e 18 sono scaduti;

§  risultavano adottati solo 2 provvedimenti attuativi su 37 per il decreto-legge “scuola” (decreto-legge n. 104 del 2013), anche se 21 erano senza termine e 7 sono scaduti;

esaminata infine l’Appendice contenuta nella parte III del Programma nazionale di riforma che mostra tra l’altro la griglia di tutti i provvedimenti avviati e da attuare, molti dei quali riferiti proprio ai due decreti-legge summenzionati, nonchè alla legge di stabilità 2014 e al “decreto del fare”;

esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:

1.       si invita a tener conto, tra i provvedimenti che il Governo intende sostenere, della riforma dell’intero sistema di educazione e formazione 0-6 anni contenuta nel disegno di legge n. 1260 all’esame della Commissione;

2.       si sollecita l’Esecutivo a chiarire se sia prevista, nel 2014, l’emanazione dei  bandi FIR e PRIN, tanto più che per quest’ultimo non è stato emanato il bando 2013;

3.       si reputa necessario dar seguito, in tempi rapidi, alla piena attuazione dei decreti-legge n. 91 e 104 del 2013, con particolare riferimento – per quanto concerne il settore dei beni culturali – alla riorganizzazione della normativa sui contributi alle istituzioni culturali, all‘iter di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche nonché allo stanziamento delle risorse previste per la tutela di beni culturali che presentano gravi rischi di deterioramento e per le celebrazioni di particolari ricorrenze, di cui all’articolo 5 del citato decreto-legge n. 91.

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(7a Camera, 15.4.14) Maria COSCIA (PD) relatore, ricorda che il Documento di economia e finanza 2014 oggi all’esame della Commissione VII evidenzia l’impegno di questo Governo di imprimere una forte accelerazione alle riforme strutturali necessarie in un contesto macroeconomico e di finanza pubblica in cui appare finalmente conclusa la fase di contrazione della crescita di questi ultimi anni – che ha causato una riduzione di PIL di ben 9 punti percentuali – e si è stabilmente avviato un processo di risanamento di bilancio sui binari indicati dall’Europa.
Precisa che, in particolare, nel Programma nazionale di riforma – la terza parte del DEF 2014 che qui andiamo più in dettaglio ad esaminare – si evidenzia la chiara intenzione di voler rispettare gli impegni comunitari e di programmare le politiche riguardanti l’istruzione, la ricerca e la cultura in coerenza con gli indirizzi tracciati per l’Italia, a chiusura del Semestre europeo, dalle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea con particolare riferimento alle misure per la riduzione della disoccupazione giovanile, dalle priorità strategiche per sostenere la ripresa, individuate dalla Commissione europea nell’Analisi annuale della crescita per il 2014, e, non meno importanti, dagli obiettivi indicati nella Strategia Europa 2020 per la scuola, l’università e la ricerca. Con particolare riferimento a questi ultimi, ricorda che il documento indica le misure che dovranno portare, entro la fine di questo decennio ad una riduzione della dispersione scolastica a quota 16 per cento dei giovani che abbandonano precocemente gli studi sul totale 18-24enni, a fronte di un obiettivo europeo del 10 per cento entro il 2020. Infatti, nonostante il fenomeno sia in progressivo calo di oltre 5 punti percentuali dal 2005 e abbia raggiunto lo scorso anno il 17,0 per cento (17,1 per cento in base ai dati provvisori Eurostat per il 2013), si registrano livelli ancora elevati nell’area Convergenza (22 per cento) che fanno permanere il nostro paese ai posti più bassi della graduatoria EU27;
Rileva, inoltre, dai dati sulla dispersione scolastica che il Governo ha diffuso in un’audizione presso questa VII Commissione lo scorso 22 gennaio, una certa complessità e la multidimensionalità del fenomeno che porta al fallimento formativo, in parte anche per il forte legame fra povertà in istruzione e condizioni di disagio economico. Si riscontra, in particolare, una marcata differenziazione a livello territoriale, con miglioramenti in regioni come Puglia, Campania e Lombardia in cui hanno avuto efficacia gli interventi volti a ridurre gli abbandoni, mentre alcune regioni del Centro-Nord hanno fatto registrare una recrudescenza del fenomeno, come nel caso della Sardegna. Inoltre, prendendo in esame altri indicatori rispetto a quello utilizzato in sede europea, come la percentuale degli abbandoni scolastici sul complesso degli iscritti, emergono elementi di criticità soprattutto nei primi due anni del ciclo della scuola secondaria di II grado, con valori particolarmente elevati in Sicilia, Sardegna e Campania. L’obiettivo nazionale portando del 26-27 per cento della quota dei giovani fra i 30 ed i 34 anni che conseguano un titolo di istruzione terziaria che rimane comunque distante dall’obiettivo europeo del 40 per cento entro il 2020. Precisa che il dato 2013, pari al 22,4 per cento, è in aumento rispetto al 21,7 per cento fatto registrare l’anno precedente, mentre nel 2005 si attestava al 17,0 per cento. Sottolinea, tuttavia, se si guardano i dati provvisori Eurostat per il 2013, che l’Italia permane nel punto più basso della graduatoria EU28. Il documento ascrive le ragioni del ritardo rispetto alla media europea, fra l’altro, al fenomeno della dispersione nel percorso di studi, nonostante l’introduzione della cosiddetta «riforma del 3+2». Anche l’incremento all’1,53 per cento del PIL entro il 2020 dell’obiettivo di spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo, a fronte di un valore dell’1,27 per cento nel 2012, è di molto inferiore all’obiettivo europeo del 3 per cento.
Dopo aver ricordato che la VII Commissione della Camera sta per dare inizio ad una indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica, ritiene che le misure previste per raggiungere l’obiettivo di ridurre l’abbandono scolastico e di migliorare la qualità e i risultati della scuola rispondono ad una specifica raccomandazione del Consiglio riguardante il mercato del lavoro, formulata in base alla situazione macroeconomica e di bilancio indicata nel DEF 2013. Precisa che, a questo scopo, è stato presentato anche il piano «Garanzia giovani», con il quale si intende assicurare ai giovani entro i 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro o di formazione entro quattro mesi dall’uscita dal sistema di istruzione.
Osserva che le riforme delineate nel PNR 2014 negli ambiti di interesse della Commissione VII sono da considerarsi prevalentemente in prosecuzione degli interventi già approvati nel 2013 – per la gran parte con il decreto-legge n. 104 del 2013 per l’area istruzione e con il decreto-legge n. 91 del 2013 per l’area cultura –, ai quali il documento dedica un’ampia parte di approfondimento. Precisa poi che la prima parte del documento delinea le principali iniziative della strategia nazionale che si intende attuare per l’anno in corso, individuando specifiche azioni da intraprendere per la scuola, l’università, la ricerca e la cultura, quest’ultima considerata in un quadro d’insieme con il turismo. Si tratta di ambiti valutati come fondamentali per la crescita dell’Italia, in special modo rispetto a criticità e opportunità che riguardano l’accrescimento e la valorizzazione del capitale umano e del patrimonio artistico e culturale come settore produttivo.
Con riferimento alla scuola e all’università, il documento evidenzia che la spesa pubblica è ancora sotto la media europea e che occorre pertanto un’inversione di tendenza nelle politiche relative alle risorse umane e infrastrutturali in ambito scolastico e universitario. Nell’ambito di queste politiche, peraltro, deve essere inquadrata la Strategia nazionale delle aree interne, che rappresenta un’opzione di intervento del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 prevista nell’Accordo di partenariato in corso di approvazione in sede europea. L’intenzione è di attuare un potenziamento del servizio scolastico nelle aree distanti dai centri di offerta dei servizi essenziali per la comunità, tra cui l’istruzione. Aggiunge che, per assicurare l’autonomia scolastica, risulta necessario destinare adeguate risorse per questa finalità.
Ravvisa che nell’ambito dello scenario macroeconomico delineato nel Programma, vi è poi una parte riguardante l’impatto finanziario delle misure già approvate, corredata, in particolare, di due griglie (appendici B e C) che riassumono, rispettivamente, le misure nazionali attuate negli anni precedenti e quelle che si intende attuare nell’anno in corso. Ricorda che le 95 misure individuate per il 2014 sono suddivise in dieci aree di policy, tra cui «innovazione e capitale umano» e «lavoro e pensioni» in cui rientrano gli interventi a sostegno di scuola, università e ricerca.
Osserva che in primo luogo, tra le azioni da attuare nel 2014 si evidenzia l’impegno primario di realizzare un piano per la sicurezza nelle scuole – cifrato in 3,7 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi di euro già previsti e 2 miliardi di euro aggiuntivi – finalizzato al miglioramento dell’efficienza energetica, all’adeguamento antisismico e alla costruzione di nuove scuole, mediante procedure snelle di utilizzo dei fondi nazionali disponibili – si ricordi, fra l’altro, la possibilità di concedere poteri derogatori ai sindaci per l’affidamento lavori – e dei fondi comunitari programmati. Si prevede inoltre di costituire un’apposita unità di missione e di dare concreta attuazione, d’intesa con regioni ed enti locali, all’Anagrafe dell’edilizia scolastica. I tempi indicati per realizzare l’azione fanno riferimento al prossimo mese di luglio 2014, dovendosi supporre che il termine abbia valore indicativo.
Rileva poi che la seconda azione prevista dal PNR 2014 è quella di dare piena attuazione al regolamento per l’applicazione del Sistema nazionale di valutazione delle istituzioni scolastiche (decreto del Presidente della Repubblica n. 80 del 2013), allo scopo di migliorare i risultati delle attività didattiche e di renderli comparabili tra i vari istituti scolastici e con quelli dei principali paesi europei. Si tratta di un obiettivo strategico, considerato che il tema della valutazione ha notevoli implicazioni con quello del miglioramento dell’offerta formativa e del contrasto alla dispersione scolastica. Il mese indicato per la realizzazione è settembre 2014. Si segnala peraltro che questa azione di riforma rappresenta anche un importante obiettivo dell’Accordo di partenariato per la programmazione dei fondi 2014-2020, al quale vengono destinate risorse del Fondo sociale europeo (FSE) per il miglioramento delle capacità di autovalutazione delle scuole.
Ricorda inoltre che per il 2014 la griglia di attuazione di cui all’Allegato C prevede la prosecuzione del monitoraggio e della valutazione dei sistemi di istruzione professionale, tecnica e dei licei finalizzati, in base all’articolo 5, comma 01 del decreto-legge n. 104 del 2013, a garantirne l’innovazione permanente e il confronto con gli indirizzi culturali emergenti, nonché l’adeguamento alle esigenze espresse dalle università, dalle istituzioni AFAM, dagli istituti tecnici superiori e dal mondo del lavoro e delle professioni. Viene inoltre indicato l’impatto finanziario – pari a 8,1 milioni di euro a decorrere dal 2014 – dell’autorizzazione di spesa per l’assunzione dei vincitori e degli idonei della procedura concorsuale del 2008 per dirigente tecnico del sistema nazionale di valutazione. Analogamente, si prevedono incentivi alle università migliori in base alla valutazione che dovrà essere operata dall’ANVUR.
Aggiunge che ulteriore obiettivo indicato nell’azione è la revisione, in un’ottica di valorizzazione del merito, del contratto e del metodo di reclutamento di docenti e dirigenti scolastici e di cui dovranno essere indicate le misure.
Osserva che la terza azione è tesa a favorire il rapporto tra sistema educativo e mondo del lavoro, sostenendo l’apprendistato e i tirocini formativi presso le aziende, e l’alternanza scuola-lavoro, mediante l’aumento del numero di ore che i giovani trascorrono in azienda durante il periodo scolastico o universitario e la certificazione delle competenze acquisite. Lo scopo è recuperare produttività in particolare attraverso la formazione e l’innovazione, anche per contrastare il fenomeno NEET, vale a dire i giovani che non studiano e non lavorano. Naturalmente in questo caso assume un valore essenziale il raccordo con le Regioni.
Sottolinea, in proposito, che l’articolo 8-bis del citato decreto-legge n. 104 del 2013 ha previsto l’avvio di un programma sperimentale, per il triennio 2014-2016, diretto allo svolgimento di periodi di formazione in azienda per gli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado, che contempla la conclusione di contratti di apprendistato e la realizzazione di giornate di formazione in azienda per gli studenti delle stesse scuole, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali.
Ricorda poi che la griglia delle misure da attuare nel 2014, anche in virtù delle iniziative previste dal programma Garanzia giovani, indica il potenziamento delle attività per l’orientamento degli studenti, già previste per il quinto anno delle scuole superiori, che l’articolo 8 del decreto-legge n. 104 del 2013 ha esteso agli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado e altri ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado.
Inoltre, con particolare riferimento agli investimenti in ricerca e sviluppo, viene previsto il raddoppio delle risorse già disposte dal decreto-legge Destinazione Italia (articolo 3 del decreto-legge n. 145 del 2013) destinate ai crediti d’imposta a favore delle imprese che effettuano tali investimenti – 600 milioni per il triennio 2014-2016 – ora indicate per lo stesso importo a favore degli investimenti in capitale umano di eccellenza mediante i dottorati industriali.
Aggiunge che la quarta azione indicata è l’innalzamento delle competenze: allo scopo, dall’anno scolastico 2014-2015, si prevede di diffondere l’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria fino all’università attraverso la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning) per l’apprendimento di contenuti in lingua straniera. L’azione intende anche sostenere la diffusione e l’utilizzo di piattaforme aperte per la didattica (Open educational resources), mettendo a disposizione la connettività wi-fi all’interno degli istituti scolastici e integrando le tecnologie digitali nella didattica. Sottolinea che, anche in questo caso, si delinea un necessario coordinamento con l’obiettivo della diffusione di nuove tecnologie nel mondo della scuola e della formazione, indicato nell’Accordo di partenariato e finanziato con risorse comunitarie.
Precisa che l’azione intende partire dalle iniziative di orientamento previste dal richiamato piano «Garanzia giovani» e contempla, in particolare, il rafforzamento delle iniziative di Contamination Lab, in particolare per le aree Convergenza, e spin-off universitari per promuovere la cultura dell’imprenditorialità, dell’innovazione e di nuovi modelli di apprendimento. Con riferimento alle iniziative da attuare per l’università nel 2014, inoltre, nella griglia di cui all’Allegato C è indicata la possibilità di effettuare maggiori assunzioni – prevista anche per il prossimo anno –, nella misura del 50 per cento della spesa relativa al corrispondente personale cessato dal servizio nell’anno precedente ai sensi dell’articolo 58 del decreto-legge cosiddetto «del fare» (decreto-legge n. 69 del 2013).
Ricorda poi, come quinta azione, da correlare alla Strategia Europa 2020 in materia di istruzione terziaria, che il documento in esame prevede di aumentare entro quest’anno, l’aumento del tasso di immatricolazione all’università, considerato il livello ancora basso – e in calo – rispetto alla media europea, favorendo sistemi che garantiscano condizioni paritarie di partenza attraverso le misure di diritto allo studio. In particolare viene indicato il rilancio della Fondazione per il merito al fine di favorire l’ingresso nel mercato del lavoro e di rafforzare i prestiti d’onore affiancandoli – e non sostituendoli – alle borse di studio. Specifica poi come – a tal fine – nel settore universitario si debbano mettere in campo azioni sia di equità sociale, sia di orientamento, che incentivino, ad esempio, l’immatricolazione in particolari settori scientifici come la fisica, che hanno un basso numero di iscritti rispetto alle possibilità lavorative nel Paese, e che evitino a molti studenti di aspirare, ogni anno, ad accedere ad alcune facoltà a numero chiuso ed in particolare a quella di medicina, dove le possibilità di immatricolazione sono bassissime.
Aggiunge che, infine, si prevede l’azione, da realizzare entro il 2014, di rendere internazionale il sistema educativo e della ricerca, attraverso l’estensione e il potenziamento del programma Erasmus – anche considerato per tale programma l’impiego di risorse comunitarie nel nuovo settennio 2014-2020 – e la facilitazione nella concessione di visti per studenti e ricercatori in prospettiva della portabilità delle carriere nello Spazio europeo della ricerca (ERA).
Ricorda che tra i fattori critici per la crescita del nostro Paese, il PNR 2014 annovera anche i beni culturali e le bellezze naturali e paesaggistiche che costituiscono un considerevole patrimonio dalla cui valorizzazione economica può rafforzarsi il turismo. Il documento riconduce le strategie di base per tale valorizzazione al Piano strategico nazionale per il turismo presentato nel 2013, che rappresenta una notevole opportunità per il rilancio del patrimonio storico e artistico.
Specifica che, in particolare, il documento delinea la necessità di riformare la gestione economica dei beni artistici e culturali per renderli più produttivi e capaci di attrarre risorse, soprattutto nelle aree interne del Paese, anche attraverso forme di gestione mista o in affidamento a privati, che arrivino a coinvolgere le realtà territoriali. L’esempio individuato è il Progetto Pompei, che tuttavia necessita di una accelerazione allo scopo di utilizzare nei tempi previsti tutta le risorse impegnate.
Osserva che tra gli obiettivi da attuare nel 2014 viene inoltre indicato l’incremento dei «poli museali», in quanto soggetti dotati di autonomia amministrativa e pertanto più facilmente misurabili in termini di responsabilità e risultati. Precisa che ulteriori azioni previste dal Governo sono misure di defiscalizzazione del mecenatismo culturale, l’utilizzo delle nuove tecnologie nei musei e la proposta di affiancare alla capitale europea della cultura una capitale italiana della cultura.
Aggiunge, con riferimento allo sport, che il PNR sottolinea le misure che sono state promosse, in particolar modo, per diffondere la pratica dell’attività motoria nella scuola primaria, anche per combattere l’obesità infantile. Rileva, poi, con riferimento alle azioni che prevedono interventi di diffusione delle nuove tecnologie e digitalizzazione della pubblica amministrazione, lo sviluppo degli Open data con la conseguente applicazione dei diritti d’autore a delimitati aspetti dell’opera d’ingegno viene considerata un asse fondamentale per l’attuazione delle riforme strutturali nella pubblica amministrazione in un’ottica di semplificazione.
Segnala, infine, che il documento contiene una specifica sezione riguardante gli interventi che le Regioni hanno attuato con particolare riferimento al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020, riguardo: la dispersione scolastica, potenziando i percorsi triennali e quadriennali di istruzione e formazione professionale che intercettano i 14-17enni in uscita dalla scuola secondaria di I grado o dai primi anni di quella di II grado – nell’ottica di valorizzare l’apprendistato per la qualifica o per il diploma quale strumento per contrastare gli abbandoni – e l’istruzione terziaria, rafforzando i diversi canali formativi per il conseguimento dei titoli, come i percorsi di istruzione e formazione tecnico-scientifico e istruzione tecnico-scientifica e all’interno dei poli tecnico-professionali, nonché l’apprendistato di terzo livello anche in funzione delle esigenze di sviluppo e ricerca delle imprese. Sottolinea che non meno importanti, a livello regionale, sono le azioni dirette a sviluppare progetti innovativi/integrativi tra Atenei e sistema produttivo per facilitare la transizione degli studenti nel mondo del lavoro.
Osserva, in ultimo, che il documento sottolinea le iniziative regionali di promozione della formazione continua per favorire l’inserimento/re-inserimento lavorativo di persone non occupate, tra cui lavoratori over 50 e soggetti percettori di ammortizzatori sociali.

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(7a Senato, 15.4.14) Il relatore CONTE (NCD) ricorda che il Documento di economia e finanza (DEF) delinea la strategia di crescita decisa dal Governo e lo stato di attuazione delle riforme in atto, anche nel quadro delle iniziative e delle raccomandazioni dell’Unione europea. Per far ciò, l’Esecutivo intende effettuare questo anno riforme strutturali su 3 settori: istituzioni, economia e lavoro. Dopo aver premesso che farà riferimento esclusivamente alle misure già avviate e a quelle da intraprendere per i comparti di competenza, nel contesto costituito dal Programma nazionale di riforma 2014, fa presente che quest’ultimo è composto di due parti: la parte I, dedicata alla strategia nazionale e alle principali iniziative, e la parte II, relativa agli squilibri nazionali e alle riforma in dettaglio. Ad esso è annessa anche un’Appendice che reca le griglie delle misure del Programma nazionale di riforma intraprese a livello nazionale, le quali danno conto della fase attuativa dei provvedimenti già entrati in vigore e dell’iter di quelli in corso, nonchè le misure regionali e gli impatti macroeconomici. Accennando allo scenario di lungo periodo, riferisce che si prevede una riduzione progressiva della spesa per istruzione fino al 2018, per effetto delle misure di contenimento della spesa per il personale, cui segue un andamento annualmente decrescente nei quindici anni successivi per effetto del calo degli studenti.

Venendo alla parte I del Programma nazionale di riforma, che individua diverse “azioni” alle quali corrispondono precise tempistiche, il relatore pone l’accento sul capitolo I.10, che si incentra sul capitale umano e su due elementi della crescita: scuola e formazione. Il Governo intende quindi avviare un’inversione di tendenza per potenziare il servizio scolastico, focalizzando l’impegno primario sugli edifici scolastici, cui seguiranno interventi per migliorare la qualità dell’offerta e le competenze del personale della scuola e dell’università. Sintetizza dunque le azioni previste, quali: “Un piano per le scuole”, che rende disponibili 2 miliardi per la sicurezza degli edifici, con scadenza luglio 2014; “Merito e valutazione nelle scuole e nelle università”, con scadenza settembre 2014; “Un sistema educativo e della ricerca aperto al mondo del lavoro e dell’impresa”, con scadenza negli anni 2014-2015; “Elevate competenze per un’economia in trasformazione”, con scadenza negli anni 2014-2015; “Merito e diritto allo studio nelle università”, con scadenza il 2014; “Internazionalizzazione del sistema educativo e della ricerca”, con scadenza il 2014.

Si sofferma poi sul capitolo I.14, destinato invece al turismo e alla cultura come fattori di crescita, che mira a promuovere una riforma nella gestione economica dei beni artistici e culturali, rendendoli più produttivi. Viene altresì menzionata l’esigenza di accelerare il Grande progetto Pompei, utilizzando nei tempi previsti le risorse assegnate. L’azione prevista è: “La cultura e il turismo come motore del Paese”, che punta fra l’altro ad incrementare i poli museali, a defiscalizzare il mecenatismo culturale, ad incentivare la capacità attrattiva dei musei e dei siti archeologici mediante le nuove tecnologie, ad internazionalizzare l’offerta culturale, ad affiancare alla capitale europea della cultura una capitale italiana della cultura, ponendosi come scadenza ottobre 2014. Al riguardo il relatore sottolinea le potenzialità di una sana competizione fra città italiane dotate di un inestimabile patrimonio storico-artistico.

Segnala altresì che l’Esecutivo punterà a sostenere le cosiddette Aree interne, già oggetto di precedenti provvedimenti legislativi, ossia quei territori distanti dai centri di offerta dei servizi essenziali dell’istruzione, della salute e della mobilità.

Il capitolo II – prosegue il relatore – riepiloga le iniziative intraprese nel 2013 dal Governo rispetto ai provvedimenti richiesti dall’Unione europea (Country specific recommendation – CSR) e alle priorità individuate dalla Commissione europea per il 2014 nel quadro dell’Analisi annuale della crescita (AGS). All’interno della strategia “Europa 2020” sono state anche individuate delle “iniziative faro” (FI) che i Governi nazionali si impegnano ad attuare. In questi molteplici contesti si collocano le misure italiane nei comparti di interesse, alcune delle quali già avviate o in corso di completamento. Tra esse, con riferimento alle misure per il lavoro (capitolo II.7), il relatore rileva la stipula – ad agosto 2013 – di un Accordo tra Governo, Regioni, Province e Comuni per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore dei bambini di 2-3 anni per migliorare i raccordi tra nido e scuola dell’infanzia; sulla questione, sollecita tuttavia qualche informazione in più, in quanto la 7a Commissione sta esaminando una riforma dell’intero sistema di educazione e formazione 0-6 anni mediante il disegno di legge n. 1260, di cui non si tiene conto nell’Appendice dedicata ai provvedimenti avviati.

Viene inoltre reso noto – sottolinea il relatore – che nel febbraio 2014 è stata creata una struttura di raccordo permanente tra il Ministero dell’istruzione e il Dicastero del lavoro per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Rammenta tra l’altro che, nell’ambito delle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione, è stato sviluppato un Piano nazionale “Garanzia Giovani” che impatta sui settori di interesse nella misura in cui mira ad incentivare il proseguimento degli studi, l’apprendistato o i tirocini.

Quanto al capitolo II.9, richiama le disposizioni contenute nel decreto-legge n. 104 del 2013 (cosiddetto “decreto scuola”), già esaminato a suo tempo dalla 7a Commissione. Al riguardo puntualizza che intende soffermarsi solo sulle informazioni aggiuntive recate dal DEF rispetto al summenzionato decreto, che attengono all’adozione, lo scorso febbraio, del Programma di didattica integrativa per contrastare la dispersione scolastica, con un finanziamento totale di 15 milioni per gli anni 2013-2014; tale Programma è rivolto anzitutto alla scuola primaria, in linea a suo avviso con le osservazioni della Commissione europea sull’Accordo di partenariato secondo cui occorre arginare l’abbandono scolastico in età precoce. Fra le altre misure, accanto all’orientamento, menziona lo stanziamento di risorse, pari a 10 milioni di euro nel 2014, per la formazione dei docenti.

Fa presente inoltre che nel capitolo IV.1 si delineano le iniziative elaborate dall’Italia per dar seguito alle raccomandazioni del Consiglio rivolte alla fine del semestre europeo 2013. Tra queste, in risposta alla raccomandazione n. 4 inerente il mercato del lavoro, l’Esecutivo ha, fra l’altro, potenziato l’istruzione e la formazione professionale, intrapreso azioni contro l’abbandono scolastico (sia con il summenzionato Programma di didattica integrativa sia con il miglioramento della condizione educativa degli studenti, grazie ad un investimento di 450 milioni di euro a regime), nonché stanziato 15 milioni nel 2014 per borse di studio destinate agli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado.

Evidenzia successivamente che nel capitolo IV.2 sono invece indicate le iniziative più rilevanti per raggiungere gli obiettivi nazionali previsti da “Europa 2020”, descritte più in dettaglio nella parte II del Programma nazionale di riforma. Essa reca infatti una disamina molto specifica delle misure finora attuate nei diversi comparti di interesse. Nel capitolo II.4 dedicato alla prevenzione e alla salute – precisa il relatore – è menzionata l’iniziativa “Destinazione sport”, nella quale si rende noto che è stato istituito un gruppo di lavoro a titolo gratuito orientato alla ricerca, allo studio e alla proposta di azioni coordinate di politica dello sport. Esso si concentra su quattro aree di intervento: sport e scuola; sport e investimento sulla salute; sport, cultura del movimento e impatto sociale; sport e crescita economica.

Riferisce poi che il capitolo II.5 è incentrato sull’educazione e la ricerca e riepiloga le misure contenute nei decreti-legge n. 69 del 2013 (“decreto del fare”) e n. 104 del 2013 (“decreto scuola”). Nel rammentare brevemente le norme già a suo tempo esaminate dalla Commissione, pone l’accento sull’attuazione che finora ne è stata data, laddove possibile. Con riferimento alle borse di studio per studenti meritevoli che vogliano iscriversi in una università situata in una Regione diversa da quella di residenza, fa presente che a settembre 2013 il Ministero ha emanato un decreto per le borse di mobilità, relative all’anno accademico 2013-2014, ammontanti a 5.000 annui. A ciò si affiancano le borse di studio per gli studenti universitari, connesse all’aumento del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio.

In merito alla ricerca, segnala che il Dicastero ha approvato il decreto che modifica le modalità di utilizzo del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) con riferimento al sostegno delle attività di ricerca fondamentale e industriale, al fine di semplificare le procedure per l’erogazione delle risorse e introdurre nuovi criteri di valutazione. A ottobre 2013 sono stati inoltre stanziati 29,5 milioni di euro per finanziare i 67 progetti presentati da ricercatori under 40 nell’ambito del bando “Futuro in ricerca” (FIR), che permetteranno di stipulare contratti a tempo determinato con circa 150 giovani ricercatori. Domanda in proposito al Governo se sia stato emanato il bando FIR 2014, citato nel Documento come prossimo alla pubblicazione a fine 2013. Quanto ai fondi dei Progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN), a ottobre 2013 è stata conclusa la procedura di approvazione di 141 progetti per 28,2 milioni di euro. Nel rilevare tuttavia che tale bando risaliva al 2012, mentre non è stato emanato il bando 2013,  chiede al Governo se sia previsto un bando per il 2014, pur nella consapevolezza che i progetti avranno durata triennale. Evidenzia comunque che sono stati stanziati 47 milioni di euro per il nuovo bando Scientific independence of young researchers (SIR) dedicato ai giovani ricercatori nella fase di avvio della ricerca indipendente.

Descrive altresì gli interventi congiunti tra i Dicasteri dell’Istruzione e dello Sviluppo economico, anche all’interno del Piano di azione e coesione, rivolti alle Regioni dell’Obiettivo convergenza sul piano dello sviluppo della ricerca e delle imprese. A tal fine il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha elaborato un nuovo bando, nell’ambito del Piano di azione e coesione, per l’adeguamento strutturale dei centri di elevata qualificazione in discipline rilevanti per lo sviluppo del sistema produttivo delle predette Regioni.

Rende peraltro noto che a febbraio 2014 è stato presentato il nuovo Programma nazionale per la ricerca (PNR), nel quale si prevede un investimento di circa 900 milioni l’anno, pari a 6,3 miliardi in 7 anni, a cui si aggiungeranno le risorse provenienti da altri Ministeri o enti finanziatori. Sottolinea in merito che dal 2014 il PNR diventa settennale, per allinearsi al Programma quadro europeo Horizon 2020. Le cosiddette “sfide della società” sono quelle individuate a livello europeo, per attuare le quali il PNR identifica tre assi prioritari (suddivisi a loro volta in numerosi programmi): eccellenza scientifica, infrastrutture di ricerca e leadership industriale. Precisa oltre a ciò che sempre a febbraio 2014 è stato presentato il documento “Ricerca e innovazione nelle imprese”, che prevede anche l’utilizzo delle risorse europee per il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020.

Il relatore mette poi in risalto una parte specifica sulla Valutazione della qualità della ricerca (VQR), ampiamente discussa di recente dalla 7a Commissione, nonchè un’interessante sezione relativa alle competenze degli adulti, rilevate dall’OCSE nel Programma per la valutazione delle competenze degli adulti (PIIAC). Al riguardo fa notare che i Dicasteri dell’istruzione e del lavoro hanno promosso l’istituzione di una commissione di esperti per stilare un rapporto sui dati dell’OCSE, che dimostrano livelli inferiori alla media europea nelle competenze sia alfabetiche che matematiche.

Fa presente altresì che a gennaio 2014 è stato pubblicato un decreto che modifica i criteri di accreditamento iniziale e periodico dei corsi e delle sedi di studio, privilegiando la valutazione ex post in luogo di quella ex ante. Menziona poi la commissione di studio per elaborare proposte operative in materia di dottorato di ricerca, istituita nel luglio 2013, che ha finora individuato alcune caratteristiche tipiche dei dottorati e varie ipotesi di modifica. Comunica indi che il Documento offre anche una disamina delle nuove procedure per il rientro dei ricercatori dall’estero, del patto per la mobilità tra personale delle università e degli pubblici di ricerca, nonchè dei progetti europei per agli atenei del Meridione.

Quanto alla scuola, anche in questo caso premette che non si soffermerà sulle singole disposizioni presenti nella normativa in vigore, ma piuttosto sulla loro attuazione o integrazione. Ad esempio, per ciò che concerne i libri scolastici riferisce sull’adozione del decreto che stabilisce i criteri per ripartire i fondi disponibili alle scuole, privilegiando i meritevoli e i territori dove le famiglie hanno maggiore disagio economico. Elenca poi le iniziative per potenziare l’offerta formativa, per la tutela della salute nelle scuole, per assumere il personale scolastico negli anni 2014-2016 (69.000 docenti e 16.000 ATA nel triennio) e per la relativa formazione. Nel Documento, prosegue il relatore, si dà anche conto delle azioni per la messa in sicurezza delle scuole, tenuto conto che per il 2014 erano stati stanziati 150 milioni di euro; a novembre 2013 detti fondi sono stati assegnati alle Regioni per finanziare 692 interventi: a marzo 2014 risultano assegnati 462 interventi e sono impegnati circa 91 milioni di euro, pari al 60,5 per cento. A febbraio è stato peraltro firmato un accordo per l’avvio del Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica.

In merito agli Istituti tecnici superiori (ITS), la cui riorganizzazione è avvenuta nel 2013, comunica che è in corso il primo ciclo di attività formative, che sarà oggetto di monitoraggio. Un focus specifico è dedicato anche alle prove INVALSI e ai risultati dell’indagine PISA 2012 secondo cui l’Italia, sebbene registri risultati ancora inferiori alla media OCSE, ha anche conosciuto i progressi maggiori.

Afferma poi che nel capitolo II.9, dedicato ai beni culturali, si fa evidentemente un bilancio delle norme stabilite dal decreto-legge n. 91 del 2013 (“decreto valore cultura”), a partire dal Grande progetto Pompei, finanziato con circa 78 milioni di euro provenienti dell’Europa e 27 milioni di euro di fondi nazionali. Segnala che in questo contesto a novembre 2013 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa con tutte le Amministrazioni coinvolte per ampliare la zona di rispetto intorno al sito e costituire un tavolo di concertazione per completare il piano di gestione UNESCO, mentre a gennaio 2014 è stato siglato un accordo dal Dicastero anche per l’ampliamento del parco archeologico di Ercolano. Rileva inoltre che il Governo ha intensificato il contrasto al mercato clandestino delle opere d’arte e ha presentato  a febbraio 2014 il disegno di legge di ratifica della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, attualmente all’esame della Camera dei deputati.

Illustra indi il paragrafo riservato al riepilogo dei finanziamenti alla cultura, disposti dal decreto “valore cultura” e dalla legge di stabilità. Quanto alla prevista riorganizzazione della normativa sui contributi alle istituzioni culturali, ritiene che non si dia conto in maniera chiara dello stato di attuazione delle relative norme nè si forniscono informazioni più dettagliate sull’iter di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche: su entrambe le questioni sarebbe necessario a suo giudizio un supplemento di dati da parte del Governo. Ravvisa poi il richiamo al disegno di legge di semplificazione (A.S. n. 958), in corso d’esame al Senato, nel quale è prevista una revisione del Codice dei beni culturali, su cui la 7a Commissione espresse a suo tempo una puntuale condizione nel senso di limitare gli ambiti di delega.

Fa notare altresì che il DEF contiene anche il capitolo II.20 relativo allo stato di attuazione delle riforme, in cui si sintetizza il monitoraggio in corso sul ciclo di attuazione delle leggi (laddove prevedano provvedimenti normativi di rango secondario) e sulla capacità di “auto-applicatività” delle norme, che esprime la capacità di produrre effetti immediati. In tale “censimento” compiuto dall’Esecutivo si tiene conto anche dei provvedimenti non più attuabili per il venir meno dei presupposti per la loro adozione. Per i due maggiori provvedimenti legislativi che interessano la 7a Commissione, il relatore dà conto dello stato di attuazione a febbraio 2014: per il decreto-legge “valore cultura”, su 24 provvedimenti da attuare ne è stato adottato solo 1, mentre 3 erano senza termine e 18 risultano scaduti; per il decreto-legge “scuola”, su 37 provvedimenti da attuare, 2 sono stati adottati, 21 erano senza termine e 7 sono scaduti.

Rimanda infine al capitolo III  per l’analisi delle misure che le Regioni hanno messo in campo nei settori di riferimento per dare seguito alle raccomandazioni dell’Unione europea e accenna conclusivamente all’Appendice contenuta nella parte III del Programma nazionale di riforma che mostra tra l’altro la griglia di tutti i provvedimenti avviati e da attuare, molti dei quali riferiti proprio ai due decreti-legge summenzionati, nonchè alla legge di stabilità 2014 e al “decreto del fare”.